martedì 19 settembre 2017

Mi manca Ubaldi



Mi manca Ubaldi. Il vicesindaco di Montegranaro, negli anni, è stato imperitura fonte di ispirazione per articoli del blog e post, battute e vignette delle Vergare. Con le sue estemporanee ed intemperanti uscite mi ha dato modo di stigmatizzare al meglio la levatura culturale e la caratura umana media del politicuccio locale, fornendo spunti a profusione, dalle perdite di controllo, virtuale e reale, sul presepe vivente alle macumbe e gli auguri di morte nei miei confronti, il tutto infarcito di maldicenze e ammiccamenti vari.
Da tempo, però, Ubaldi ha cessato di ispirarmi. Non parla più, non esce sul giornale da non so quanti mesi, lasciando il passo a meno blasonati ma non meno ispirativi colleghi di giunta, e sui social si è chiuso dentro alla sua privacy probabilmente riservando le sue perle a pochi fortunati eletti. Del resto il vicesindaco probabilmente sta affilando le lame per le prossime elezioni amministrative che, anche se non sembra, sono ormai imminenti, e qualcuno più accorto di lui deve avergli suggerito un profilo più basso, un atteggiamento più pacato, un modus operandi più consono al suo ruolo istituzionale.
Va anche detto che, ultimamente, l’Amministrazione Comunale montegranarese sta investendo molto nel campo dello sport locale, consentendo al nostro vicesindaco di amministrare con la dovuta cura il suo bacino elettorale che, da sempre, è ben radicato nell’ambiente. Aggiungiamo che, prima delle elezioni, sarà probabilmente pronto il nuovo, quanto poco utile in generale, impianto sportivo di San Liborio ed ecco qua che Ubaldi si assicura il suo zoccolo duro elettorale che gli consentirà di ripresentarsi alla competizione elettorale con tutti i crismi per trattare dalla solita posizione più o meno determinante. Chi glie lo fa fare di continuare a farsi saltare i nervi su Facebook?

Luca Craia

Perché i piccioni vivono nei centri storici?

Tutti i centri storici d’Italia sono abitati, più o meno intensamente, dai piccioni. Alcune città d’arte ne hanno fatto addirittura una sorta di simpatica attrazione. Altre, la maggior parte, a dire la verità, ne soffrono la presenza per via della produzione di guano che, quando cospicua, diventa un problema sia di decoro urbano che di pubblica sicurezza. Noi, comunque, consideriamo normale la presenza dei volatili nel tessuto urbano ma possiamo pensare che essi siano, in qualche modo, autoctoni oppure vi sono stati introdotti?
I piccioni sono animali addomesticati da tempo immemorabile e da sempre utilizzati prevalentemente per l’alimentazione umana. Nel medioevo, quando le città subivano spesso attacchi nemici e finivano sotto assedio per periodi piuttosto lunghi, esisteva l’evidente necessità di alimentare la popolazione nei momenti in cui ogni approvvigionamento esterno era impossibile. Da qui la creazione degli orti urbani, tramite i quali si provvedeva alla produzione di ortaggi e cereali, e la presenza di animali da cortile all’interno delle mura castellane. Trai vari animali da cortile, appunto, c’erano anche i piccioni.
Un mio amico ingegnere mi riferisce che, proprio a Montegranaro, ha trovato frequentemente, durante ristrutturazioni di immobili nel centro storico, in corrispondenza delle “buche” nelle quali i colombi nidificano, degli sportelli tramite i quali, dall’interno dell’abitazione, si poteva catturare l’uccello per poi cibarsene. Il piccione, quindi, era presente nel tessuto urbano a scopo prettamente alimentare. Il suo guano, poi, veniva raccolto e utilizzato per la concimazione degli stessi orti urbani.
La natura semiselvatica dell’animale ne ha evidentemente perpetuato la presenza nei centri storici. Infatti, mentre polli, conigli e altri animali da cortile, una volta cessata la loro funzione alimentare/bellica sono scomparsi dall’interno del castello, i colombi hanno continuato a nidificarvi fino ai nostri giorni. Oggi, però, la loro presenza non ha più l’utilità di un tempo e ne soffriamo piuttosto le conseguenze. Da qui mi si consenta una battuta amara: visti i tempi grami che stiamo vivendo e le buie prospettive che si delineano, forse la presenza dei piccioni potrebbe tornare utile come una volta, chissà.
Luca Craia

Montegranaro: centro storico per bradipi nel silenzio generale.



Ci si muove con la lentezza di un bradipo, sempre ammesso che ci si stia davvero muovendo e che non si tratti soltanto di un’illusione. In realtà propendo più per la seconda ipotesi, ma concedo il beneficio del dubbio all’assessore al centro storico di Montegranaro, Giacomo Beverati, che dal marzo scorso annuncia grandi novità sull’annoso tema del castello montegranarese ma che, ormai alla fine di settembre, ha prodotto un vistosissimo nulla.
Era marzo, infatti, ben sei mesi fa, quando si iniziò una collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e le tre associazioni che si pongono l’obiettivo del recupero del paese antico. Confesso che mi ero illuso. Mi ero illuso che ci fosse la possibilità di dare il via a una nuova era per il martoriato centro storico, che fosse possibile aprire una discussione costruttiva con chi amministra e decide, mi ero illuso che fosse possibile remare tutti nella stessa direzione anche prescindendo dalle distanze che pure restavano su altre questioni. Purtroppo, oggi, devo ammettere la delusione.
Beverati, a parte qualche comunicato stampa buttato là, senza neanche andare a verificare sul campo se le sue affermazioni potessero risultare un pelo meno che ridicole, per il centro storico non ha fatto più nulla. In realtà qualcosa ha fatto: ha speso 10.000 Euro per far partire una progettazione che, si ricorderà, mi ha lasciato perplesso fin dall’inizio. Una progettazione affidata a una cooperativa che non si occupa di urbanistica ma di inclusione sociale, che è un aspetto ma non l’aspetto preponderante del problema. Da lì si doveva procedere alla creazione di un tavolo di concertazione con le associazioni di cui sopra, ma da giugno a oggi non abbiamo avuto notizie.
Nel frattempo, mentre Beverati si muove con la lentezza del bradipo o, magari, finge di farlo, la situazione non migliora affatto. Il paese, a dispetto delle dichiarazioni pompose dell’assessore, è sempre più sporco e degradato, arrivano nuove ordinanze di messa in sicurezza o sgombero a causa del terremoto, partono delle ristrutturazioni autonome che non saranno in alcun modo regolamentate dal nuovo progetto in corso d’opera e del quale non abbiamo notizie. Insomma, nel nulla si profila anche un bel pastrocchio, uno dei tanti.
Il guaio, poi, è che tutta Montegranaro sta degradando velocemente e il problema del centro storico sta diventando il problema di altri quartieri, come San Liborio, per esempio, che sta calando la china velocissimamente. Allargandosi il problema, le speranze per il paese antico si affievoliscono. A questo aggiungiamo il totale disinteresse da parte della società civile, che comincia a vedere nelle rivendicazioni per il castello, più che delle legittime istanze, una rottura di scatole infinita. E cresce il senso di abbandono, la sensazione di solitudine e di combattere una battaglia che si sa persa in partenza, una battaglia in solitaria.

Luca Craia

lunedì 18 settembre 2017

DOMANI IN CONSIGLIO REGIONALE MOZIONE FRATELLI D'ITALIA SU ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE



ELENA LEONARDI: SI SOLLECITINO I MINISTERI PER RIFINANZIARE IL FONDO SPECIALE.


Comunicato stampa integrale

Approda domani in Consiglio Regionale la Mozione di Elena Leonardi avente come titolo "eliminazione barriere architettoniche: oltre allo Stato la Regione non finanzia più i Comuni". Questo atto è stato presentato il 17 luglio scorso proprio il giorno in cui, alla presenza di molti diversamente abili nell'Aula dell'Assemblea Legislativa, veniva approvata all'unanimità l'Adesione della Regione Marche ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. In quel contesto La capogruppo di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, aveva annunciato un atto di impegno sottolineando l'importanza e l'urgenza di far seguire ai proclami fatti concreti e idonei finanziamenti al fine di aiutare concretamente le persone con disabilità.
La mozione difatti evidenzia il fatto che la legge n.13 del 1989, come è noto, ha introdotto la possibilità di richiedere contributi per l'eliminazione di barriere architettoniche negli edifici privati, ed è altrettanto noto che spesso tali contributi non sono stati erogati o lo sono stati solo parzialmente a causa di una certa discontinuità nel finanziamento del relativo fondo. Al contempo la Regione Marche – evidenzia Leonardi - dal 2014 non ha più contribuito con fondi propri al fabbisogno destinato ai comuni per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Le domande che pervengono dalle categorie svantaggiate sono numerose considerata anche la perdurante crisi economica e la mancanza di possibilità economica nell'intervenire con adeguamenti strutturali soprattutto in grandi condomini. La Regione Marche in data 21 febbraio 2017 ha inviato ai comuni del suo territorio una nota nella quale si afferma che “ a tutt'oggi non sono disponibili risorse per la concessione dei contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche” ma si avvia una procedura di indagine per conoscere le istanze che i comuni hanno ricevuto da soggetti diversamente abili. Anche il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – prosegue la Leonardi - con nota n. 2062/2017 ha richiesto alle regioni di trasmettere il fabbisogno inevaso, diviso per anno di competenza. Ora è il momento di sollecitare Stato e Regione a passare alla fase della concretezza poiché il diritto all'eliminazione delle barriere architettoniche è un diritto primario e ci si trova di fronte a casi di soggetti che sono addirittura impediti nell'uscire dalle proprie abitazioni a causa di ostacoli e barriere fisiche insormontabili.
Con il suo intervento la Leonardi chiede pertanto di impegnare la Giunta Regionale presso i Ministeri competenti al fine di un effettivo e celere impegno finanziario. Questo per far fronte alle esigenze che pervengono dai comuni marchigiani per sostenere realmente i diversamente abili e le loro famiglie al fine dell'eliminazione delle barriere architettoniche.
Leonardi chiede anche che, una volta terminata la ricognizione effettuata dal relativo Servizio Infrastrutture della Giunta Regionale, sia ripristinato, tramite apposita Variazione di Bilancio Regionale, il relativo fondo quota parte regionale per il sostegno ai comuni relativamente all'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
La rappresentante del partito della Meloni in Regione si augura che la sua importante mozione possa essere approvata all'unanimità.