Degli impianti del Monte
Prata ci siamo già occupati tempo fa. Oggi volevo parlare della situazione di
Frontignano, località sciistica facente parte del Comune di Ussita, in
provincia di Macerata. A Frontignano ci troviamo di fronte a una situazione
inversa rispetto a quella del Monte Prata, dove gli impianti sarebbero pronti a
essere utilizzati ma ciò è reso impossibile dalla viabilità ancora bloccata
allo stato di un anno fa. A Frontignano, invece, la viabilità è pressochè
perfetta ma gli impianti non sono ancora stati verificati, quindi non si sa se
essi siano o non siano agibili. Le verifiche tecniche sarebbero in programma in
tempi brevi ma, al momento, non sono ancora state fatte e la stagione invernale
sta iniziando.
Frontignano ha un’importante
percentuale di case agibili, stimabile (a spanne) intorno al 50% delle stesse. Lo stato degli impianti, però, è ignoto in quanto non ancora verificato. I costi delle verifiche sarebbero
piuttosto esigui, circa 30.000 euro, se eseguiti in concomitanza con quelli di
Monte Prata. A occhio, però, la situazione sarebbe questa: gli impianti del
settore Saliere sarebbero danneggiati ma non sembra in maniera grave, mentre quelli
del settore Canalone sembra abbiano riportati danni più consistenti. Il rifugio
Saliere è agibile mentre i due del settore Canalone non lo sono. Tutte le infrastrutture
private, alberghi, ristoranti, bar, sono inagibili. Insomma, una situazione
piuttosto grave.
Lo scorso agosto si era
parlato della possibilità di riaprire, seppur parzialmente, il settore
Saliere, anche per questo inverno. Nelle settimane successive una
delibera apparsa nel sito del Comune nominava un responsabile tecnico per la
stazione turistica di Frontignano, senza specificare se si trattasse di un capo
servizio oppure un direttore d’esercizio. Tutto questo faceva ben sperare
finchè a ottobre il Commissario rilasciava una dichiarazione in cui si diceva
dubbioso: “non so se (si potrà aprire, ndr) per il prossimo inverno, ma ci
stiamo provando”. Intanto, però,
arrivava la notizia che lo stanziamento di 30.000 Euro per le verifiche era
stato approvato. A oggi, però, non si sa se i soldi siano mai arrivati, né se
si sia avviata una qualche procedura per dare il via alle verifiche.
È logico
che far ripartire una macchina complessa come quella degli impianti sciistici
non sia cosa facile ma, a un anno dal terremoto, bisogna constatare che non è
stato fatto ancora nulla. Certamente i problemi da risolvere sono tanti, ma è
anche vero che, se si vuole far ripartire l’economia, è importante che anche
questo settore economico venga quanto prima rimesso in funzione, anche perché,
passando il tempo, diminuiscono ne possibilità che gli operatori economici
impegnati nell’area fino all’evento sismico possano tornare al lavoro. E il turismo,
per Ussita e il circondario, è fondamentale.
Luca Craia
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