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venerdì 25 marzo 2016

Il merito di Salvini



Salvini, in linea di massima, non mi piace nè mi dispiace. Talvolta concordo su alcune sue posizioni, su altre no, ma va detto che, comunque, ha portato la Lega a essere un partito moderno e più concreto rispetto a quello dei tempi di Bossi, in cui campava solo di slogan e demagogia. Oggi la Lega è un partito che può governare, che ha una sua connotazione politica e, soprattutto, non parla più di stupidaggini come secessione e fantomatici popoli italici e celtici.
Ma, a parte tutto questo, Salvini ha un grande merito: quello di farsi detestare. Non è da tutti suscitare tanto odio ma Salvini ci riesce, probabilmente suo malgrado, e così facendo ci mostra inequivocabilmente la parte più brutta, becera, cattiva e violenta dei suoi avversari. Se ci facciamo un giro sui social network troviamo una tale quantità di insulti nei suoi confronti da riempirci un tomo di ragguardevoli dimensioni.
Salvini ci mostra la parte antidemocratica della sinistra, quella sinistra che dovrebbe fare della tolleranza la sua bandiera ma che si scopre profondamente intollerante nei confronti di chi ha idee marcatamente distanti dalle sue. Ci fa vedere, Salvini, una sinistra che va ai suoi comizi per impedirgli di parlare, in modo molto democratico, non c’è che dire; una sinistra che lancia oggetti, che vocia, che insulta, che rifiuta ogni tipo di confronto rifugiandosi in posizioni di principio, ideologiche, blindate; una sinistra che si mostra incapace di essere democratica, di ascoltare l’avversario e contraddirlo con argomentazioni anziché con insulti.
Salvini non mi è particolarmente simpatico. E non mi diventa simpatico nemmeno in quanto oggetto di tanta violenza verbale (e non solo: sono convinto che molti, lo avessero tra le mani, non si limiterebbero all’insulto). Però gli sono grato perché ha stanato la carogna a sinistra, quella che si reputava fosse prerogativa unica della destra più estrema. Salvini, oggetto di tanto odio, dimostra in maniera lampante che l’idiota sta da tutte le parti e che il fascista non porta necessariamente il fez e la camicia nera: a volte alza il pugno e canta Bella Ciao.

Luca Craia

martedì 15 dicembre 2015

Walter Antonelli contesta la Tasi e attacca la sinistra



Il 16 dicembre è il termine ultimo per pagare la TASI, una tassa odiosa perchè colpisce le prime case spesso frutto di sacrifici e privazioni. Un cittadino dopo anni che paga la rata del mutuo si vede richiedere una gabella dal proprio Comune. Queste sono motivazioni sufficienti per essere contrario alla sua introduzione.
A rafforzare tale convincimento a Montegranaro vi è il fatto che nel 2014 per evitarla si è aumentata l'IMU in alcune categorie catastali a scopo compensativo, ora che si introduce la Tasi con l'aliquota vicina al massimo, si continuano a lasciare i precedenti aumenti IMU.
A chi afferma che non si poteva evitare, vorrei ricordare che era un nostro impegno elettorale, dicevamo come reperire le risorse, davamo come esempio la negoziazione delle tariffe gas e luce che avrebbe consentito un risparmio strutturale, ma nulla si è fatto in tal senso. Si poteva e si doveva agire sulla spesa, liberando le risorse necessarie per evitare la TASI, un nuovo salasso per i nostri concittadini, per esempio si potevano ridurre le spese di sponsorizzazioni onerose. Il nostro esecutivo ha scelto la strada più semplice, quella della tassazione e non ha percorso la strada virtuosa di rivedere là   dove si poteva ridurre le spese.
Non capisco come la componente di sinistra di questa lista che dovrebbe essere sensibile verso i meno abbienti, possa accettare una politica che penalizza soprattutto tale classe e che la vede in contrasto con la compagine nazionale che ritiene invece necessario abrogare la tassazione della prima casa.


Dott. Walter Antonelli

martedì 6 ottobre 2015

Talebano chi è



Integralismo. Talebani. Ho sentito una storia triste e grottesca di un primo cittadino che appellava un suo amministrato col termine “talebano” perché questi aveva organizzato una serata di approfondimento sulla teoria gender. Talebano, integralista. Che vuol dire? Il Sindaco in questione non è andato alla manifestazione organizzata dal suo amministrato chiamato “talebano”. Non ci è andato perché è fermamente convinto che la teoria gender non esista; del resto il suo partito, che governa il Paese, ha detto e ripetuto che sono tutte frottole. Del resto, a tale manifestazione, un esponente notevole di quel partito, addirittura candidato sindaco un paio di tornate elettorali fa, non senza difficoltà, attaccava l’oratore e contestava quanto da lui esposto senza, però, portare uno straccio di motivazione alle sue argomentazioni. Talebano, integralista. Non è forse più integralista chi un argomento non lo vuole nemmeno sentire trattare? Non è forse più integralista che cerca di impedire che certe manifestazioni si svolgano? Non è forse un talebano chi non si muove di un millimetro dalla propria posizione, non ascolta posizioni contrarie, non si espone alla discussione, al dibattito, al rischio di cambiare idea? Non è talebano chi rifiuta aprioristicamente le teorie contrarie alla sua? E le combatte senza neanche approfondirle, conoscerle? Non è forse talebano un Sindaco che usa certi appellativi nei confronti di suoi amministrati, così, con leggerezza, solo perché non la pensano come lui?

Luca Craia