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sabato 23 gennaio 2016

E la maggioranza non c’è più, almeno per una sera.



Il segnale è brutto e preoccupante per l’Amministrazione Mancini: la mancanza del numero legale in Consiglio Comunale sulla votazione per le retrocessioni delle aree edificabili è un fatto politicamente rilevante e ci fa capire quanto il governo della città sia fragile, debole, in balia degli eventi. Basta infatti che manchi un Consigliere per qualsiasi motivo (ieri mancava Ubaldi che è stato costretto a uscire dall’aula per l’incompatibilità con l’argomento oggetto del voto) e la maggioranza non c’è più.
Il punto, però, è che le motivazioni che hanno portato le diverse anime della minoranza a non partecipare alla votazione sono varie, e fin qui è normale. Ma ci sono comportamenti ancora poco limpidi che dovrebbero essere finalmente spiegati. La posizione di Sel, per esempio, che continua a ritenersi parte della maggioranza ma, in questo frangente, fa cadere il numero legale perché non è stata resa partecipe delle scelte della Giunta. Credo che Sel debba finalmente decidere dove stare, piuttosto che rimanere sul confine tra maggioranza e opposizione. Certo, politicamente la posizione è accattivante, fare l’ago della bilancia può essere molto remunerativo in termini di peso politico, ma credo che onestà verso l’elettorato e trasparenza impongano una scelta.
Idem dicasi per Walter Antonelli, sempre estremamente critico verso la “sua” maggioranza fino a diventare più oppositore dell’opposizione ma che ieri sera è rimasto in aula per la votazione. Certo, la sua uscita sarebbe stata ininfluente per il numero legale ma credo che coerenza e chiarezza, anche per lui, a questo punto impongano una scelta.
Insomma: è troppo comodo mantenere posizioni ibride per ottenere chissà cosa. I tempi della prima repubblica sono finiti, o almeno dovrebbero, e il cittadino elettore ha il diritto di avere chiarezza da parte dei propri rappresentanti. E questo il Presidente del Consiglio Comunale e il gruppo autonomo di Sel devono capirlo e rispettarlo.
Infine una considerazione sulla maggioranza. Come può una coalizione che si regge in piedi con un solo voto e, quindi, rimane in equilibrio instabile tra il governo e l’andiamo tutti a casa, governare con la necessaria lucidità e serenità? Si stanno prendendo decisioni pesantissime sul futuro di Montegranaro, si stanno impegnando cifre ingenti su lavori sui quali manca la condivisione e decisi da chi, a questo punto, rappresenta un’esigua minoranza di Montegranaresi. Ricordiamolo: Montegranaro riparti è stata eletta con poco più del 30% dei consensi e oggi, visto come si sono messe le cose, direi che rappresenta una percentuale ben più bassa di elettori. Come può, quindi, la rappresentanza di così pochi cittadini decidere per tutti? Con quale responsabilità? Io ci rifletterei bene, anche perché le scelte che si stanno facendo ce le porteremo dietro per decenni.

Luca Craia

venerdì 4 dicembre 2015

La carica di Lucentini e le resistenze all’opposizione



Chiama l’adunata delle opposizioni, Mauro Lucentini, coordinatore della Lega Nord a Montegranaro e consigliere del gruppo ViviAmo Montegranaro. E fa bene, specie in questo momento in cui la maggioranza mostra qualche crepa interpretabile come strutturale. L’unità dell’opposizione, almeno su temi fondamentali, è importantissima perché l’azione di controllo e di rettifica, a cui la minoranza è tenuta istituzionalmente, sia efficace.
Personalmente credo che l’opposizione debba fare l’opposizione. La linea di principio secondo la quale l’opposizione dovrebbe essere costruttiva, votando provvedimenti condivisibili e non votando quelli non condivisibili, è buona cosa quando il governo è buono. Quando si ravvisa che il governo, per sua impostazione, è tendenzialmente dannoso per la collettività, l’opposizione deve essere incalzante. È quello che ho spesso rimproverato al Movimento 5 Stelle in quanto ritengo che l’attuale governo di Montegranaro stia davvero creando situazioni dannose le cui conseguenze pagheremo per anni.
Quindi vedo con favore l’iniziativa di Lucentini anche se non nascondo qualche perplessità non tanto sulle motivazioni quanto sull’attuazione pratica. Sarà molto difficile, infatti, trovare un accordo con le altre anime della minoranza, per primi i Cinquestelle, appunto, che dopo l’ultimo Consiglio Comunale (ma anche prima) sono molto impegnati ad imputare antiche responsabilità a chi ora è all’opposizione come loro e forse meno impegnati a incalzare chi governa oggi. Ma sarà anche difficile dialogare costruttivamente con Gianni Basso, sia per antiche ruggini (fu Basso a far cadere Gismondi) sia perché Basso sembra piuttosto tentennante tra il giocare il suo ruolo di minoranza e quello di fare da puntello all’occorrenza per la maggioranza.
Forse, paradossalmente, sarà più facile creare i presupposti per un’azione comune con gli ex. Sel si è posta in una posizione molto critica nei confronti dell’amministrazione Mancini e, anche se ufficialmente non è propriamente definibile opposizione, sembra piuttosto votata a dare filo da torcere agli ex colleghi. Il Presidente del Consiglio Antonelli ha idee piuttosto chiare su alcuni temi specifici come la sanità o il sociale, e queste idee lo mettono costantemente in contrasto con la sua maggioranza. Non è un ex, non ancora ma, dopo le esternazioni del Vicesindaco e la diatriba epistolare con Sindaco, mi aspetterei una sua uscita dalla maggioranza a breve. E in minoranza il ruolo di Antonelli può essere fondamentale, sia per le proposte sia per il peso politico.
Ha un duro lavoro da fare, Lucentini, se vuole creare un’alternativa credibile. Pare quasi una missione impossibile. Ma fare opposizione in maniera più incisiva di come è stato fatto fino a ora si può e si deve.

Luca Craia

domenica 29 novembre 2015

La maggioranza sempre più minoritaria



Mentre, a partire da Vicesindaco, i nostri amministratori continuano a comportarsi come se fossero all’opposizione di Gismondi, ancora portando avanti accuse che, se andavano bene per la campagna elettorale, ora sono solo stucchevoli e stantie, la maggioranza continua a perdere pezzi, dimostrando ancora di più quanto sia minoritaria rispetto alla cittadinanza, pur mantenendo la maggioranza, appunto, dei consiglieri comunali.
Con la creazione di un gruppo autonomo di minoranza da parte di Sel si realizza un divorzio che, nei fatti, era già stato celebrato da tempo. Le motivazioni addotte da Sel, poi, aprono la finestra su uno scenario che era sì noto, ma ora è conclamato e mostra quanto chi ci amministra sia diametralmente lontano da quanto dichiarato negli intenti elettorali in fatto di democrazia e partecipazione. Un governo di pochi con tanti personaggi in cerca di autore, in cui le decisioni si prendono in una stanza chiusa al resto del mondo.
A ciò aggiungiamo un Presidente del Consiglio sempre più autonomo nelle sue valutazioni che spesso sono distanti da quelle dell’Amministrazione Comunale e il quadro che abbiamo davanti è di un governo cittadino arroccato sui numeri ma che non rappresenta nessuno. Se da un punto di vista strettamente numerico, infatti, la loro permanenza alla guida di Montegranaro è inoppugnabile, da un punto di vista politico la loro proposta è fallita miseramente, anche se potranno (e lo faranno) governare fino a fine mandato. Con tutte le conseguenze negative che ne conseguono e che già stiamo scoprendo.

Luca Craia