Sono stati di parola, gli amministratori comunali di
Montegranaro. Nonostante il nettissimo ritardi sulle date previste per la
riconsegna dei lavori, che doveva avvenire il 31 agosto scorso, sono riusciti a
completare la messa in sicurezza della chiesa di San Serafino in tempo per
restituirla ai fedeli prima della festa patronale, evitando di incorrere nelle
ire del comitato che aveva minacciatato, in realtà con scarsa convinzione, di
far saltare la festa qualora la chiesa fosse stata ancora chiusa.
Lavori finiti, quindi, ma lavori minimi. Lo abbiamo
sempre detto: è una messa in sicurezza che lascia perplessi, e lo si capisce
anche dalla esiguità della cifra spesa: 27.757 Euro (non 45.000 come dichiarato
dal Comune, quello è l’importo del progetto che poi è andato in gara). Pochino
per una mole di chiesa e di danno come quelli.
A confermare le nostre perplessità ci ha pensato l’assessore
Roberto Basso, che non è competente per ufficio in materia ma lo è, o dovrebbe
esserlo, per professione, essendo ingegnere, come dice lui, strutturale.
Roberto Basso, su Facebook, dichiara: “avrebbe bisogno di molto altro quella chiesa, e cercheremo di
fare del tutto affinchè in futuro si possano completare tutti i lavori”
Quindi non è stato fatto tutto. Ma poi aggiunge: “ la situazione è stata
riportata a prima del terremoto”.
Ecco, la situazione prima del terremoto
non era affatto rosea: c’era l’abside tamponato con una barriera plastica, c’era
la vecchia sacrestia puntellata da un’impalcatura. Che la chiesa non fosse
sicura, prima del terremoto, lo testimonia il fatto che sono caduti dei
calcinacci sui fedeli mentre la terra tremava. L’affermazione di Basso lascia
intendere che, tremasse ancora la terra, potrebbero cadere ancora dei
calcinacci, speriamo solo quelli, sui fedeli.
Quindi gioiamo per la riapertura dell’amato
tempio, ma stiamo accorti: in quanto a essere sicuro, ce ne passa.
Luca Craia
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