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venerdì 4 marzo 2016

Il ricorso sui rifiuti. La politica del fare (errori)



La saggezza popolare dice che chi non fa non sbaglia e che, quindi, quando si opera si possono commettere degli errori. Il problema è che quando si sbaglia quasi tutto pur facendo quasi niente c’è evidentemente qualcosa che non va. La faccenda dell’appalto dei rifiuti è stata nebulosa fin dall’inizio: ritardi lunghissimi per l’apertura delle buste, sospetti e voci di corridoio su presunti errori nel bando, reticenze nel rispondere alle richieste di accesso agli atti, trasmissioni di documenti ufficiali tramite Whatsapp. Ora arriva il ricorso di una delle ditte che hanno partecipato e non vinto. Quando le cose nascono male…
Non voglio sospettare la malafede, anche se sarebbe legittimo, vista la sequenza infinita di comportamenti difficili da spiegare, ma che ci sia stata superficialità e un modus operandi poco limpido sta sotto gli occhi di tutti. Ora si aprono scenari in cui tutto è possibile, dalla rapida soluzione del ricorso con un nulla di fatto al blocco dell’assegnazione dell’appalto. L’ipotesi peggiore sarebbe apocalittica per Montegranaro è forse sarebbe bene iniziare a pensare a come cavarsela nel caso si verifichi.
Rimane una forte perplessità sulla gestione di tutta la faccenda. È curioso, infatti, che proprio lo schieramento che aveva fatto della trasparenza il suo motto in campagna elettorale ora si trovi in questi pasticci proprio per la mancanza di trasparenza. A che pro, poi, se prendiamo per assunto che non ci sia stata malafede, non si capisce. Sempre che non ci sia stata malafede.

Luca Craia

lunedì 24 agosto 2015

Ancora si fa opposizione all’opposizione



La cosa che più mi stupisce riguardo alla sentenza del Tar sulla cosiddetta “Variante Bisacci” non è tanto la mistificazione mediatica che vi si sta intessendo attorno, facendo passare un pronunciamento nel merito amministrativo come una sentenza che possa spazzare via altri tipi di complicazioni, quanto l’ansia di dimostrare quanto sia stata cattiva l’opposizione ad utilizzare la questione sul piano politico. In realtà, come ho avuto già modo di dire, la rilevanza maggiore di tutta la vicenda è, appunto, politica. La sentenza del Tar attesta la possibilità di agire, da parte del Sindaco, con assoluta discrezionalità in materia di piano regolatore. Questo non implica, però, il fatto che le scelte non debbano avere una giustificazione politica.
Ecco, questa giustificazione politica, la spiegazione all’elettorato del perché è stata effettuata una scelta in questo senso (avendone fatte altre, su situazioni del tutto simili, in senso contrario) ancora non è stata spiegata. Però c’è stata la furiosa ricerca della rivincita, della dimostrazione del fatto che l’opposizione avrebbe sbagliato. Io non so se l’opposizione abbia sbagliato o giocato semplicemente il suo ruolo. Non so nemmeno se la notizia della ventilata indagine penale sia reale o no. So soltanto che finora a tutto si è pensato tranne che a rendere l’elettorato edotto di motivazioni, scelte e conseguenze di quanto sta accadendo. E questo credo che sia il dato più rilevante, specie di fronte a chi ha fatto della trasparenza un cavallo di battaglia che, ad oggi, è rimasto ancora al palo.

Luca Craia

giovedì 24 aprile 2014

Ianieri ha sbagliato a chiudere la Montegranaro Servizi? Ad alcuni pare di sì.



In questa campagna elettorale stiamo vedendo cose che voi umani eccetera eccetera: colpi bassi, attacchi personali, insulti, velate minacce denotano, oltre che un clima teso e avvelenato, anche e soprattutto pochezza di idee e di progetti, una pochezza che porta lo scontro su un piano quasi fisico e che non promette nulla di buono per il futuro.
La stampa, in questa situazione, sta facendo un ottimo lavoro per cercare di rimanere neutrale e non favorire questo o quel candidato. Non tutta però: mi riferisco all’articolo apparso sul notiziario online “La Provincia di Fermo” riguardante un ricorso presentato dall’amministratore della Montegranaro Servizi contro la decisione del Commissario Ianieri di chiudere la società (di cui il Comune è proprietario al 100%) perche è la stessa risulta, oserei dire oggettivamente, antieconomica. Non scendo nel merito della decisione del dottor Ianieri anche se la stessa è stata bene accolta dalla maggioranza delle forze politiche cittadine mentre quelle che hanno governato fino a ieri si sono limitate a non commentare la disposizione del Vice Prefetto e Commissario per Montegranaro.
L’articolo in questione, invece, già dal titolo sembra godere del fatto che anche il Commissario subisca ricorsi (così come le amministrazioni Gismondi e Basso ne hanno subiti di innumerevoli, e così come sono innumerevoli ormai le sentenze contrarie in cui il Comune è stato costretto a soccombere). L’articolo, non firmato, sembra compiacersi del ricorso e, in qualche maniera, vuole sottolineare che anche il Commissario sbaglia e che forse aveva ragione l’ex sindaco a voler mantenere in piedi una società la cui utilità rimane, comunque, tutta da dimostrare mentre la cui onerosità pare evidente. La testata giornalistica online non è nuova a dimostrarsi molto amichevole con l’ex sindaco montegranarese, e in questa campagna elettorale sembra quasi diventare un organo di informazione ufficiale e di parte piuttosto che un notiziario imparziale. Sono scelte editoriali. E sono segni di come vanno le cose a Montegranaro.

Luca Craia

lunedì 13 gennaio 2014

SPAZIO APERTO AI CANDIDATI - La vicenda della bocciatura del TAR del “Villaggio della moda” - di Walter Antonelli



Walter Antonelli

La vicenda della bocciatura del TAR del “Villaggio della moda” certifica una gestione dell’Urbanistica a Montegranaro in modo approssimativo e compiacente.   Sulla vicenda non voglio dare un parere tecnico e giuridico, ma  quello del cittadino contribuente. Il  “Villaggio della moda” è stato bocciato sulla base delle considerazioni fatte da noi di “Progetto Veregra” nei Consigli comunali in cui si sono votate le delibere. Vi sono altri casi che confermano il modo anomalo della gestione urbanistica a Montegranaro:  cito  “la Calepio” un progetto che prevede un consumo di suolo importante, dove le garanzie fideiussorie per le opere di urbanizzazione si sono vanificate non senza colpa di chi avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto non so se per incapacità o condiscendenza . La cooperativa “Veregra” ha costruito un immobile che i Giudici nella sentenza, hanno definito come se fosse stato costruito senza licenza edilizia, quindi completamente abusivo.
A Montegranaro vi è il condominio Palmatea in via Baden Powel, costruito con licenza edilizia rilasciata nel 2004, dove ancora una volta la garanzia fedeiussoria prevista a tutela della realizzazione delle opere di urbanizzazione non tutela gli acquirenti degli immobili i quali pur abitando in un appartamento che ha ottenuto regolare agibilità vivono con servizi da terzo mondo.
Queste sono tante storie che hanno come comune denominatore il mettere in luce una cattiva gestione dell’Urbanistica, gestita negli ultimi 10 anni da Gismondi,  che ha pesanti ripercussioni economiche sulle  casse comunali per quanto riguarda le spese legali e di consulenza.   Nel solo  caso Calepio si parla di centinaia di migliaia di euro che non vengono risarciti dai   cattivi Amministratori ma da noi cittadini.  Quindi non c’è da sorprendersi se a Montegranaro da anni l’addizionale IRPEF è al massimo consentito dallo Stato, ed entro il 24 gennaio si dovrà pagare la mini-IMU per l’aumento dell’aliquota prima casa introdotta solo in 8 paesi dei 40 della provincia di Fermo. Tale politica urbanistica, tendente a favorire alcuni pochi privilegiati a danno della comunità,  comporta oltre a danni economici, notevoli disagi per le mancate opere di urbanizzazione.