domenica 18 gennaio 2015

La maggioranza minoritaria



A volte sembra che l’amministrazione comunale sia molto lontana dalla cittadinanza, che viva in una bolla di sapone, una torre di cristallo che le impedisce di vedere la reale condizione della gente e del paese e di proporre soluzioni adeguate. In parte ciò è dovuto a retaggi culturali del maggiore partito che compone lo schieramento, storicamente arroccato all’interno della propria sezione per niente propenso al confronto con i cittadini. A nulla è servito il cambio della guardia al vertice, anzi: ha acuito questo modo di agire dando maggiore potere a chi controlla e tira le fila senza esporsi troppo. A ciò aggiungiamo l’altra componente importante della maggioranza, quella destra collocabile molto a destra e sostanzialmente non riferibile al quadro nazionale che ha una visione della democrazia molto particolare.
Ma c’è un altro fattore da non trascurare e forse è quello più importante: questa maggioranza sta governando Montegranaro ma è stata eletta da una minoranza dei Montegranaresi. Alle ultime elezioni amministrative, infatti, si presentarono ben cinque liste che frazionarono il voto come mai era accaduto prima. Infatti, la lista Montegranaro Riparti, detta Stranamore, ha battuto sì tutti e quattro gli avversari ma è stata votata dal 39.51% degli elettori. Il che significa che oltre il 60% dei Montegranaresi non l’ha votata. Posto che, passate le elezioni, la maggior parte dei votanti non si occupi più di politica, rimane una cospicua fetta di cittadinanza che, invece, la segue e vorrebbe partecipare attivamente. Con una tale percentuale di voti è evidente che:
a)      non si ha la reale percezione delle problematiche cittadine;
b)      non si ha alcuna convenienza a confrontarsi direttamente con la popolazione.

Ecco perché il nervosismo crescente, il pessimo rapporto con chi non è d’accordo, la scollata gestione delle iniziative non patrocinate. Insomma: la nuova politica che, sulla carta, prometteva partecipazione popolare e grande sensibilità verso la cittadinanza, si sta comportando, per scelta e per conseguenza naturale dello stato delle cose, in maniera opposta alle aspettative. E Montegranro sfrizziona.

Luca Craia

venerdì 16 gennaio 2015

Un conto è la satira, un conto l’insulto.



Premetto che ripudio ogni forma di violenza e che nulla giustifica quanto accaduto in Francia alla redazione di Charlie Hebdo, nessuno è autorizzato a fare del male, men che meno a uccidere un altro essere umano per nessun motivo al mondo. Premetto anche che la libertà di opinione e di espressione è sacra come ogni libertà, tenendo conto però che la libertà di ognuno finisce dove comincia quella degli altri. Premetto anche, e in conseguenza a quanto ho appena detto, che condanno fermamente l’attacco al giornale parigino.
Fatte queste premesse, però, vorrei illustrare il mio modesto punto di vista sulla stessa pubblicazione che, a mio parere, tutto è tranne che un giornale satirico. La satira può e, consentitemi, deve essere tagliente, cattiva, altrimenti non è satira. Ma deve avere un fine nobile, deve perseguire un ideale, deve essere uno strumento per far passare un messaggio positivo, sia esso politico o morale. E, comunque, deve avere un rispetto di fondo verso le persone. Nel caso di Charlie Hebdo non mi pare che questo fine esista o, almeno, io non lo vedo. Prendere in giro miriadi di persone per la loro religione è stupido, cattivo, irrispettoso e, soprattutto, gratuito. Qual è lo scopo di mortificare chi crede in qualcosa? Qual è lo scopo di offendere tutti i musulmani del mondo? Tutti i cattolici del mondo?
Credo, quindi, che a Parigi si sia commesso un crimine disumano. Ma che questo crimine abbia poco o niente a che vedere con la libertà di stampa, con il diritto di opinione e con la satira. Charlie Hebdo è sempre stato un giornale moralmente discutibile che utilizza l’insulto gratuito per vendere qualche copia in più. Ciò, ovviamente, è inutile dirlo, non deve essere una giustificazione per quanto accaduto. Serve solo a chiarire il punto.

Luca Craia

giovedì 15 gennaio 2015

Le vergare - aggiornamento al 15/01/2015








A proposito del Regolamento di Polizia Municipale




Leggiamo:


ART. 9 – SICUREZZA DEGLI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI – EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

1.    Ferme restando le disposizioni del Regolamento edilizio comunale, è fatto obbligo di mantenere ogni edificio, pubblico o privato, e le sue pertinenze, in buono stato di manutenzione e pulizia in ogni sua parte, in modo da prevenire pericoli, cadute, allagamenti.
2.    Gli edifici privati devono essere mantenuti in sicurezza dal punto di vista igienico, della prevenzione incendi e della stabilità degli immobili, per quanto riguarda il peso degli arredi e dei depositi e la tipologia degli oggetti detenuti.

Zona circostante l'edificio che ospita le Scuole Medie

Zona circostante il Municipio
Pezzo di ferro che pende da un balcone del Municipio
 
 

Arridatece Berlusconi!



Mi manca tanto Berlusconi. Ma davvero tanto. Ma voi ve lo ricordate come si stava bene con Berlusconi? Eravamo tutti amici, tutti affratellati dalla lotta contro questo nemico comune, questo lestofante fantastico, sfacciatamente brigante, questo impunito violatore di leggi e regole. L’uomo, si sa, ha bisogno di un nemico e quale nemico poteva essere migliore di questo magnifico furfante per poter unire persone di estrazione sociale diversa, diversa condizione economica, diversa cultura politica ma tutti accomunati dal senso di schifo per il laido comportamento di questo nanerottolo saltellante rialzato su tacchi nascosti.
Certo, oggi abbiamo Renzi da detestare, ma vuoi mettere? Berlusconi se ne inventava centinaia al giorno per farci imbufalire, Renzi a malapena riesce a combinarne due o tre. Non ha la capacità collante di essere nemico unico, di accomunarci tutti nella lotta contro di sé. Ed è per questo che oggi siamo tutti sbriciolati, sparsi in mille rivoli, disgregati. Il potere aggregante dell’odio verso Berlusconi non c’è più ma c’è ancora il bisogno di un nemico politico. Renzi non ce la fa a catalizzare questo bisogno ed ecco qua che ognuno si crea il nemico personalizzato: tutti contro tutti.
Intendiamoci: l’unione contro Berlusconi in assenza di qualsiasi progetto politico, col solo collante di essere, appunto, contro ha prodotto i vari Monti, Letta e Renzi e la situazione di estrema prostrazione in cui giace la Repubblica Italiana. Bisognerebbe unirsi intorno a un’idea, a un disegno, un programma comune. Ma gli Italiani non sono abituati a queste cose, sono sempre stati disuniti: prima in tanti staterelli, poi la parentesi dittatoriale che ci ha costretti al pensiero unico, poi il sistema multipartitico dove ognuno fondava il suo schieramento politico, infine questo pasticcio in cui siamo ora dove continuiamo a creare partiti ma in realtà il pensiero unico domina e divide romanamente. E allora ridatece Berlusconi, almeno smettiamo di tirarci le sedie tra noi e le tiriamo a lui.

Luca Craia

mercoledì 14 gennaio 2015

A proposito di parcheggi




Ricordate la lunga (e giusta) diatriba portata avanti dall’allora opposizione, ora diventata maggioranza, sul pasticcio dei colori della segnaletica orizzontale in discordanza con quella verticale dei parcheggi di viale Gramsci di qualche tempo fa? Liberi per Montegranaro e il Pd, che allora sedevano sui banchi della minoranza in Consiglio Comunale, ingaggiarono una sacrosanta battaglia contro l’allora governo della città, capitanato da Gastone Gismondi, perché, per regolamentare il parcheggio dietro le mura furono prese due o tre decisioni contrastanti, con relative delibere, che crearono un pasticcio inestricabile: le strisce a terra erano di due diversi colori che indicavano parcheggi riservati e non, i segnali dicevano, invece, che c’era disco orario. Insomma: uno che avesse voluto parcheggiare poteva solo fare affidamento sul fatto che, a Montegranaro, la probabilità di ricevere una multa per divieto di sosta è piuttosto bassa.
Ora l’allora minoranza è diventata maggioranza e governa il paese. La segnaletica verticale è stata tolta ma…. sapete di che colore sono parte delle strisce dei parcheggi di viale Gramsci? Gialle, un po’ sbiadite ma gialle. Quindi non si può o. meglio, potrebbe parcheggiare. Ora, non che la cosa sia prioritaria, per carità, ma come faceva confusione allora la fa tutt’ora. Che ci vuole a rifare le strisce? Ci vuole solo un po’ di coerenza.

Luca Craia

Polemiche pretestuose o eccessiva fiducia nella scarsa memoria?




Non vorrei ora innescare uno di quei botta e risposta infiniti che alla fine inficiano quello che di buono una sana polemica può portare con sé, ma una risposta alle dichiarazioni dei due vice, Ubaldi e Perugini, credo vada data. E la risposta non può essere che positiva.
Infatti, sono molto lieto di leggere quello che leggo per molti motivi, primo dei quali il fatto che, se veramente si procederà con tanta solerzia al recupero del Municipio e, quindi, del Teatro Novelli, non posso che essere il primo a complimentarmi con l’Amministrazione Comunale. Ma di solerzia ne serve davvero tanta perché lo stato di deterioramento del teatro è estremamente grave e ogni giorno che passa non fa che peggiorare la situazione per cui, sono sì passati solo sei mesi, ma si sono anche persi sei mesi preziosi. Il fatto, poi, che la spesa, per quanto dichiaratamente programmata, a bilancio non figura, lascia legittimamente pensare che di mesi ne passeranno ancora molti.
Sono lieto anche di apprendere che il nostro Comune ha finalmente trovato un sistema per fare celermente le cose. Infatti, a me sembra piuttosto fantascientifico pensare di iniziare e finire la ristrutturazione del municipio nel primo biennio quando il primo anno se ne è già andato e, torno a ribadire, nel bilancio la spesa non c’è. Ammesso che la si inserisca nel prossimo bilancio di tempo per intervenire ne rimane ben poco per cui, altro motivo di giubilo, direi che, più che amministratori, abbiamo dei supereroi superveloci. Ma questa velocità, ahimè, finora non è stata dimostrata, come nel caso del Palazzetto dello Sport i cui lavori sono in netto ritardo rispetto a quanto dichiarato da Ubaldi, o in quello del Cine-Teatro La Perla, che dovrebbe essere pronto a brevissimo ma i cui lavori, mi pare, ancora non sono partiti.
Non voglio porre limiti alle capacità dell’Amministrazione Mancini, né alla Divina Provvidenza, ma qualche dubbio sulla reale possibilità di vedere il Teatro Novelli rimesso a nuovo entro la primavera del 2016 io continuo a nutrirlo.
In quanto alla pretestuosità della polemica hanno ragione i due vice: la polemica è assolutamente pretestuosa e mi da, appunto, il pretesto per far sapere a chi ci amministra che non può far leva sulla storica e proverbiale scarsa memoria degli elettori, perché almeno uno che si ricorda le promesse fatte c’è. Buon lavoro, quindi, e speriamo che le tali promesse, fatte e ribadite, vengano mantenute.

Luca Craia