Visualizzazione post con etichetta villa luciani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta villa luciani. Mostra tutti i post

sabato 3 ottobre 2015

La giungla della vergogna di Villa Luciani



Villa Luciani è l’unica zona di Montegranaro dove veramente giungono persone da fuori in maniera sistematica e costante. Vengono da ogni parte d’Italia a comprare le nostre scarpe e arrivano tutti lì. Le foto che vedete sotto (grazie all’amico Andrea) testimoniano cosa trovano questi visitatori. Questa è l’immagine che diamo del nostro paese.
L’ultima volta che ho pubblicato foto della giungla (perché di questo si tratta) di Villa Luciani, l’assessore Basso si è lamentato perché, diceva lui, l’ho fatto un attimo prima che gli operai andassero a pulire. A quanto pare non hanno pulito granchè e, anche l’avessero fatto, non ci sono più tornati. Lo stato di Villa Luciani è davvero una vergogna: arbusti. Più che erbacce, in mezzo ai marciapiedi, questi ultimi sbrecciati e logori, le strade piene di buche. L'unica zona in ordine è quella di fronte allo stabilimento Prada, perchè se la puliscono da soli. Davvero un bel biglietto da visita, Davvero la prova di un’autentica vocazione turistica. Complimenti.

Luca Craia










mercoledì 29 luglio 2015

Villa Luciani terra di safari.




Per fortuna che l’assessore al turismo punta tutto sulla calzatura. Affossa il Veregra Street, ne mortifica il direttore tanto che, se rimane a Montegranaro e non se ne va a organizzare una cosa in concorrenza in lidi più accoglienti è un miracolo, lancia l’idea geniale del festival della calzatura per il quale si prevedono flussi di visitatori da tutto il mondo tanto che toccherà aprire una cinquantina di alberghi e poi…
Villa Luciani, zona di outlet, un’area dove ogni fine settimana davvero arrivano centinaia di persone da fuori per fare acquisti, viene tenuta come fosse la savana. Ci manca Simba in mezzo alla strada e ci sono tutti gli elementi: erbacce alte, arbusti, incuria, sporcizia. L’unica parte che si salva è a monte di via Alpi, sulla sinistra, dove il proprietario di una fabbrica che ci si affaccia, a sue spese, fa pulire regolarmente. Per il resto è l’assenza totale di ogni cura, di ogni senso estetico e pratico. Addirittura alcune voci dicono che diversi imprenditori della zona stiano valutando l’ipotesi farsi carico delle spese per tenere in ordine per poi rivalersi sul Comune tramite la TARI.
E poi il vicesindaco lancia i suoi strali da Facebook contro chi pubblica foto e si lamenta del degrado in cui è finita Montegranaro. Costoro (mi ci metto anch’io perché, chissà perché, penso che ce l’abbia un pochino anche con me), secondo il buon Ubaldi, sarebbero persone che denigrano il paese, che lo danneggiano. Mentre l’amministratore che lo lascia scivolare nel degrado che vediamo nelle foto che ho appena pubblicato su Facebook no, quello è un bravo amministratore.  Avevo capito che si voleva fare turismo con le scarpe, ma qui pare che lo si voglia fare coi safari. Mancano i leoni ma, intanto, in piazza Mazzini si ruggisce.

Luca Craia


mercoledì 17 giugno 2015

Montegranaro e l’acqua che va in su



In su l’acqua non ci va, nemmeno a Montegranaro, a meno che non la si pompi. Però Montegranaro si distingue per essere uno dei pochi paesi in collina che si allaga. Si allagano le strade in salita (o in discesa), diventano trappole micidiali, specie se piove di notte, specie se nessuno va a mettere un segnale di pericolo, una sbarra a chiudere la strada. E non capita una volta per caso, per sfortuna, per una concatenazione di sfortunati fattori: si ripete ad ogni pioggia, ogni volta più grave.
Ieri sera la strada comunale che dai “vagli” scende verso il Chienti, verso il Torrione, per capirsi, era una cascata di acqua, fango e detriti. In tempo reale me l’ha segnalato un lettore del blog e le sue foto sono andate online immediatamente per cercare di evitare a qualche automobilista di finire in quel pasticcio. Perché finire in quel pasticcio non dovrebbe essere stato bello per niente.
È almeno la seconda volta che quella strada diventa una trappola pericolosa e rischia di diventarlo ogni volta che piove. E io mi domando perché non si interviene. È una strada secondaria ma molto frequentata e collega Montegranaro alla valle del Chienti semplificando e accorciando il tragitto. Dovrebbe essere prioritario renderla sicura. Invece la si lascia diventare un fiume. Si preferisce intervenire elettoralmente su strade più visibili, più remunerative per i voti, ci si fanno i selfie con le macchine per l’asfalto. E poi si lascia una strada come questa completamente incustodita.
Mi si risponderà che non c’è stato tempo per intervenire e sarà falso, tutti lo sappiamo, come sappiamo che quella strada è pericolosa da sempre. Mi si potrà anche rispondere che non ci sono soldi, che i debiti e blablablà. Ma i soldi per altre cose ci sono e pure tanti, credo che la sicurezza dei cittadini sia più importante. Mi si potrà rispondere che occorre un grande progetto ed è vero, ma controllare i canali di scolo e le caditoie e verificare che le coltivazioni lascino liberi i fossi non richiede progetti ma organizzazione nell’ordinaria manutenzione.
Occorre la diligenza del buon padre di famiglia. È una cosa elementare ma manca dalla politica da troppo tempo. Ogni volta arriva qualcuno e ci dice che rappresenta un nuovo modo di fare, che le cose con lui cambieranno, che vedrete e piripin e poropon. Poi vince le elezioni e manda l’acqua in salita. Ma non fa niente di mirabolante: prosegue soltanto un processo di degrado.

Luca Craia