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sabato 25 giugno 2016

Aggressione al Festival: il Veregra Street che non ci piace



Già nei giorni passati avevo parlato di quanto fosse, a mio modesto parere, negativo il fatto che la festa del Veregra Street si protragga fino a tarda notte. Il motivo principale, ovviamente, è che questo causa pesanti problemi ai residenti e certamente non giova al recupero del centro storico, anzi, produce l’effetto contrario, con un quartiere visto soltanto come scenario della festa ma svuotato del suo carico umano.
La cronaca di oggi, però, ci presenta un altro aspetto forse più grave: l’aggressione al giovane membro dello staff del Festival da parte di un facinoroso, probabilmente sotto l’effetto di alcool o chissà cos’altro (almeno si spera, altrimenti, avesse agito lucidamente, sarebbe una persona ancor più pericolosa di quello che ha dimostrato di essere) ci fa capire che c’è qualcosa che non va sulla gestione della sicurezza.
Avevamo già notato l’assenza dal percorso di Veregra Street della Polizia Municipale. CI sono i Carabinieri e ci sono i ragazzi del servizio stewarding (che, però, in caso di necessità non possono intervenire ma soltanto chiamare le forze dell’ordine). Ma, nonostante la presenza di molti militari, la vigilanza sembra insufficiente, vista la mole di persone che giunge a Montegranaro. Il supporto della Polizia Municipale sarebbe prezioso.
Ma il problema è un altro: lasciare che non si rispettino leggi e ordinanze e si trasformi il centro storico di Montegranaro in un enorme rave party, oltre a danneggiarne fortemente immagine e qualità della vita dei residenti, produce gli effetti che abbiamo letto dalle cronache. Aggressioni, atti vandalici, senso di illegalità diffuso dopo una cert’ora, quando le famiglie si ritirano e rimangono giovani e meno giovani col solo intento di darsi ai bagordi.
Credo che non sia questo lo spirito giusto. Credo che bisogni ritornare dentro certo binari. Veregra Street deve essere un momento aggregativo, culturale e di svago e non può diventare una sorta di Bronx dove ogni imbecille sei senta autorizzato a spaccare la testa a una persona o a portarsi via i cappelli lungo il corso. Purtroppo questa è la direzione che stanno prendendo quasi tutte le feste estive della zona, ma è una direzione sbagliata e molto pericolosa. Si rischia di rovinare tutto e di buttare via qualcosa di prezioso come Veregra Street per colpa di due o tre cretini. Torniamo alle regole, diamoci una regolata.

Luca Craia


mercoledì 21 maggio 2014

Suicidi, omicidi, feste da sballo: la provincia che crolla.



Ha ragione la mia amica Marisa quando dice: “il prossimo che mi parla di tranquilla vita di provincia gli metto le mani addosso”. Si riferisce ai brutti, bruttissimi episodi di cronaca che stanno interessando il nostro comprensorio: la terribile fine della giovane elpidiense buttatasi dalla Torre Gerosolimitana, il rave party montegranarese e l’omicidio odierno di Monte Urano. Tre bruttissimi fatti che hanno in comune un segnale forte di degrado di quella che una volta veniva indicata come un’isola felice, indenne da criminalità e negatività così pesanti. Eppure qualcosa sta cambiando, qualcosa è già cambiato ed episodi come questi, seppur ancora non frequentissimi, destano preoccupazione e fanno pensare a un futuro non più così tranquillo per il territorio.
In particolare il rave party di Montegranaro è forse il fatto più inquietante, perché vede coinvolta la cosiddetta “meglio gioventù”, ragazzi dai 20 ai trent’anni che dovrebbero prendere, a quell’età, in mano le redini della nostra società per sostituirsi ai padri e invece si bruciano il cervello con cocaina e feste da sballo. È da molto che si vocifera di festini ai quali personaggi appartenenti a classi benestanti e, in qualche modo, dirigenti parteciperebbero volentieri. Voci, forse illazioni, ma ora i Carabinieri e la Polizia Municipale hanno trovato con le mani nel sacco, un sacco pieno di polvere bianca a quanto pare, giovani locali dai quali ci si aspetterebbe ben altro, soprattutto l’impegno di portare alto quel nome di onesti lavoratori che le genti di queste terre hanno sempre mantenuto come un vanto.
Spero si tratti di un episodio isolato, mi auguro che non ve ne siano altri in futuro. Ma questo, unito a tanti altri piccoli grandi segnali di smottamento, danno un quadro di una società in procinto di franare. La provincia fermana che si adegua alla società italiana correndo veloce verso lo sfascio.

Luca Craia