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sabato 6 dicembre 2014

Attacco dei vandali alla Biblioteca Comunale. Perché?



Perché un ladro dovrebbe commettere un’effrazione e un furto in biblioteca? Cosa pensa di rubare? Quali preziosi oggetti, secondo la logica del ladro, sarebbero custoditi in biblioteca? Libri? Uno che ruba non dovrebbe trovare preziose queste cose. E, infatti, i libri non li ha toccati, il ladro (o i ladri) che, la scorsa notte, sono entrati di nuovo nella Biblioteca Comunale. Forse perché non erano ladri. Forse si è trattato, come dice un caro amico col quale, a volte, mi trovo a concordare inaspettatamente, del  “solito sgarro, di qualche figlio di buona donna che in età infantile deve aver ricevuto pochi calci nel sedere, e che in età adolescenziale gioca a fare il gangster. E che, puntualmente, rimarrà impunito…”.
Hanno portato via un computer, sembra, e qualche spicciolo. Il computer è stato trovato poco distante, rotto. Un atto vandalico più che un furto. Ma perché? Perché contro la biblioteca? Perché rappresenta la cultura, l’unica cosa che ci può salvare, che può salvare anche questi imbecilli?
Ancora una volta dobbiamo testimoniare l’imbarbarimento della nostra società. Una società in cui la violenza diventa sempre più tollerata e applicata, anche nella quotidianità. Dove la gente viene tranquillamente insultata sui social network (io ne so qualcosa), dove un omicida riceve 300 “mi piace” su Facebook per aver ucciso la moglie, dove non si ha più timore di nulla, rispetto di nulla e nessuno. Dove viene rubata per ben tre volte la targhetta di Arkeo sulla porta di Sant’Ugo (e a farlo non sono certo stati dei ragazzini), e questo sembra una sciocchezza ma sciocchezza non è, piuttosto è un brutto segnale. Dove si assalgono le scuole elementari, le scuole medie, la biblioteca. Dove la gente non è più sicura, comincia ad avere paura, invoca ordine. Ma l’ordine parte dalle nostre case e da cosa inculchiamo ai nostri figli. Non c’è videosorveglianza che tenga per arginare la deriva sociale e culturale che abbiamo preso. Servono interventi sull’educazione e sulla repressione, serve attenzione, serve serietà ed esempio. Serve che il mondo degli adulti faccia vedere come ci si comporta partendo dalle piccole cose, come, ad esempio, parcheggiare rispettando gli altri, non urinare per strada, non sporcare. Quando, invece, vediamo le regole più elementari calpestate quotidianamente persino da chi è preposto a farle rispettare anche distruggere la Biblioteca Comunale sembra lecito.

Luca Craia

martedì 25 novembre 2014

Furto da Buffetti. L’imbarbarimento della nostra società



È un problema sociale, anche serio, l’ondata di furti che da mesi, anni, affligge Montegranaro, intensificandosi nell’ultimo periodo. È un problema sociale il quale, a quanto pare, non siamo attrezzati a combattere. Sono furti tutto sommato di poco conto, di poco valore, ma che fanno male a chi li subisce e, soprattutto, preoccupano. E, dicevamo, gli strumenti per contrastare il fenomeno sembrano insufficienti, anche le annunciate telecamere di videosorveglianza non credo potranno arginare più di tanto il fenomeno.
Questa notte è toccato al negozio Buffetti di largo Conti. Hanno aperto una porta laterale forzandola con una certa facilità. Si sono introdotti nel negozio e, mentre suonava l’allarme, hanno portato via velocemente tabacchi, qualche valore, qualche gratta e vinci e sono scappati via a piedi verso i giardini del Campo dei Tigli. Un bottino esiguo di poche migliaia di euro, una modalità che fa supporre l’operato di sbandati, personaggi poco organizzati ma non per questo meno pericolosi.
C’era scoraggiamento nelle parole dei titolari dell’esercizio con cui ho parlato stamattina. Nemmeno rabbia, nemmeno rassegnazione, forse solo la consapevolezza che l’imbarbarimento della nostra società sia forse inarrestabile. E preoccupazione: per il nostro futuro ma anche per la tendenza sempre più violenta che sta predominando nelle coscienze, sia in quelle che la violenza già la praticano nel delinquere sia in chi la sta subendo e pensa a una reazione. Quel che certo è che Montegranaro non è più una città sicura, il paese dove si lasciavano le porte aperte anche di notte ora è un paese assediato dalla delinquenza. Ed è altrettanto certo che davvero poco si possa fare per risolvere il problema, che è generale di tutta la nostra civiltà e che richiede un ripensamento di tanti, forse  troppi, meccanismi andati in panne.

Luca Craia