giovedì 19 ottobre 2017

La Latini e la diversità del PD.




Credo che dovremmo essere molto grati a Laura Latini, ex reggente della segreteria del PD montegranarese appena eletta segretario. La Latini, candidamente, ci spiega come mai dentro la sezione locale siano rimasti quattro gatti, perché sia sparita nel nulla la sezione giovanile che pure, pochi anni fa, era attivissima e propulsiva per la politica del partito, perché ai loro gazebo non va più nessuno e perché ci siano così poche tessere. In sostanza la Latini ci spiega come mai il partito che fu del Sindaco Delmaide Lelli e che prendeva poco meno della metà dei voti dei Montegranaresi da solo, oggi debba allearsi con l’estrema destra per avere qualche chance di governo.
Nello stralcio del suo discorso di insediamento apparso oggi su Il Resto del Carlino, il giornalista ci riferisce che Laura Latini “pensa a stabilire dei precisi distinguo con i detrattori che esistono in città” e che il nuovo segretario del Partito Democratico stigmatizza così: “non sono uguali a me e a tutte le persone che ho incontrato in questa fase”. Ecco il punto: la distanza, la differenza.
I nuovi padroni del Partito, dopo aver sbattuto fuori dalla porta, non senza una certa eleganza, le minoranze interne, ora vivono questa sorta di delirio in cui si vedono come unici detentori della verità assoluta, unti dal Signore degli Ex Comunisti e portatori della Luce in politica. Chi non è d’accordo, chi critica, chi si pone dei dubbi è un detrattore, è un diverso, un essere inferiore e va emarginato, escluso, combattuto con ogni mezzo.
Da questa presunzione di superiorità, che possiamo definire anche spocchia, deriva lo sbriciolamento del partito dei lavoratori, quello che faceva le assemblee e che convocava le manifestazioni e oggi si prostra genuflesso di fronte al proprio leader, aspetta le istruzioni e le applica ma non ascolta più il popolo, i cittadini. Poi ci meravigliamo che si vendono la sede.


Luca Craia



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