Loredana LIpperini è una
brava giornalista, premiata e apprezzata, che ha un difetto che non ha mai
nascosto più di tanto: è schierata politicamente. Del resto, chi più chi meno,
lo siamo tutti; chi per un partito, chi per un’idea di fondo, chi per un
ideale, chi per un uomo morto da settantenni invocandone il fantasma, chi
semplicemente contro, contro un certo modo di fare politica, contro le sozzure,
contro gli interessi privati. Loredana Lipperiri è schierata col Governo del
Pd. Si vede, anche se a volte assume toni molto critici, tende sempre a
tutelarlo e a salvaguardarne, per quanto possibile, l’immagine.
E si schiera, la Lipperini,
anche nel casus dei comitati dei terremotati. Non si schiera con l’uno o con l’altro
in maniera palese anche se, in un certo senso, dà ragione alle affermazioni di Diego
Camillozzi evitando con cura di cercare di mettere pace, appianare, riaprire un
dialogo fortemente compromesso perché questo è il reale interesse dei
terremotati.
La Lipperini si schiera con
la sinistra, la sua sinistra, quella che governa il Paese. Anzi, si schiera più propriamente contro la
destra. Secondo lei, nel suo articolo apparso due giorni fa nel suo blog “Lipperatura”, i presunti approfittatori
della situazione, quelli che utilizzerebbero il terremoto per fini politici,
sarebbero tutti di destra. Curiosa posizione, visto che tra chi si approfitta c’è
anche gente di sinistra ma, soprattutto, ci sono professionisti che sfruttano
la situazione per il proprio tornaconto economico scorrazzando tra gruppi
Facebook e associazioni paesane, e personaggi interessati a diverse questioni
molto più locali e molto più personali. Tutti questi strani caratteri la
Lipperini sembra non notarli, si concentra su chi ha un’idea politica o
presunta tale, dimenticando che, comunque, la politica non è cosa negativa per
definizione, lo diventa quando la si usa in malo modo. E quindi l’accusa è
grave.
Chiamato in causa, anche se
non nominato nell’articolo ma tra i commenti, e accusato di essere
politicizzato e affiliato a Fratelli d’Italia, il coordinatore dei Comitati che
hanno organizzato la manifestazione della discordia, quella di Roma dello
scorso sabato, Francesco Pastorella, ha pensato di rispondere in maniera
diretta difendendosi dall’accusa di strumentalizzare la propria posizione per
fini politici. DI seguito pubblico la risposta integrale di Pastorella.
Luca Craia
In
risposta alla signora Loredana Lipperini (la repubblica) che si è scomodata ad
accusarmi di essere politicizzato ....
Buonasera,
leggo che mi chiama in causa e resto allibito dal contesto... premettendo che
queste polemiche servono soltanto a chi ci sta riducendo in queste condizioni,
il quale è il vero colpevole di tutto e che dovrebbe essere, da tutti noi,
condannato e pressato affinché le cose vengano fatte nel migliore dei modi, non
comprendo come una giornalista come lei, posso affermare con tanta sicurezza
che io sia politicizzato.
Son
certo che conosca bene il significato di tale parola ed anche che sia un’accusa
grave nel contesto in cui ci troviamo.
Altro
errore che commette è quello di parlare di singolari affinità con FDI.
Premettendo che ho il diritto di pensare e votare per chi mi pare (o no?), non
faccio parte di alcun partito, non sono MAI stato candidato nemmeno in
circoscrizione (adesso municipio) per alcun partito e la mia colpa sarebbe solo
quella di aver coordinato nel lontano 2013 l’area social di FDI, proponendo in
un congresso di fare in modo che i social venissero supportati adeguatamente
come strumento di comunicazione e citando il presidente Obama come esempio.
Sarebbe questa la mia più grave colpa? Beh mi sembra poco.
Ciò
che più mi colpisce, perché viene da lei , non dai cialtroni che, incapaci di
far nulla di meglio che ululare alla luna ed applaudire i “governanti” ad ogni
inaugurazione di 10 casette, è la superficialità con la quale si associa una
persona ad un partito (per lei demoniaco, magari per altri no, ma siamo ancora
in democrazia credo) senza per nulla andare ad analizzare cosa questa persona
abbia fatto nell’ultimo anno e quali azioni abbia messo in piedi per cercare
(sbagliando anche, ci mancherebbe) di aiutare .
Leggo
che sta criticando anche gli amici di estrema sinistra con i quali lavoro da un
anno e con i quali vado d’accordo su molti più temi di quanto io stesso avessi
potuto immaginare, perché se ci si toglie questo stupido cappello politico, la
bandiera dei terremotati non può che suggerire le medesime azioni a prescindere
dalle ideologie politiche.
Non
si può chiamare in causa la politica quando sono state consegnate soltanto il
26% di Sae, quando le macerie sono tutte lì, si registrano morti per
depressione e suicidi, la viabilità non è stata ripristinata e soprattutto non
è stato fatto nulla per evitare la perdita di posti di lavoro e la chiusura
delle aziende!
Non
ho visto agitarsi la gente su questi temi, soprattutto sull’ultimo che dovrebbe
essere di sinistra ma che è stato tirato fuori da questo orco di destra .
Aggiungo
che il sottoscritto ha scoperchiato il 28 giugno l’assurda distribuzione degli
sms solidali da parte della Regione Marche. La invito ad informarsi su questa
vicenda che lei stessa ha trattato verso la metà di luglio, epoca in cui
commentava così una mia affermazione: “parole santissime”.
Smettiamola
con questi assurdi preconcetti. Chi sta quotidianamente lavorando con me, ha
potuto constatare con mano quanto siano prioritarie le esigenze dei terremotati
rispetto alle ideologie politiche che, sinceramente, hanno deluso da un bel
pezzo le mie aspettative.
Per
chiudere, con la speranza che un giorno anche lei possa ravvedersi e magari
ammettere di aver sbagliato su di me, non ho alcuna intenzione di candidarmi ad
alcuna elezione, ho già rifiutato delle candidature perché voglio mantenere la
possibilità di mandare a quel paese chiunque. E quando dico chiunque, dico
chiunque.
Scenda
dal pulpito e venga insieme a noi tra i terremotati, comprenderà meglio che
parlare di politica, di Stalin o Mussolini, di buoni e cattivi, non è proprio
il caso...
Ps.:
nelle chat i ragazzi delle brigate di solidarietà attiva mi chiamano il
compagno P. ....
Beh,
sapendo come la pensano, per me è un onore.
Cordialmente
Francesco Pastorella
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