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sabato 23 gennaio 2016

Referendum scolastico: resta tutto com’è. Il silenzio dei delusi.



Credo che il risultato del referendum scolastico sia una grande delusione per chi sperava di modificare a proprio piacere (e tornaconto) l’orario scolastico anche e soprattutto a discapito della qualità dell’insegnamento e dei ragazzi stessi. La gente ha votato facendo raggiungere al quesito il quorum necessario per essere valido. Ha votato contro ogni previsione e ha votato per mantenere le cose come stanno. Ha vinto la proposta D, quella che non modifica niente perché non c’è niente da modificare se non per eliminare servizi e abbassare la qualità. E ha vinto nonostante trucchetti come quello di accorpare e sommare il quesito A e B che, invece, volevano stravolgere tutto. Ha vinto contro una campagna formidabile effettuata con ogni mezzo perché passasse il messaggio sbagliato che si doveva tornare all’antico, a quella settimana lunga che non ha una sola ragione positiva di essere. In sostanza ha vinto il buon senso e hanno vinto i ragazzi.
A perdere invece è la politica nella scuola, la strumentalizzazione di tutto, il pressappochismo di chi si lascia strumentalizzare. Ha perso quella brutta politica che da qualche tempo governa o vuole governare ogni respiro di Montegranaro e che ha cercato, fortunatamente senza riuscirci, di impossessarsi anche della scuola cercando di abbassarne la qualità e attaccando il futuro stesso dei nostri ragazzi. Ha perso la cattiveria, hanno perso le malelingue, hanno perso livore e intenti vendicativi.
La scuola ha bisogno di evolversi, non certo di involversi tornando a vent’anni fa. Ora speriamo si metta un punto a capo e si riparta. Coloro che hanno fatto crociate politiche laddove dovrebbe regnare solo l’intento educativo tornino finalmente sui propri passi, tacciano per un po’ e poi comincino a fare davvero l’interesse dei nostri giovani. E comincino a pensare a come migliorare e non a come accontentare il potente di turno. In quanto al potente, sarebbe ora che cominci a trarre le conclusioni del suo scellerato operato, visto che, ultimamente, Montegranaro sta chiaramente dicendo che non ne può più di arroganza e cattiveria.

Luca Craia

sabato 17 maggio 2014

Il centro storico sta dentro le mura!



Capiamoci bene, perché mi pare che buona parte di chi vuole amministrare Montegranaro per i prossimi cinque anni non abbia ben chiaro il concetto. Per centro storico si intende tutta la parte della città inscritta all’interno delle mura castellane. Quello che sta fuori, tecnicamente e strategicamente, non è centro storico. Per cui il mio amico ex Sindaco, Gastone Gismondi, non può rispondere ad una domanda di Marisa Colibazzi su cosa intende fare per valorizzare il centro storico di Montegranaro con un progetto di consolidamento della scarpata di viale Gramsci e con interventi atti a migliorare i parcheggi, sempre in viale Gramsci. Così come la mia amica Ediana Mancini non può rispondere alla stessa domanda con un intervento rivoluzionario sempre in viale Gramsci. Signori miei, viale Gramsci non è centro storico! Il centro storico sta da un’altra parte e duole constatare che si abbia un’idea così vaga di cosa sia, tanto che sono vivamente preoccupato. Servono interventi seri e serve una visione di insieme concreta. E servono i soldi per recuperare la parte vecchia della città. Per ora ci sono solo tanti bei progetti, la gran parte focalizzati altrove. Sono pessimista? Si, per forza, quando si scambia il centro storico con i giardini di viale Gramsci  o con la scarpata c’è poco da essere ottimisti.

Luca Craia

mercoledì 14 maggio 2014

Che brutto futuro, Montegranaro.



Ha perso di tono la campagna elettorale montegranarese. Dopo una partenza scoppiettante, dopo un periodo di violenze verbali mai udite, dopo i manifesti strappati, le denuncie di presunte “vessazioni”, dopo i duelli tra fratelli-coltelli e gli attacchi personali a candidati e parenti degli stessi, ora sembra dormano tutti. Una campagna elettorale che diventa scialba, con argomenti poveri, con un confronto pressoché nullo.
I programmi sono quasi tutti sul tavolo. Lasciano il tempo che trovano, come sempre. Si promette, una montagna di blablablà, progetti faraonici e rivoluzionari, soluzioni per tutto e tutti e, in realtà, leggendo bene, fuffa. Tanta fuffa. Certo, qualche spunto positivo c’è, e facendo una bella cernita tra le tante stupidaggini, facendo una summa tra quel che resta di buono tra tutti e cinque i progetti e facendone uno solo forse, e dico forse, potrebbe venir fuori qualcosa di credibile e realizzabile. In medio stat virtus, dicevano gli antichi. Certo che fare la media tra cinque proposte non è facile. Povero elettore.
Non si parla di come si vuole sviluppare economicamente la città, come la si vuole aiutare ad uscire dalla crisi, come si intende sostenere l’imprenditoria, il lavoro, l’occupazione, l’integrazione sociale. Se ne parla, intendiamoci, ma è un blablablà. Si parla di centro storico, ne parlano tutti, sembrava dovesse essere il campo su cui giocare la partita. Poi si scopre che Stranamore intende per centro storico viale Gramsci, che sta fuori le mura, e che Gastone, che sembra averne un’idea un po’ più precisa almeno puntando sul potenziamento di piazza Mazzini, che sta dentro le mura, vuole però vendersi palazzo Francescani. Per il resto, le case che crollano, la carrabilità, l’incentivazione all’investimento, nulla. Non si parla del progetto Horizon 2020, che potrebbe essere la soluzione di tanti mali, e che scade a breve.
Al di là delle promesse luccicanti, insomma, non c’è nulla di rivoluzionario. E visto che le promesse luccicanti saranno dure da realizzare data la situazione debitoria, quel che resta è una vaga idea di ordinaria amministrazione. Si, sono pessimista, lo ammetto. E fortemente tentato di andare al mare, il 25 maggio, dando retta, per una volta in vita mia, a quel criminale di Craxi. Solo che devo tenere la cripta aperta quel giorno. E chissà che non continui a piovere.

Luca Craia

mercoledì 7 maggio 2014

Arkeo, chi appoggia alle elezioni?



Visto che più di uno mi ha fatto notare che, come Arkeo, abbiamo incontrato solo le liste presenti alle prossime elezioni amministrative non ricollegabili all’ultima amministrazione, vorrei chiarire il punto. Arkeo non ha convocato nessuno ma è stata consultata da alcuni rappresentanti delle liste, nella fattispecie dal Movimento 5 Stelle, Guardiamo Avanti e Montegranaro Riparti, per capire quelle che per noi sono le priorità di Montegranaro. Non siamo mai stati contattati, almeno ufficialmente, da esponenti delle liste che appoggiano Basso e Gismondi. Ma, ripeto, noi non abbiamo cercato nessuno, semmai il contrario. Evidentemente né a Basso né a Gismondi interessa sapere cosa pensiamo di certi argomenti, almeno fino ad oggi.
Abbiamo, invece, chiesto un incontro alle liste Guardiamo Avanti, Montegranaro Riparti e Movimento 5 Stelle per presentare il progetto di restauro del Teatro Novelli redatto dalla dottoressa Vallesi, incontro avvenuto alla presenza della stessa e di rappresentanti ufficiali delle suddette liste. A tale incontro non abbiamo invitato Gismondi e Basso non per volontà di escluderli ma perché lo stesso progetto era stato loro presentato quando erano al governo di Montegranaro ed era stato in qualche modo scartato. Era quindi inutile riproporlo. Quindi ribadisco che Arkeo è a disposizione di tutte le forze politiche che vogliano consultare la nostra associazione, che Arkeo non appoggia nessun candidato, che Arkeo non “convoca” nessuno. Abbiamo le nostre idee e i nostri progetti che sono a disposizione della città e, per città, intendiamo tutta la città. Chi li vuole conoscere deve solo chiedercelo, oppure leggersi quello che abbiamo già a suo tempo pubblicato.

Luca Craia

domenica 27 aprile 2014

Presentate le liste. Le proposte sembrano più chiare. Ma non tanto.



Che Basso non vinca le elezioni mi pare piuttosto chiaro, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche dello stesso. Però va detto che è riuscito a mettere insieme una lista di tutto rispetto, con nomi importanti e stimati che sicuramente riusciranno a compensare i voti che si perderanno per la scarsa presentabilità di altri personaggi noti agli elettori per la loro azione politica a dir poco discutibile. È comunque stupefacente come il plurisindaco astrale riesca ancora a meritare tanta credibilità da riuscire a convincere persone più che rispettabili e spendere il proprio nome per lui.
Oggi credere a Basso equivale a credere a Gismondi. Non sono due facce della stessa medaglia, sono la stessa faccia, cangiante a seconda di come inclini la superficie, in una sorta di caleidoscopio politico che cambia colori e forme ma la sostanza rimane immutata da anni. Eppure entrambi gli schieramenti riescono a raccogliere candidature importanti e ad acquisire, in questo modo, quella credibilità persa nell’agire. È evidente che si punta tutto su questo (e sulla politica classica dell’interesse particolare, del voto di ringraziamento) e certamente non su una proposta politica attendibile, visti i risultati ottenuti negli ultimi quindici anni di governo del paese.
In fatto di proposta politica, invece, conosciamo abbastanza bene quelle del Movimento 5 Stelle e di Guardiamo Avanti. Sono proposte interessanti, in molto ricalcano suggerimenti venuti dalla società civile e, senza falsa modestia, anche da queste pagine. Il risultato elettorale è tutto da vedere, entrambi i rappresentanti delle liste si dicono fiduciosi ma appare piuttosto evidente come la partita sarà giocata su due fronti: Gastone contro Ediana.
Ed è proprio quest’ultima proposta, quella che a me (e ormai non solo a me) piace chiamare “Lista Stranamore”, che ancora lascia perplessi. Il programma è ambizioso ma cangiante, nel senso che dalle prime illustrazioni alle ultime l’interesse si è spostato da priorità a priorità. Sono state accolte proposte esterne, molte anche della mia associazione, ma le si è fatte proprie senza neanche un grazie tante. E soprattutto si è creata una squadra che da l’impressione di basarsi più su equilibri politici interni all’alleanza (equilibri che, fin da subito, sono parsi a forte rischio stabilità) piuttosto che su criteri oggettivi e su qualità umane da spendere, senza nulla togliere alla serietà dei candidati. E questo preoccupa, perché se già da ora si deve porre attenzione a non urtare questa o quella sensibilità, cinque anni di governo insieme sembrano davvero lunghi. Si tranquillizzi l’elettore, in qualche maniera.

Luca Craia

giovedì 2 gennaio 2014

Arkeo: suggerimenti per la politica



L’Associazione Culturale Arkeo, rimanendo totalmente al di fuori della competizione elettorale in corso e ponendosi in posizione assolutamente super partes, ritiene però questo momento fondamentale per la vita futura della città in quanto ora si gettano le basi del governo che, si spera, amministrerà il nostro territorio per i prossimi cinque anni. Per questo ci sentiamo in dovere di suggerire a tutte le forze in campo alcuni punti, strettamente connessi con lo scopo sociale della nostra Associazione, che per noi sono essenziali e irrinunciabili per il rilancio economico e culturale di Montegranaro.

1. Beni culturali e promozione turistica

Ormai appurato che Montegranaro ha molto da offrire come beni culturali, molti dei quali ancora da riportare alla luce e rendere fruibili, riteniamo che gli stessi possano svolgere una funzione di volano per la creazione di una nuova economia. Gli interventi essenziali in questo campo sono:

a)      recupero urbanistico e residenziale del quartiere centro storico attraverso iniziative che stimolino i privati all’investimento (vedi punto 2);
b)      stanziamento di fondi importanti per la riscoperta, la catalogazione, il restauro e l’apertura al pubblico del nostro patrimonio culturale;
c)      convenzionamento delle prestazioni delle associazioni culturali che operano in campo culturale al fine di istituzionalizzare i rapporti e i ruoli;
d)      creazione di un circuito turistico cittadino che comprenda tutti i beni di rilievo presenti sul territorio comunale partendo dal centro fino alle aree agricole: centro storico, chiese, palazzi, fonti, alberi monumentali, ecc…;
e)      stipula di convenzioni con i proprietari di palazzi storici per la loro pubblica fruizione;
f)        creazione di una struttura comunale che si occupi della promozione turistica del territorio;
g)      concertazione con i comuni limitrofi per la creazione di una rete territoriale che si occupi di promuovere il patrimonio culturale comune e di gestirne il flusso turistico attraverso convenzioni specifiche con le varie associazioni che già si occupano delle strutture e dei beni;
h)      creazione di un fondo per la gestione logistica del flusso turistico, partendo dalla semplice segnaletica turistica stradale (completamente da rifare) e comprendendo la cartellonistica promozionale, la creazione di aree attrezzate per la sosta dei camper, servizi di navetta dalla costa per convogliare i visitatori, pacchetti convenzionati con le strutture commerciali come gli outlet, forme di incentivazione per la creazione e il potenziamento delle strutture ricettive (alberghi, bed & breakfast, agriturismi, albergo diffuso nel centro storico, ristoranti e osterie);
i)        finanziamento di opere di ricerca archeologica.

2. Centro storico

Non si può pensare di strutturarsi per il turismo prescindendo dal recupero essenziale del centro storico cittadino che versa in uno stato di abbandono e fatiscenza gravissimo. Quindi servono i seguenti interventi:

a)      individuazione degli stabili pericolanti o comunque che possano arrecare pericolo;
b)      opere urgenti e immediate di recupero e messa in sicurezza di detti stabili anche attraverso azioni coattive nei confronti della proprietà;
c)      recupero urbanistico delle strutture pubbliche (aree verdi, cestini, fontane);
d)      rifacimento della rete di illuminazione pubblica;
e)      incentivi all’investimento per i privati (detassazione, prestiti agevolati);
f)        incentivi per la creazione di strutture ricettive all’interno del centro storico;
g)      incentivi per la creazione di attività commerciali e produttive specifiche all’interno del centro storico;
h)      miglioramento della qualità della vita dei residenti attraverso iniziative di protezione come la chiusura al traffico per i non residenti, assegnazione di parcheggi riservati ai residenti anche in aree esterne al centro storico stesso (viale Gramsci, via Cavallotti);
i)        massima attenzione alla pulizia e al decoro.

3. Beni culturali da recuperare

Elenchiamo una serie di beni di proprietà pubblica che necessitano di urgenti interventi di recupero e che sarebbero di sicuro interesse culturale e turistico:

a)      Palazzo Comunale
b)      Teatro Novelli
c)      Ipogeo di piazza Mazzini
d)      Mulino fortificato sul Chienti (Torrione)
e)      Chiesa della SS. Trinità
f)        Fonti rurali
g)      Alberi monumentali
h)      Recupero e piena funzionalità del cine-teatro La Perla

4. Programmazione culturale

Le caratteristiche associative della nostra città hanno peculiarità proprie che vedono un numero importante di realtà associative e una pro loco nata da poco e ancora piuttosto debole, ciò in conseguenza sia del suddetto cospicuo numero di associazioni che di una volontà politica che, fino ad oggi, ha ritenuto opportuno non far crescere quella che ovunque è l’associazione principale. Va anche considerato che la città di Montegranaro vede in due appuntamenti precisi la punta massima dell’attività culturale e ricreativa: il Veregra Street Festival a giugno e la festa patronale a ottobre. Pertanto riteniamo importante:

a)      potenziare l’azione della Pro Loco affidandole in via ufficiale la funzione di coordinamento delle attività delle varie associazioni. La Pro Loco dovrà stilare un calendario degli eventi sulla base della comunicazione spontanea degli organizzatori, ottimizzare le date, evitare accavallamenti. Inoltre deve essere compito specifico della Pro Loco svolgere attività di stimolo per la collaborazione tra le varie realtà, ferma restando, ovviamente, la totale autonomia di ogni singola associazione;
b)      il Veregra Street Festival dovrebbe essere occasione per le associazioni di proporre attività proprie, integrandole con l’organizzazione dell’evento, in modo di far conoscere la propria attività e di raccogliere i fondi necessari per portarla avanti. Per questo l’Ufficio Cultura, coadiuvato dalla Pro Loco, dovrebbe concertare attività collaterali al Festival portate avanti dalle associazioni culturali;
c)      trasformare la festa patronale in un’occasione per la creazione di attività culturali e ricreative in cui partecipino tutte le realtà presenti sul territorio.