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lunedì 2 marzo 2015

Sei gay? Non puoi più guidare - di Anna Lisa Minutillo



Il paese delle stranezze ha colpito ancora! Qualcuno dovrebbe riuscire a spiegare dall’alto delle sue competenze cosa abbia a che vedere il rinnovo della patente con le scelte sessuali di un cittadino quasi come se per guidare occorressero attributi differenti oltre al cervello per l’attenzione ed agli arti per cambiare le marce o per frenare.

Continuiamo a ritenerci persone mature ,preparate, di larghe vedute ma di largo alla fine possediamo solo la bocca che più i cervelli sono piccoli e più compensiamo con il parlare a sproposito spalancando troppo per farle prendere troppa aria tutta quella di cui priviamo chi se non lede la libertà altrui ha tutto il diritto ad accompagnarsi a chi vuole nella sua vita perché la vita è solo sua e non di chi la giudica senza soffermarsi un solo attimo a riflettere.
Lasciamo la patente a chi si ubriaca e diventa pericoloso, a chi si droga e perde il contatto con la realtà , a chi fresco di patente concediamo di guidare grandi cilindrate senza accertarci che le sappiano guidare con coscienza ,ma si sa noi” italioti” siamo fatti così: pronti a distruggere chi infondo non sta ne rubando e neanche disonorando nessuno ma solo correttamente rinnovando( quindi rispettando le procedure di legge) un documento .

Siamo un popolo assurdo, diabolico che torna lentamente al medioevo voltando le spalle a tutto il lavoro che per anni si è tentato di fare ,dando consensi a chi ci ha ridotti alla fame privandoci dei sogni., del lavoro, delle nostre ambizioni , tutti contenti nell’intimo e all’esterno indignati ed arrabbiati ,tutti a ricoprire un ruolo che qualcuno gioca per noi, tutti a dire e pochi a fare ed onestamente. Siamo sempre più stanchi di dover arrivare a “tirare le orecchie” a chi volutamente sbaglia ,a chi ragiona per modo di dire ,a chi vede nella libertà sessuale una macchia da ridicolizzare a me fanno molta più paura soggetti così e non chi infondo ama senza portare via nulla a nessuno cosa che non siamo più capaci forse di fare noi.

Questi i fatti :

Simone R., 28 anni, di La Spezia, attualmente residente a Pavia, è andato a chiedere il rinnovo della patente alla Prefettura di Milano. Ma il rinnovo gli è stato negato. La motivazione è che sarebbero venuti a mancare “i requisiti psicofisici richiesti”.

Simone, omosessuale, non ci sta e ha presentato ricorso al giudice di pace di Pavia, sostenuto da Agitalia, associazione per la giustizia in Italia. La Prefettura, ha rifiutato il rinnovo in seguito alle conclusioni del medico legale e della Motorizzazione, ma la causa è già partita.

La Corte di Cassazione si era pronunciata su una vicenda del tutto analoga, stabilendo non solo l’illegittimità di quel rifiuto ma anche il danno provocato alla persona che ne era stata destinataria e che per questo dovrà essere adeguatamente risarcita. Nonostante quella sentenza e soprattutto a dispetto dell’articolo 3 della nostra Carta costituzionale, un altro funzionario pubblico, un medico del servizio sanitario nazionale, e di conseguenza la prefettura di Milano, mettono in campo un altro provvedimento del tutto simile a quello sanzionato dalla Suprema Corte, ideologico, illegale e profondamente lesivo della dignità di un cittadino”.

Piuttosto che chiudere gli occhi cerchiamo di aprire il cuore , smettiamo di considerare le “diversità” come delle cose da cui fuggire perché sono proprio loro a colorare questo mondo che alla fine è solo una grande accozzaglia di ruberie varie .

Soffermiamoci a pensare a chi evade, a chi millanta tanta professionalità a chi illude e gioca con le vite altrui , accertiamoci che gli omicidi stradali vengano riconosciuti come tali perché infondo è di omicidio che si tratta quando ci si mette alla guida senza essere in grado di farlo e si troncano le vite di chi ha la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, e lasciamo continuare a guidare chi non priva di niente nessuno e se era in grado di guidare non avendo dichiarato la suo omosessualità può continuare ad esserlo anche ora.

Quanta pochezza nell’arroganza degli ignoranti e quanta paura mi fa pensare ad un mondo come questo…


mercoledì 21 gennaio 2015

Milano, convegno sulla famiglia. liberi solo di tacere - di Anna Lisa Minutillo



Parliamo troppo spesso di tolleranza, di condivisione, di libertà di espressione, di maturità, ma non perdiamo mai l’occasione per dimostrare quanto poco siamo a conoscenza del vero significato di questi termini e di quanto poco la nostra preparazione, che tanto andiamo decantando come se fosse un ottimo calice di vino rosso, sia completamente inesistente.

Accade ancora, accade tutti i giorni nella vita che velocemente scorre e finiamo con il reputare tutto come normalità, ma di normalità in questa nazione allo sbando non se ne vede poi molta.

A Milano, la città del futuro tutta proiettata su Expo e rilanci vari, si tiene il convegno “difendere la famiglia per difendere la comunità” un titolone che riempie gli occhi e desta interesse ma poi, alla fine, le cose stanno realmente così?

Si parla, fino a che a un giovane studente gay non viene in mente di rivolgere una domanda e qui tutto ha inizio  oppure è l’inizio della fine.

Si chiama Angelo Antinori lo studente che ha deciso di protestare contro il convegno organizzato dalle associazioni cattoliche a Milano; è originario di Palermo, ma vive in Lombardia perché studia giurisprudenza all’Università Bocconi. «Volevo solo fare una domanda, porre una questione in questi convegni senza contraddittorio, dove temi complessi come l’omosessualità sono presentati con troppa semplicità», si giustifica con i cronisti dopo essere stato portato fuori dall’Auditorium. «I rischi sono che istituzioni, come la Regione Lombardia, possano avvalorare le teorie che come minimo richiedono contraddittorio».

Certo è stato un bel fuori programma a cui forse chi prendeva parte al convegno non era pronto a rispondere. Oppure la domanda che il giovane voleva rivolgere loro dava fastidio?

Il ragazzo chiede: «Quanti di voi sanno se il proprio figlio è omosessuale?». La risposta è stata mandarlo via.

Ecco facciamo così, come sempre nella vita si allontanano le cose “scomode” e si fa finta di non vedere quelle realtà che scomodamente, ma in modo conveniente per alcuni, vale la pena di sostenere e di avvallare.

Tutti a spacciare le loro menti come aperte e pronte ad affrontare tematiche delle più particolari e poi quando in uno Stato che dovrebbe essere democratico e aperto al confronto a qualcuno viene in mente di rivolgerla una domanda, senza invadere, con il dovuto garbo, l’unica cosa che si riesce a fare è quella di alzare le mani, strattonare, allontanare, alla presenza di “uomini politici” che sghignazzano copiosamente senza dare neanche il tempo alla platea di comprendere quanto viene domandato?

Si continua a tollerare l’intollerabile in questo Paese che sempre più delude, affama, distrugge sogni e futuro, tutto pur di non guardare dentro le coscienze di quanti si professano credenti, ma qui non si capisce proprio però quale sia questo credo con cui e di cui si riempiono allegramente le loro boccucce.

Cosa spaventa? Cosa non si deve sapere? Cosa sarebbe meglio fare? Uccidere tutte le persone che per un motivo o per l’altro differiscono da noi per qualche piccolo o grande particolare?
Sarebbe questo il modo nel 2015 di risolvere le unicità che fortunatamente esistono e rendono la vita colorata e ricca di sfumature differenti?

Qui bisogna fare gli eroi ogni giorno cari i miei benpensanti! Ogni giorno le persone devono alzarsi e farsi andare bene questo mondo che gli state distruggendo davanti agli occhi sporcandolo di malaffare, di concussioni, di prevaricazioni, di abusi, di sporcizia, di malasanità, di infrastrutture non richieste, di arroganza con cui vi prendete il diritto di rubare il lavoro a chi dignitosamente lo ha sempre svolto facendovi arricchire fino a non poterne più, di falsità e inganni, di promesse mai mantenute.

E  voi?

Voi siete spaventati al solo cercare per una volta di guardare in casa vostra?
Siamo onesti per una sola volta: ai vostri figli regalate attici a spese dei contribuenti, pagate master nelle capitali prestigiose del mondo, pagate anche i vizietti di coca e sballo settimanali, li osservate andare in giro per il mondo senza mai che si rendano utili per la società, mai che prendano una pala in mano per cercare di tirare fuori qualcuno dal fango di cui i loro genitori li hanno ricoperti, mai nessuno che scava fra le macerie, mai nessuno che dia una mano nelle stazioni anche solo per portare un the caldo a chi ne ha realmente bisogno e davvero pensate che con la noia che gli proviene da una vita piena di ogni tipo di eccesso non si siano mai concessi una “scappatella” per vedere com’è e cosa si prova nello stare dall’altra parte della barricata?
Ho capito cosa vi spaventa adesso, per rispondere avreste dovuto togliere l’intero prosciutto dagli occhi e questo fa male si è vero fa tanto male.

Ora andatelo a raccontare alle madri che stanno piangendo tutte queste prevaricazioni sulle tombe dei loro figli che non hanno retto a questo essere sempre additati perché “diversi” e non sto parlando solo dal punto di vista sessuale… diversi nel vestire, diversi perché creativi, diversi perché magari in sovrappeso, diversi perché timidi, diversi perché credevano a un mondo  in grado di lasciare loro lo spazio per potersi esprimere liberamente, sì liberamente proprio così come tanto andate predicando.

Questa sarebbe carità cristiana? Questa sarebbe tolleranza? Questo sarebbe altruismo? Questo sarebbe avere ancora un cuore?

Non mi appartiene un mondo così, non mi appartiene e non voglio mi appartenga mai.
Iniziate a compatire voi stessi per non essere pronti a mettervi in discussione, per non essere pronti ad ampliare le vostre vedute, per la facciata dietro cui vi coprite facendo finta che vada tutto bene,nell’illusione che voi non sbagliate mai, che ascoltate sempre tutti e forse un bel mea culpa (dato che siamo in tema) non ci starebbe male.

Io lo so che non siamo diventati tutti ipocriti, lo so che c’è ancora chi ha voglia di fare domande, lo so che c’è chi non si accontenta di vivere una vita preconfezionata e so anche quanto faccia male vivere in un mondo che non è ciò che vorremmo fosse, ma so anche che immaginarlo diverso vorrebbe dire privarmi delle belle persone che ancora ci sono…