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giovedì 26 gennaio 2017

Regolamento case popolari. Antonelli è solo. E si convoca un Consiglio strano.



Nei giorni scorsi, mantenendo fede alla promessa fatta qualche tempo fa, il Presidente del Consiglio Comunale, Walter Antonelli è tornato sulla questione della riforma del regolamento per l’assegnazione degli alloggi popolari, necessaria per riequilibrare dei criteri decisamente sbilanciati a sfavore dei cittadini italiani, inviando una missiva ai colleghi consiglieri per chiedere la costituzione di un tavolo di discussione. La risposta, a dire il vero, è stata tiepida, nel senso che tutti hanno lasciato la palla in mano ad Antonelli attendendo sue iniziative ma, comunque, dando disponibilità per un confronto sul tema.
In suo soccorso, come era lecito aspettarsi visti i rapporti a dir poco rugginosi, non è venuta la sua maggioranza. A quanto si apprende, nella riunione dei Capigruppo tenutasi due giorni fa, la proposta di Antonelli è stata trattata con una sorta di “armiamoci e partite” o, meglio, un “armati e parti”. In sostanza è stato chiesto al Presidente di elaborare una proposta che, semmai, verrà valutata. Neanche fosse un membro della minoranza. Antonelli è solo.
Nella stessa riunione dell’altro giorno si è stabilito l’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Comunale, fissata per mercoledì 1 febbraio in prima convocazione e venerdì 3 febbraio in seconda, sempre alle 19,30. Si tratta di un ordine del giorno strano, con tre soli punti che non suscitano nemmeno tanto interesse: oltre alle rituali “comunicazioni”, si parlerà del regolamento per la rottamazione delle cartelle e di una variante al PRG. A meno che le comunicazioni non presentino qualche succosa sorpresa, alle 20,30 presumibilmente i Consiglieri potranno andare a cenare con tutta tranquillità. Qualche punto in più si poteva inserire.
Ribadita, invece, la volontà di convocare un Consiglio Comunale aperto sulla crisi della calzatura. Anche qui c’è qualcosa di anomalo, sia perché il Consiglio è stato chiesto e voluto da quella CGIL che tanto potere esercita sui nostri amministratori, sia perché non ne si capisce l’utilità. Sarà forse l’occasione per qualche imprenditore per presentare pubblicamente delle lamentele sullo stato delle zone industriali ma, in fatto di iniziative realmente importanti a sostegno del nostro comparto industriale, non credo che la strada sia un consiglio comunale convocato dalla CGIL. Si poteva fare molto prima, si potrebbe fare molto adesso, ma le iniziative di facciata come queste fanno più danno che altro.
                                      
Luca Craia

venerdì 13 gennaio 2017

La Mancini come Breznev. Ma Antonelli come fa?



Quelli che hanno qualche annetto di più ricorderanno come funzionava in Unione Sovietica: il capo del PCUS, il Partito Comunista dell’Unione Sovietica era anche, seppure informalmente, il capo del Governo e dello Stato, anche se, a occupare quei posti ci fosse stato qualcun altro e non necessariamente in quest’ordine. Memore dei fasti del passato e di quel poco, pochissimo direi, che rimane di comunista nel DNA degli esponenti PD attuali, la Sindaca di Montegranaro, Ediana Mancini, da capo dell’esecutivo cittadino si fa, da se stessa medesima, capo anche del Consiglio Comunale, esautorando di fatto il Presidente in carica, Walter Antonelli. Nell’URSS non era mai perfettamente chiaro chi comandasse, specie nel primo periodo, quando Lenin e Stalin erano in competizione. Così anche a Montegranaro non è chiaro chi comandi, se la Mancini, appunto, che ne avrebbe la carica, o il capo del PCUS… ops… del PD locale, Roberto Basso, se non il capo-ombra, Aronne Perugini. Fatto sta che pare chiaro come al Presidente del Consiglio Comunale non venga dato alcun peso. E non solo nel caso della convocazione del Consiglio Comunale aperto anticrisi.
Verrebbe anche il sospetto che comandi il Sindacato, quella CIGIL che troviamo molto spesso, tra ingerenze e incarichi diretti, tra le pieghe della nostra amministrazione pubblica. Ricorderete il caso della convenzione tra il Comune di Montegranaro e la stessa CGIL per la fornitura dei servizi sociali, convenzione stipulate senza sentire gli altri patronati presenti sul territorio, oppure il veto posto dallo stesso sindacato per la riforma del regolamento di assegnazione degli alloggi popolari. Ora, addirittura, la CGIL convoca i Consigli Comunali. Insomma, non sappiamo esattamente chi comandi a Montegranaro ma certo le regole della democrazia sembrano soffrire leggermente. Appena appena.
In tutto questo viene da domandarsi: ma Antonelli come fa a sopportare tutto questo? Viene sistematicamente offeso, personalmente e istituzionalmente dalla sua maggioranza, addirittura gli aprono e leggono la corrispondenza personale, ora arrivano ad esautorarlo dal suo ruolo di capo del Consiglio Comunale. Antonelli è uomo paziente, lo conosco, ma a me tutto questo pare un po’ troppo.

Luca Craia

mercoledì 7 dicembre 2016

La misteriosa lettera di Cantone e Antonelli. La riservatezza della corrispondenza.



Vorrei tornare brevemente sulla questione della lettera del Presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, inviate al Presidente del Consiglio Comunale di Montegranaro, Walter Antonelli, in risposta alla sua richiesta di un parere circa la questione della presunta incompatibilità di Paolo Gaudenzi a consigliere di amministrazione della Farmacia Comunale. Ci sono alcune cose che non comprendo e mi piacerebbe che queste vengano chiarite.
La prima è questa: Antonelli ha sempre parlato di una corrispondenza volta a ottenere un parere dall’autorità competente. Ubaldi parla di un esposto. Di cosa si tratta, in realtà? Sono due cose ben diverse: la richiesta di un parere è un atto che serve a togliersi dei dubbi, un esposto è un atto volto a denunciare un illecito. Cosa diceva esattamente la lettera di Antonelli a Cantone?
La seconda perplessità: come mai una corrispondenza diretta personalmente al Presidente del Consiglio Comunale arriva in mano a Sindaco e Vicesindaco che, addirittura, ne divulgano i contenuti, uno in Consiglio Comunale e l’altro sul giornale? Non c’è stata alcuna autorizzazione da parte di Walter Antonelli, quindi se ne deduce che non sia stato lui a fornire il testo ai colleghi di giunta. Ma anche se questo fosse avvenuto, come mai il Sindaco e il Vicesindaco si sono sentiti autorizzati a rendere pubblico quanto scritto in una corrispondenza privata? Non c’è riservatezza nella corrispondenza del Presidente del Consiglio Comunale? Mi sembra una cosa piuttosto grave, perché il Presidente è un pubblico ufficiale e dei suoi atti non deve e non può rendere conto a nessuno, tantomeno a Sindaco e Vicesindaco che, in quanto membri del Consiglio Comunale, sono soggetti al controllo da parte del Presidente. Ma se il Presidente non è libero nemmeno di scambiare corrispondenza istituzionale in maniera autonoma e riservata, mi pare che abbiamo un bel problema.

Luca Craia