martedì 1 marzo 2016

6 nuovi posti di lavoro per la differenziata



C’è una conseguenza interessante nel nuovo contratto per i rifiuti solidi urbani stipulato dal Comune di Montegranaro: essendo stati i servizi esistenti integrati con di nuovi e ulteriori, sarà necessario per la ditta che ha vinto l’appalto, la RTI Onofaro – Caruter dovrà aumentare il personale rispetto a quanto in forza all’Ecoelpidiense che ha gestito il servizio fino a ora. Serviranno, quindi, 6 nuovi operai e per assumerli è stata aperta una selezione. Potete vederne i dettagli aprendo l’immagine presente in questo post. Per partecipare inviare il proprio curriculum a supervisore@onofaro.it .

Luca Craia

Mercoledì 2 marzo si ripara l’orologio di piazza. Non era meglio attendere?



La notizia è, di per sé, buona anche se lascia un po’ perplessi. Domani verrà a Montegranaro una ditta specializzata, piazzerà un camion col cestello davanti al Municipio e riparerà per l’ennesima volta l’orologio di piazza. La cosa è positiva perché ogni Montegranarese che si rispetti è particolarmente affezionato al suono di quell’orologio. Io, personalmente, essendo sempre vissuto nel centro storico, l’ho sempre sentito rintoccare le ore e i quarti d’ora e il suo suono, in questi ultimi anni, mi è mancato.
C’è, però, una perplessità: riparare l’orologio il cui meccanismo è inserito in un vano del primo piano del palazzo comunale, dove esiste il degrado più assoluto tra guano di piccione, umidità, infiltrazioni dal tetto e chi più ne ha più ne metta, potrebbe rivelarsi l’ennesimo spreco di soldi. Allora mi chiedo: se è vero quello che l’assessore Perugini dichiara da tempo, ossia che presto si metterà mano alla ristrutturazione del Municipio, non era più logico e sensato attendere la fine dei lavori per riparare anche l’orologio? O forse la fine di tali lavori non è prevista in tempi sufficientemente brevi per fare l’ennesima inaugurazione su un’opera di manutenzione ordinaria?

Luca Craia

Il paradosso dell’era della sorveglianza digitale



È paradossale questa impennata di criminalità nel fermano proprio nell’era della videosorveglianza. Un’impennata testimoniata quotidianamente dalle cronache locali che parlano di un susseguirsi preoccupante di atti criminosi, molti dei quali compiuti da stranieri, che contraddicono le rassicurazioni che giungono da tutori dell’ordine e politici. È paradossale perché, nel momento in cui si cerca di tranquillizzarci snocciolando dati sull’utilità della videosorveglianza, i fatti ci dicono che questa è pressochè inutile quando non dannosa.
Inutile, dicevo: anche se talvolta può aiutare nell’individuazione dei responsabili di atti vandalici o di piccoli gesti criminali, la videosorveglianza, se non è in tempo reale con la possibilità di intervenire tempestivamente durante il crimine, serve a ben poco. Né può essere considerata un valido deterrente in quanto il malvivente, ormai a conoscenza dell’esistenza delle telecamere, prenderà ovviamente le sue contromisure per non essere riconosciuto.
Dannosa. Lo è perché crea una sorta di alibi psicologico, una specie di convinzione di avere fatto quanto si poteva fare e, quindi, non sia necessario studiare nuove forme di tutela dell’ordine. E la mia impressione è che stia accadendo proprio questo: ci si è adagiati, si considera il monitoraggio video del territorio come la panacea di tutti i mali e non si pensa a come, magari, intensificare i controlli sul posto, i pattugliamenti, i controlli preventivi.
Le conseguenze le leggiamo sui giornali, con notizie ogni giorno più preoccupanti. E la gente comincia ad avere davvero paura. E a chiedere risposte che, al momento, non vengono o non convincono.

Luca Craia