domenica 6 luglio 2014

Antonelli scoperchia il pentolone. La questione è nelle deleghe.



Le premesse dell’attuale amministrazione comunale appena insediata (appena si fa per dire, è passato più di un mese e sarebbe legittimo aspettarsi qualche intervento) sono piuttosto fosche e non danno grandi speranze per il futuro. Come dice stamane il Presidente del Consiglio Comunale sul giornale, non si nota alcuna discontinuità con le amministrazioni del passato, recente e non. Ci si muove a tentoni, si improvvisa, manca un progetto, una visione di insieme, e si dimostra fin da subito che il programma elettorale tale era e rimarrà: una lista di buone intenzioni, la maggior parte delle quali consapevolmente irrealizzabili.
Parlo da uomo deluso, che aveva visto, anche se con uno scetticismo di fondo che, ahimè, per esperienza mi rimane ogni qualvolta devo fare un atto di fede, una qualche speranza per la mia città in questa nuova stramba coalizione. Una delusione che si è concretizzata, dopo varie avvisaglie, negli ultimi giorni in cui abbiamo visto muovere i primi passi al Sindaco e alla sua squadra. Passi incerti, traballanti, titubanti circa la direzione da prendere per non scontentare questo o quello, farsi amico quello o questo, mantenere unita una compagine che unita, evidentemente, non è mai stata se non dalla necessità di battere Gismondi, Basso e compagnia. Una volta fatto questo, come temevo, l’assenza di un progetto vero si evidenzia.
Il Sindaco ha tenuto per sé deleghe importanti, come la cultura e la santità. Non mi pare mancassero le competenze negli uomini a sua disposizione per poterle distribuire e farle lavorare al meglio. Ciononostante le deleghe non sono state assegnate. Questo è un segnale preciso, che attesta contemporaneamente la necessità che ha il Primo Cittadino di mantenere in sé il controllo della situazione avendo come alleati personaggi che tutto sanno fare meno che i comprimari se non i sottoposti, e l’esigenza di non scontentare nessuno. Il risultato è, da una prima analisi, sconfortante.
Cultura: si è detto che la delega non è stata assegnata per avere più collegialità nelle decisioni. Di fatto pare evidente che l’amministrazione comunale patisce, e non poco, le pressioni dei gruppi di potere identificabili nelle associazioni che più smuovono, a livello economico e non culturale, in città. Da ciò nasce un comportamento inspiegabile che va a incaricare realtà fondamentalmente incompetenti di compiti a loro alieni, solo allo scopo di soddisfarne le ambizioni. Anziché partire dall’esistente, come sarebbe logico e intelligente, rispettando le conoscenze, il lavoro svolto, i risultati ottenuti e sostenendo le azioni che finora hanno prodotto positivamente, si innescano processi autodistruttivi che servono solo a fare aumentare la forza politica di associazioni che si occupano d’altro mandandole a interferire senza alcuna logica con l’operato di altre che, invece, competentemente hanno portato avanti, negli anni e con sacrifici, un percorso fruttifero per la collettività. Si sta dimostrando incompetenza, pressapochismo, mancanza di autorevolezza e, soprattutto, che le parole spese in campagna elettorale tali erano: parole.
Sanità: parte da lontano il disastro della sanità nostrana e politici, imprenditori, varietà assortite di genti dedite alla vita pubblica per interessi lontani da quelli comuni si sono ingrassati su queste problematiche, creandosi carriere politiche, intrecciando rapporti, inventandosi associazioni unipersonali che ancora tengono in scacco chi amministra. Anni di politica inutile se non ai propri tornaconti hanno prodotto prima la chiusura dell’ospedale, poi la sottrazione di ogni servizio sanitario locale a favore di città che sono state in grado di proporre politici più accorti e lungimiranti dei nostri. Oggi che si verifica la possibilità di realizzare un polo sanitario nel nostro complesso ospedaliero ormai vuoto seppur ancora valido vediamo l’incapacità incipiente dell’attuale amministrazione di proporsi e portare avanti le istanze della nostra città, come è costretto a denunciare il Presidente del Consiglio Comunale che, pure, è parte della stessa maggioranza. Stiamo perdendo un altro treno.
Montegranaro, negli anni, ha visto sparire, per incapacità politiche, l’ospedale, il poliambulatorio, l’Inps, la Sutor, il teatro, la gente. Ora rischiamo di uccidere sul nascere il turismo e le nuove opportunità sanitarie. Cercate di rinsavire, per favore, o  andate ad occuparvi d’altro.

Luca Craia

La cultura non è priorità. Il centro storico neanche.



Cosa ci si poteva aspettare, d’altronde, da un’amministrazione in cui la delega per la cultura non viene assegnata ma rimane in mano al Sindaco per poi “spalmarla” tra i vari assessori in modo tale che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra e nemmeno quella di mezzo? Nient’altro che questo: il teatro La Perla non è una priorità per il 2014, leggiamo oggi dal Corriere Adriatico, semmai ne parliamo nel 2015. Forse.
Già, ma si sta predisponendo una bella stagione estiva, creata sulle spalle delle associazioni, almeno di quelle che si presteranno a questo giochino. Non si spenderà un centesimo, o forse qualche decina di Euro, per queste iniziative, nelle quali saranno protagoniste le solite realtà che, comunque, ne approfitteranno per far cassa propria o per darsi un po’ di visibilità. Nel frattempo che si fa?
Si pulisce dal guano in Teatro Novelli, come dice sempre il solito Corriere Adriatico. Peccato che l’iniziativa non sia dell’attuale amministrazione ma dell’ormai lontano commissario Ianieri che accolse un appello di Arkeo che, in tutto questo gioco “culturale” non viene sistematicamente interpellato e di cui, ancora una volta, il giornale di cui sopra si dimentica. Il guano sì ma, se non ci sono i soldi nemmeno per aprire il La Perla, figuriamoci per il semidistrutto Novelli.
Però per il Palazzetto dello Sport storico i soldi si troveranno e anche in fretta. L’assessore allo sport sembra essere ben più pesante di quello alla cultura e del centro storico messi insieme, che sono il Sindaco stesso e quel Beverati che dovrebbe, insieme al recupero del vecchio castello, promuovere il turismo. Quindi sport 1 cultura 0.
Recuperare il centro storico senza un teatro è difficile. Promuovere il turismo senza un centro storico visitabile è quali impossibile, noi di Arkeo lo sappiamo bene, visto che siamo gli unici ad essercene occupati da anni tra la derisione di chi, oggi, si propone per rimpiazzarci.  Eppure in cinque anni abbiamo portato i visitatori organizzati annui da 0 a quasi 4000 unità, con dati in costante crescita. Nonostante ciò l’assessore competente non ci fila di striscio o quasi, preferendo accogliere le richieste dei soliti monopolisti o delle solite personalità altolocate.
Tutto questo tra il guano di piccione che, se viene tolto dal piano nobile del Comune, rimane permanente tra le vie del paese vecchio, visto che nessuno lo viene a togliere e visto che ancora non si ha la più pallida idea di cosa fare coi piccioni. Il buon giorno si vede dal mattino. Auguri Montegranaro.

Luca Craia

venerdì 4 luglio 2014

Di cosa è fatto il tetto del capannone comunale?



Mi sono affacciato alla mia finestra e mi sono chiesto: di cosa è fatto il tetto del capannone comunale di Santa Maria? Sarà mica eternit?

Luca Craia

Ripulito il teatro Novelli. Accolta l’istanza di Arkeo



Il fregio centrale - si notano i danni dell'acqua

È una buona notizia quella che apprendiamo dalla pagina Facebook dell’assessore Roberto Basso: è stato finalmente ripulito il primo piano del Palazzo Comunale, chiuso da anni per una ristrutturazione mai avvenuta e abbandonato al più totale degrado, con un tetto che fa acqua da tutte le parti e aperture che hanno permesso ai piccioni di darne un habitat ideale con conseguente ingente deposito di guano. Il primo piano del Municipio ospita, tra l’altro, quello che era il Teatro Novelli, un delizioso teatrino di fine ‘800 che fu distrutto quasi totalmente per dare spazio all’ufficio anagrafe e, su un soppalco, all’archivio comunale. Del vecchio teatro rimangono due palchetti, diversi fregi tra cui un bellissimo rosone a tempera al centro del soffitto.
La dottoressa Letizia Vallesi e l'ingegner Fabio Alessandrini durante l'ultimo sopralluogo
Già nel 2011 Arkeo si era occupata del teatro, proponendo all’allora Sindaco Gismondi un progetto di recupero dello stesso finanziato da sponsorizzazioni già reperite. Il progetto però fu inspiegabilmente rifiutato dall’amministrazione comunale. Lo scorso marzo facemmo istanza al Commissario Prefettizio Maurizio Ianieri di un atto di indirizzo che dava priorità assoluta al restauro del teatro. L’istanza fu recepita e fummo incaricati dal Commissario stesso di effettuare un sopralluogo insieme al responsabile dei Lavori Pubblici l’ingegner Alessandrini. Durante tale sopralluogo, avvenuto il 14 maggio 2014, si rilevò lo stato di degrado gravissimo dell’intero piano con particolare riferimento ai fregi del teatro e alla volta in camorcanna dello stesso che, interessati da importanti infiltrazioni d’acqua, rischiano il collasso. Si rilevò anche come fosse improcrastinabile un intervento di rimozione del guano di piccione e di chiusura dei pertugi tramite i quali i volatili potevano annidarsi nell’edificio.
Il guano di piccione e carcasse di animali morti. Tutto ciò oggi è stato finalmente rimosso.
Con la notizia di oggi data da Basso, che apprezzabilmente spiega che l’iniziativa parte dal commissario e non dall’attuale amministrazione, si è fatto un primo piccolo passo verso il recupero di questo bene culturale importantissimo per Montegranaro, fermo restando che l’intervento di ristrutturazione non è rinviabile e, come asserito in campagna elettorale dall’attuale maggioranza di governo, dovrà essere prioritario.

Luca Craia

giovedì 3 luglio 2014

Piccionman e il nuovo corso montegranarese



Gotham City, ore 00.15. Un telefono squilla.
-         Pronto, chi cxxxo ad’è a st’ora?
-         So zita Lisetta, Piccionman. Scusa, non me so ricordata che là ad'è notte!
-         Oh zi! Che è successo?
-         Un macello!!!
-         Oddio, chi è morto????
-         Nusciù, no no, non è morti nisciù. Ma ce stemo rempienne de merda de picciò natra orda.
-         Ma come? Non era jiti via tutti?
-         Sci, ma ad’è rvenuti natra orda….
-         Porca paletta… e vavè, mo’ c’aete l’assessore nòo nòo, ce penserà isso…
-         A me me pare che ecco, da quando quissi ha vinto l’eleziò, non s’è visto più un scupì manco a pagallo…
-         Ma come? Ci sta l’assessore apposta, c’ha da pensà solo a lo centro storico, e dopo un mese e passa ancora non ha fatto co’? Ma come saria?
-         O cocco, me sa che ad’è cambiate le facce ma la canzone ad’è sempre quella… qua se voli Cristo gna che te lo preghi.
-         Pozzi guastalli! So capito, me tocca a rvenì a Montegranà, mannaggia a la pupazza….

mercoledì 2 luglio 2014

Parte male l’organizzazione della cultura a Montegranaro



Ho assistito a molte riunioni di associazioni per poter mettere insieme un coordinamento delle stesse e dalla nuova amministrazione mi aspettavo di più, invece, al primo tentativo, ho assistito all’ennesima inutile riunione. Un incontro che non è servito a nulla se non a dimostrare una scarsissima conoscenza delle problematiche che riguardano il mondo associativo e un’altrettanto scarsa volontà di porvi rimedio. Non si è investita, ancora una volta, la Pro Loco di alcun ruolo istituzionale di coordinamento, anzi, si è parlato addirittura di ulteriori organismi di confronto svuotandola ulteriormente di significato. Non si sono comprese le dinamiche che muovono i rapporti tra le varie realtà associative preferendo accontentare questo o quell’amico (o farsi amico qualche nemico), senza tener conto delle specifiche competenze, del lavoro fin qui svolto, dei risultati. Non si è rispettata la peculiarità delle singole realtà preferendo mettere insieme tutti a fare tutto. Va anche considerato che, alla riunione in questione, mancavano numerosi sodalizi pure importanti. Insomma, nulla è cambiato, anzi, forse stiamo peggiorando. Si fa in tempo a correggere.

Luca Craia

I Palestinesi ora hanno torto marcio. Senza alibi.



Hanno avuto tutto il tempo, il modo, il sostegno politico internazionale per poter far valere le loro ragioni. Non lo hanno sfruttato preferendo la lotta armata, la violenza, la delinquenza allo stato puro alla politica, alla trattativa, alla ragionevolezza. Eppure il Popolo Palestinese aveva tutti i diritti di essere sostenuto, ascoltato, compreso, e la loro causa era una causa giusta, da condividere. Uso il passato, perché oggi non è più così. Dopo anni di attentati, di guerra civile, di bombe, morti, fiumi di sangue, oggi l’ultimo capitolo, il rapimento dei tre ragazzi israeliani, innocenti, civili, rapiti vigliaccamente e uccisi ancor più vigliaccamente, segna definitivamente la parola fine sulle ragioni dei Palestinesi e ne sancisce, da oggi in avanti, il torto, li porta sulla parte sbagliata della storia, annulla ogni residua ragione, distrugge ogni motivazione di solidarietà. Perché oggi i Palestinesi hanno deciso di non volere più avere ragione, ma di volere essere considerati terroristi, assassini, delinquenti della peggior specie. Con questo non sto condannando un popolo. Sto condannando i leader di un popolo e una cultura che ormai condivide questo modo di agire come se fosse un modo di fare politica. Essa è solo violenza, non più giustificabile, non più giustificata. Oggi i Palestinesi hanno perso il diritto a chiedere giustizia per la loro causa perché si sono dimostrati sanguinari, ottusi, criminali quanti chi era ed è il loro nemico. La causa palestinese è persa per tante ragioni. Ma è persa, oggi più che mai, per causa dei Palestinesi stessi.

Luca Craia