sabato 6 dicembre 2014

Questa strana voglia di dittatura



È paradossale quanto stupido ma, nel momento di massimo declino della nostra democrazia il popolo italiano senta così forte la voglia di un governo forte, la nostalgia di momenti storici vergognosi, la necessità di sovvertire definitivamente le regole democratiche guadagnando un presunto ordine. C’è voglia di dittatura in Italia e non si capisce perché. Forse, come dice qualcuno, il fascismo è nel dna dell’Italiano che, incapace sostanzialmente di autogovernarsi, preferisce delegare ogni funzione all’uomo forte, all’organizzazione politica unica che lo dispensi dal decidere, dallo scegliere, dal pensare. Che questo vada a discapito della propria libertà poco importa: ciò che conta è che vi sia finalmente ordine, tranquillità e qualcosa che somigli al benessere.
Eppure già siamo in una dittatura, seppur blanda, seppur non (troppo) violenta, seppur mascherata piuttosto bene da democrazia. Non decidiamo più i nostri rappresentanti già da un po’, le nostre decisioni, anche quelle prese con lo strumento principe della democrazia che è referendum, vengono tranquillamente stracciate, c’è un partito unico, anche se mascherato da tanti partiti e movimenti, che governa e che si oppone. È la dittatura della classe dirigente che ha sfasciato l’Italia e l’ha ridotta in questo stato. È la dittatura di quella classe dirigente che non ha alcun interesse nel lasciar vivere il popolo italiano. È la dittatura dei potenti, di quelli veri. E voi pensate che, andando verso un sistema di potere forte conclamato quale possa essere un qualcosa che ricordi il fascismo questa gente possa scomparire nel nulla? In Italia hanno sempre governato loro. Una dittatura li agevolerebbe soltanto.
Vogliamo farci togliere quel poco di libertà che abbiamo? Vogliamo farci togliere anche l’unico momento in cui diventiamo davvero temibili, cioè quando votiamo? Difendiamo la nostra libertà. Esigiamo maggiore democrazia, partecipazione maggiori diritti, maggiore libertà. Facciamo con forza, partecipando, lottando, non rassegnandoci al governo dei forti, dei potenti. Solo partecipando alla politica possiamo salvaguardare la nostra libertà. Mussolini, per fortuna, è morto da tempo e non resusciterà. I nuovi Mussolini sono molto peggiori di lui. Non sognate la dittatura. Sognate la democrazia vera.

Luca Craia

mercoledì 3 dicembre 2014

Aperta. Con Santa Croce il territorio guadagna un nuovo sito preziosissimo



Se volete proprio saperlo sono emozionato. Entrare tra quelle mura finalmente aperte al pubblico è stato qualcosa difficile da raccontare, che va provato. Santa Croce è bellissima, meravigliosa, trasuda storia, sarebbe da passarci giorni per guardarsela centimetro dopo centimetro. Ma intanto oggi l’abbiamo vista ed è fantastico. Volevo ringraziare l’associazione Santa Croce per l’impegno profuso, la sovrintendenza della regione Marche per il lavoro svolto e la proprietà per aver finalmente concesso l’accesso al pubblico. Stasera Manfredo Longi e Marisa Colibazzi erano commossi ed emozionati a ragione, questa apertura al pubblico è il risultato di anni di lavoro e di sacrificio. Un ottimo risultato.
Ora c’è da fare in modo che Santa Croce diventi quello che è giusto che sia: un volano per la cultura e l’economia turistica del territorio. È indispensabile unire le forze per creare una rete di beni culturali fruibili e un’offerta turistica di alto livello che faccia diventare la zona del Chienti uno dei siti più importanti del mondo in termini di romanico. Pensiamo ai tesori che abbiamo: Santa Maria a Piè di Chienti, San Claudio,  Rambona, Fiastra, la nostra Sant’Ugo e ora, finalmente, Santa Croce. Possiamo offrire al turista un pacchetto culturale unico al mondo. Lavoriamoci su.
Intanto un’errata corrige: Santa Croce sarà aperta al pubblico ogni primo e secondo mercoledì del mese con orario 14.30 – 17.00.

Luca Craia

martedì 2 dicembre 2014

Apre la Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti. Alla chetichella.



Mercoledì 3 dicembre sarà una data storica, quella in cui una battaglia per la cultura e per il recupero di uno dei beni più preziosi del nostro territorio vedrà una vittoria fondamentale. Infatti, apre i cancelli, dopo anni di oblio e abbandono, la magnifica Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti, bene di inestimabile valore da troppo tempo sottratto alla fruizione del pubblico. La chiesa romanica, dopo aver subito negli ultimi secoli ogni sorta di sfregio fino a divenire un magazzino agricolo, era stata restaurata con fondi della Soprintendenza ai Beni Culturali per poi rimanere chiusa al pubblico. Da lì è stata ingaggiata una lunga e complessa battaglia per indurre il proprietario ad aprire i cancelli rispettando le leggi e gli accordi, battaglia condotta con convinzione dall’Associazione Santa Croce che oggi ha ben ragione di gioire.
Gioiscono ma moderatamente gli amici dell’Associazione, perché, a quanto pare, l’apertura del sito non prevede alcun tipo di servizio: non ci saranno visite guidate né accompagnatori. Sembra, infatti, che si potrà ammirare lo splendore della basilica ma procurandosi le informazioni con i propri mezzi. Il proprietario non ha consultato nessuno, men che meno quelli dell’Associazione Santa Croce che, pure, avrebbero potuto garantire un servizio di guida gratuito e di ottimo livello. Magari ci si arriverà col tempo.
Intanto approfittiamo il 3 dicembre. L’apertura è prevista per le 15.30 e le porte resteranno aperte fino alle 18,30. Così sarà per ogni terzo mercoledì del mese, giorno e orari non proprio comodissimi ma, intanto, accontentiamoci in attesa e nella speranza che si migliori.

Luca Craia

Domenica 7 dicembre Sant’Ugo aperta.



Foto di Alberto Monti
L’ultima apertura mensile di Sant’Ugo per il 2014 è prevista, come sempre, per la prima domenica del mese e, quindi, per domenica 7 dicembre. La splendida chiesa romanica sarà visitabile a cura dei volontari di Arkeo dalle ore 16.00 alle 19.30, con visite guidate gratuite. È l’ultimo appuntamento con le aperture sistematiche ma stiamo già organizzandoci per aprire le porte di questo gioiello anche durante le festività natalizie.
La Chiesa di Sant’Ugo, comunemente chiamata cripta, è l’edificio più antico di Montegranaro e la sua datazione è incerta, ma possiamo collocarla a prima del nono secolo. Al suo interno sono conservati affreschi di periodi differenti e di grande rilievo storico e artistico. Il ciclo pittorico più antico è datato al 1299 ed è estremamente interessante per le anticipazioni giottesche che vi si possono leggere. Lo stesso edificio è molto particolare sia come struttura che come pianta.
Attendiamo gli appassionati a scoprirlo o riscoprirlo domenica prossima, ricordando che è sempre possibile prenotare una visita personale e gratuita fuori dalle aperture canoniche telefonando ad Arkeo al numero 342 532 4172.

Luca Craia

Una mala lingua





Pittrotelli - Più La Lingua DELLA Spada
Chi è falso e ha una lingua velenosa, sia maledetto perché ha già rovinato molti che andavan d'accordo.
Le chiacchiere hanno già sconvolto molte persone e le hanno costrette a scappare da una nazione all'altra; e hanno perfino distrutto città potenti e rovinato famiglie importanti.
Per simili chiacchiere, certi mariti hanno scacciato donne di valore, rifiutando loro quel che avevano meritato.
Chi dà retta alle chiacchiere non avrà più pace nemmeno in casa sua.
Se una frusta ti colpisce, ti lascia il segno  sulla pelle,  ma se ti colpisce la lingua, ti spezza le ossa.
La spada uccide tante persone, ma ne uccide più la lingua che la spada.
Fortunato chi è al riparo dei suoi colpi e chi non ha provato il suo furore, chi non ha dovuto portare il giogo della lingua e non è mai stato legato con le sue catene.
Il giogo della lingua cattiva è un giogo di ferro e le sue catene sono catene di bronzo.
Meglio la morte che ascoltare una lingua simile, perché la morte con cui ti colpisce è terribile.
Ma la lingua cattiva non ha presa sui credenti e la sua fiamma non riesce a raggiungerli.
Invece essa colpisce quelli che abbandonano il Signore.
In loro la lingua brucia senza spegnersi mai:li assale come un leone e li sbrana come una pantera.
Ecco: tu circondi il tuo podere con una siepe, ma devi mettere porta e serratura anche  alla tua bocca.
Tu metti al sicuro oro e argento, ma devi pensare a misurare anche le tue parole.
Stai attento: la lingua non ti faccia scivolare, potresti cadere dove qualcuno è in agguato e ti aspetta.

Antonelli difende la lottizzazione. Ma non eravate voi il nuovo?



Comprendo la posizione del Presidente del Consiglio Comunale di Montegranaro, Walter Antonelli. La comprendo ma non la condivido. Certo, dal punto di vista di chi fa politica da anni e la fa secondo i dettami di un modus operandi appartenente alla prima repubblica e alle sue logiche il ragionamento di Antonelli non fa una piega. È vero quanto egli afferma, ossia che tutte le amministrazioni che si sono succedute fino ad oggi hanno cambiato i membri dei consigli di amministrazione degli enti controllati dal Comune. Nulla di strano, quindi, secondo Antonelli, che anche l’amministrazione Mancini lo faccia.
Per me invece è strano. Perché è stata proprio Ediana Mancini ad affermare ripetutamente, in campagna elettorale e dopo, che la sua amministrazione sarebbe stata diversa, che avrebbe rivoluzionato il modo di gestire la cosa pubblica, che avrebbe utilizzato metodi trasparenti e meritocratici. Ora io mi domando dove sia la meritocrazia nel voler sostituire un CDA in carica, la cui scadenza, se non si vuole cavillare, avverrà solo tra qualche mese. Mi domando quale sia la rivoluzione politica, il nuovo modo di gestire la cosa pubblica. Non che questa amministrazione, in questo modo, si dimostri peggio delle altre che l’hanno preceduta. Ma non è nemmeno migliore come ci era stato promesso: è uguale.
Poi, se vogliamo dare retta alle illazioni, alle chiacchierette che, sorprendentemente, Walter Antonelli cita come fonti e alle quali sembra dar credito, il discorso cambia. La faccenda del contatore è davvero brutta, specie se non suffragata da fatti concreti. Non mi piace questo modo di fare politica che utilizza con estrema leggerezza il pettegolezzo, la diceria, la chiacchiera da comare. Un utilizzo che spesso diventa diffamatorio e che potrebbe e dovrebbe essere sanzionato. Ne uccide più la lingua che la spada (Siracide, 28:18). Chi usa certi metodi lo sa bene.

Luca Craia

lunedì 1 dicembre 2014

Diffusi i dati delle contravvenzioni. Curiosità e perplessità.



Sono stati diffusi nei giorni scorsi dal Comune di Montegranaro i dati raccolti dalla Polizia Municipale e relativi alle contravvenzioni del Codice della Strada rilevate sul territorio comunale nell’arco del 2014 (ovviamente escluso dicembre). I dati parlano del numero delle multe elevate, degli articoli contravvenuti ma anche di età dei multati, di fasce orarie e di zone maggiormente “indisciplinate”.
Intanto è interessante notare che la stragrande maggioranza delle sanzioni riguarda la violazione di articoli relativi a sosta e fermata. Tutti sappiamo come si parcheggi male, irrispettosamente, incivilmente nel nostro paese e i dati confermano questa convinzione. Del resto basta farsi un giro nelle ore di punta per rendersi conto di quanta maleducazione esista nel parcheggio delle vetture.
Altro dato che conferma quanto si sapeva è che la gran parte delle contravvenzioni sono cadute in viale Gramsci dove, si sa, il parcheggiatore incivile da il meglio di sé.
Interessante anche vedere le fasce orarie e l’età dei multati. Sono dati forse non così importanti ma che indicano una realtà su cui ragionare. E quindi ragioniamo.
Intanto è curioso che le multe per eccesso di velocità siano pochissime. Andiamo tutti piano (ma non mi pare) oppure non vengono effettuati controlli in questo senso?
L’età dei maggiormente multati va dai 30 ai 66 anni. I giovani sono così bravi o gli orari in cui questi si scatenano non sono frequentati dai chi deve controllare?
Le zone in cui si concentrano le multe sono centrali, in particolare in viale Gramsci. Ma tutti sappiamo che in tutte, ma proprio tutte, le vie montegranaresi si parcheggia male. Forse è il caso di controllare anche le strade secondarie.
Non si notano cifre rilevanti per infrazioni che pure vengono notoriamente commesse. Ad esempio l’articolo 155 non figura tra le contravvenzioni eppure di rumori stradali, specie d’estate e specie da giovani alla guida di ciclomotori ce ne sono eccome.
Insomma: bene la diffusione dei dati, segno di trasparenza; molto bene che si stia finalmente intensificando il controllo e la richiesta di disciplina. Ma bisognerebbe allargare l’intervento a tutto il codice della strada.

Luca Craia