Comunicato stampa integrale
Le Referenti del Dipartimento “Tutela delle Vittime” di FdI-AN, nello specifico per la Provincia di Macerata, il consigliere regionale Elena Leonardi, e per quella di Pesaro Urbino, Cristina Cannas, intervengono in merito alla vicenda della Signora Giuseppa Fattori, 95 anni, nota a tutti, suo malgrado, come Nonna Peppina, terremotata sfrattata di San Martino di Fiastra.
Le Referenti del Dipartimento “Tutela delle Vittime” di FdI-AN, nello specifico per la Provincia di Macerata, il consigliere regionale Elena Leonardi, e per quella di Pesaro Urbino, Cristina Cannas, intervengono in merito alla vicenda della Signora Giuseppa Fattori, 95 anni, nota a tutti, suo malgrado, come Nonna Peppina, terremotata sfrattata di San Martino di Fiastra.
“Nei
giorni scorsi le abbiamo fatto nuovamente visita per portarle la nostra
solidarietà e abbiamo fortemente sperato che le autorità competenti
accogliessero il ricorso, presentato dalla famiglia, concedendole di restare a
vivere nella casetta di legno. Quest'ultima edificata a pochi passi da quella
che il terremoto dello scorso anno le ha portato via, nella quale sono
racchiusi i ricordi di tutta una vita.
Purtroppo la decisione dei giudici non è stata quella
che noi e milioni di italiani, che si sono appassionati a questa vicenda
paradossale, speravamo. La signora si è trasferita nella casetta di legno,
costruita su terreno di sua proprietà, prima di ottenere l’ultima
autorizzazione paesaggistica, essendo all’interno del Parco dei Monti
Sibillini, e dunque per la legge si configura l’illecito penale di abuso edilizio
La casetta va demolita e la signora dovrà tornare a vivere nel container di 10
mq, un residuato del terremoto del 1997, privo di servizi igienici, dove già lo
scorso inverno ha patito il freddo, in condizioni che definire precarie e
indecorose è assolutamente riduttivo”
“La
legge - precisa la Cannas - non ammette umanità, non si applica tenendo conto
dei sentimenti, lo sappiamo e noi siamo sempre stati, come partito, e sempre
saremo schierati a favore della legalità.
Tuttavia non possiamo esimerci da alcune amare
riflessioni, perché quella perpetrata nei confronti di questa innocua e tenera
nonnina, ci sembra una violenza morale e materiale, da parte di uno Stato che,
in oltre un anno, nulla ha fatto per garantire il diritto a questa cittadina
italiana, onesta contribuente, di tornare nella propria abitazione. Di
ricostruzione nemmeno l’ombra, nonostante le tante promesse, anche da parte
dello stesso Presidente Mattarella: “non vi lasceremo soli” aveva detto ai terremotati.
Invece questa anziana signora, colpevole solo di voler
concludere i suoi giorni dove è nata, cresciuta e ha vissuto tutta la sua vita,
non solo è stata abbandonata, ma anche violentata nella sua dignità di persona,
trattandola come fosse una delinquente. Laddove a tanti veri criminali la
Magistratura concede le più assurde attenuanti, qui si è voluto a tutti i costi
procedere con uno zelo inopportuno, che davvero rasenta il ridicolo, senza
tener conto che stiamo parlando di un territorio, di un paesino distrutto dal
terremoto, dove non è rimasto niente e nessuno, se non un cumulo di macerie.
“Ci
chiediamo allora -prosegue la Leonardi- il senso dell'azione politica quando
essa deve trasformarsi in atti concreti in questo contesto di distruzione ed
emergenza dovute al terremoto. Soprattutto se confrontato a molte parti del
territorio nazionale dove invece si tollerano ecomostri, abusi edilizi di
dimensioni ciclopiche, il propagarsi di campi rom e l’occupazione di abitazioni
da parte di soggetti che scavalcano le leggi e i diritti di cittadini onesti.
Non può essere uno Stato giusto quello che sfratta una
vecchina terremotata da una casa che si è costruita da sola, a sue spese, in
attesa dei tempi biblici della elefantiaca e burocratica ricostruzione.
Umanamente siamo vicine alla famiglia di Nonna Peppina e
ci mettiamo a completa disposizione. Sotto il profilo istituzionale, in quanto
Consigliera Regionale, prosegue Elena Leonardi, ho personalmente presentato due
proposte di legge apposite; una di esse va ad integrazione della legge
regionale votata ad agosto, per ammettere soluzioni abitative di emergenza
(SAE) nelle zone gravemente colpite dal sisma, aventi caratteristiche di
temporaneità e removibilità, come appunto la casetta di nonna Peppina. L'altra
proposta è quella che va presentata al Parlamento Italiano per introdurre una
specifica modifica al Codice Nazionale del Paesaggio, ed escludere pertanto
dalle sanzioni chi realizza le soluzioni abitative di emergenza rispettando la
volumetria massima di 350 metri cubi.”
Le due esponenti di FdI non escludono di tornare a
Fiastra, al fine di assicurare di persona alla signora Peppina il più ampio
sostegno anche e soprattutto quando i riflettori dei media saranno purtroppo
rivolti altrove.
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