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venerdì 20 gennaio 2017

Scuola a rischio sismico ma riapre in pieno terremoto.



Oggi, dopo la neve e dopo la chiusura dovuta alle ennesime verifiche sugli stabili a causa dell’ennesimo terremoto in pochi mesi, a Montegranaro si torna a scuola. Ci si torna tutti tranquilli, come se niente fosse accaduto e come se niente dovesse accadere. Eppure le scosse di due giorni fa hanno fatto paura. Eppure le faglie sono aperte ed è dallo scorso agosto che la terra trema incessantemente. Eppure la magnitudo elevata dell’ultimo evento dovrebbe far riflettere sul fatto che non siamo al sicuro.
Oggi sul Corriere Adriatico, Tondi, il noto e stimato geologo e sismologo di Camerino e Sindaco di Camporotondo, che ha fatto un’analisi fin qui precisissima di quanto sta accadendo nella nostra area geografica, spiega in maniera chiara ma scientificamente dettagliata quali rischi si corrono. Il succo del discorso di Tondi è che siamo in piena crisi simica, una crisi che, a quanto pare, si ripete con una ciclicità di circa 350 anni, per cui si può anche guardare indietro nella storia per capire cosa potrebbe aspettarci. E quello che ci aspetta non è un periodo in cui si possa abbassare la guardia, perché le faglie sono attive e è possibile anche il verificarsi di nuovi eventi con magnitudo superiore a 6.
Torniamo a Montegranaro: come ben sappiamo, la scuola di Santa Maria ha un indice di vulnerabilità sismica di 0.35 su un indice ideale di 1. È estremamente basso ma a noi sta bene così: l’abbiamo riaperta a ottobre e la riapriamo ora. Il rischio è elevatissimo, accadesse quello che paventa Tondi le conseguenze sono ben immaginabili. Lo sanno in piazza Mazzini, hanno uno studio dettagliato dell’ingegner Renzi di cui tanto si è parlato. Hanno un progetto di miglioramento che eleverebbe l’indice da 0.35 a 0.7.  Ma si torna a scuola, in piena crisi sismica, con un indice di 0.35.
E i Montegranaresi? Tutti zitti, tranquilli. A Fermo, i genitori dei ragazzi del Liceo Classico hanno espresso grande preoccupazione anche in maniera forte perché la scuola ha un indice di vulnerabilità sismica di 0,7, quello a cui noi porteremmo la scuola di Santa Maria dopo un intervento di miglioramento, già progettato e finanziato, che costerà 580.000 Euro. Spenderemmo 580.000 Euro per una scuola che non sarà mai sicura, una scuola che, in altre realtà, i cittadini non accetterebbero.
Io credo che a Montegranaro il sistema scolastico vada ripensato nel suo insieme. Guardiamo Rapagnano: hanno investito in un polo scolastico moderno, funzionale e sicuro. Da noi buttiamo via più di mezzo milione di Euro per avere una scuola scarsamente sicura. Come del resto tutte le altre. Credo che l’assurdità del ragionamento sia evidente. Cosa fare? Intanto portare via i bambini da Santa Maria immediatamente e trasferirli negli altri plessi che, quanto meno, sono più sicuri. Poi bisognerebbe ripensare il tutto, abbandonare il progetto di miglioramento sismico in atto e riformularne uno, magari guardando a un polo unico come quello di Rapagnano. Non è assurdo, i fondi si trovano ma ci vuole coraggio e volontà, doti che sembrano mancare ai nostri amministratori. Ma, per prima cosa, portiamo al sicuro i ragazzi.
                                      
Luca Craia

lunedì 16 gennaio 2017

Statale della Valnerina, tante chiacchiere e la strada resta chiusa



Non è pensabile la rinascita di Visso, Ussita, Castelsantangelo dei piccoli borghi della zona prescindendo dal ripristino del collegamento con Terni. La Statale della Valnerina chiusa preclude ogni speranza di rinascita, primo perché taglia i collegamenti diretti tra alcune frazioni e il comune capoluogo, Visso; secondo perché di fatto isola la zona sul lato ovest, danneggiando fortemente l’economia turistica e produttiva.
La strada, lo sappiamo, è stata inghiottita dal Nera a seguito di un grosso fronte di frana che è precipitato nell’alveo del fiume, causandone l’esondazione sulla strada. È vero che l’intervento per ripristinare la strada è complesso e non di facile realizzazione ed è anche vero quello che sento dire da tempo da diversi esponenti politici, ossia che serve un progetto di lungo periodo, perché la strada non può essere ricostruita col rischio che una nuova scossa o una nuova frana ci riporti punto a capo. Quindi è giusto che vengano effettuati tutti gli studi necessari. Ma quando si comincia? Non mi risultano atti pubblici in questa direzione, non mi pare di aver letto di incarichi assegnati per studi geologici o di fattibilità. Insomma, la sensazione è che, a parte le solite chiacchiere, per la Valnerina ancora non si è fatto nulla.
Del resto quel tratto di strada non ha alternative. Non è pensabile spostarla perché non c’è lo spazio. Siamo nella parte più stretta della valle e il percorso non può essere che quello. Occorre quindi approntare quanto prima il progetto e attuarlo con la massima urgenza. In sostanza, smettere di parlare e finalmente agire.

Luca Craia

venerdì 16 dicembre 2016

Marciapiedone di viale Gramsci. Pubblicato l’atto preliminare per l’appalto.


                                                                                                                                       
Pareva quasi un fantasma, il progetto di rifacimento di viale Gramsci a Montegranaro. Un progetto che, un anno fa, veniva dato per approvato, poi diventava modificabile, poi tornava definitivo e poi veniva modificato sulla base dei suggerimenti dei commercianti. Oggi come sia e in che consista il progetto lo sa si è nò chi l’ha fatto, visto che, in definitiva, non è mai stato reso pubblico nella sua stesura che si presume finale, ma credo che si sia giunti davvero al punto definitivo. Infatti è stato pubblicato l’atto che fa da preambolo alla gara di appalto per l’affidamento dei lavori, un documento che si chiama “AVVISO PER MANIFESTAZIONE DI INTERESSE A PARTECIPARE ALLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO DEI LAVORI DI SISTEMAZIONE AREA VIALE GRAMSCI, LARGO CONTI E PIAZZA MAZZINI” che non è altro che un’indagine su chi voglia partecipare alla gara che verrà.
Il valore dell’opera e, quindi, dell’appalto è di 373.311 Euro a cui, aggiungendo l’IVA, si arriva alla bella cifra di 450.000 Euro di cui si è sempre parlato. Una cifra ragguardevole, per i tempi che corrono. Una cifra che, a molti, sembra inopportuno spendere su un opera tutto sommato voluttuaria, viste le tante problematiche che investono Montegranaro. Ma la Giunta Mancini ha così deciso di lasciare il proprio marchio pressochè indelebile sul paese che amministrano, a imperitura memoria di questo periodo storico, e così sarà, con buona pace di chiese lesionate dal terremoto, palazzi pubblici lesionati dal terremoto, scuole ad alto rischio sismico e un centro storico dimenticato e da dimenticare. Certamente quest’opera ci ricorderà, negli anni a venire, chi l’ha fatta e cosa non ha fatto.
                            
Luca Craia