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sabato 3 settembre 2016

Meglio sostenere i calzaturieri che fargli solo gli auguri



Mi è scappato un sorriso, un sorriso amaro, nel leggere il messaggio del nostro Sindaco, sempre prodiga di messaggi, per augurare una buona riuscita del MICAM che parte oggi. Certo, è apprezzabile che un Sindaco si preoccupi di quella che è (era?) la fonte primaria di reddito della città che amministra. Ma il messaggio stride con le recenti polemiche relative alla zona industriale.
In verità c’è poco che un Comune possa fare per sostenere l’economia locale. Ma “poco” non significa “niente”, e quel poco bisognerebbe farlo. E penso alle immagini diffuse da Viviamo Montegranaro, penso a quel tristissimo cartello messo al centro di una delle disastrate strade della zona industriale vittima della Calepio in cui un cittadino, forse un imprenditore, forse un semplice passante schifato da tanto schifo, con scritto “non conoscete la vergogna”.
Ecco, un Sindaco non può fare molto per rilanciare l’economia del suo paese, ma può tenere le strade della zona industriale in ordine, in modo che un imprenditore non abbia a vergognarsi coi suoi clienti o un trasportatore non debba spaccare le sospensioni per fare ritiri e consegne. Poi fa bene a fare gli auguri per la fiera. Ma si occupi anche di quello che può fare, nel suo piccolo, per agevolare almeno un pochino quegli imprenditori che, ostinatamente e nonostante tutto, cercano di far crescere Montegranaro.

Luca Craia

venerdì 19 febbraio 2016

Come i Cinesi ci rubano il pane. Spionaggio industriale ed evasione sistematica



Sento spesso dire che, tra i tanti stranieri che si sono riversati nel nostro Paese, i Cinesi sono quelli che danno meno problemi. In effetti è raro che si leggano notizie di cronaca che riguardino questa etnia, mentre per altre i giornali sono pieni di notizie poco rassicuranti. Però i Cinesi sono forse più pericolosi e vi spiego perché.
È noto il sistema che molte ditte cinesi che operano in Italia (non dico tutte, ce ne sono anche di oneste e corrette) utilizzano per tenere bassi i costi e fare una concorrenza estremamente sleale a quelle italiane: si apre una ditta regolare con regolare partita IVA e la si tiene aperta per due anni. Nei primi due anni, normalmente, il fisco non riesce a fare controlli. Entro due anni la ditta chiude. Questo giochino consente di non pagare IVA e contributi e di lavorare senza il rispetto della disciplina anti-infortuni sul lavoro. La conseguenza è che si ottiene un enorme vantaggio sui costi che si ripercuote sulle tariffe applicate ai clienti. Ecco quindi la concorrenza sleale nei confronti delle ditte italiane che, invece, devono rispettare le norme.
Poi c’è lo spionaggio industriale. È notizia di questi giorni che al Micam un imprenditore montegranarese si è accorto di un Cinese che, nello stand, guardava i campioni con eccessiva attenzione, rigirandoseli in mano e osservando ogni dettaglio. Avvicinatosi ha notato che indossava degli occhiali piuttosto strani, con le asticelle eccessivamente grandi. Ha chiesto al Cinese di mostrarglieli e questi non ha potuto dire di no. E così ha scoperto che gli occhiali erano attrezzati con fotocamere e porta USB. Ha chiamato la sicurezza ma il Cinese si è volatilizzato prima di poter essere fermato. E questo è un episodio piuttosto comune.
C’è una grande tolleranza verso questa situazione e non si capisce perché. Non si capisce perché non si facciano controlli nei confronti delle ditte cinesi quando il loro sistema è noto. Non si capisce perchè non si tutelino gli imprenditori italiani in maniera più efficace. Non si capisce perchè non si legiferi in maniera più rigida contro la contraffazione e lo spionaggio industriale. Credo che i Cinesi vadano tenuti strettamente sotto controllo perché, in definitiva, sono estremamente dannosi per la nostra economia.

Luca Craia

mercoledì 17 febbraio 2016

L’armata Brancamancini alla Fiera di Rho



Poi già lo so che mi risponderanno che hanno economizzato, che si sono mangiati in panino con la frittata portato da casa, che sono andati piano per consumare poco, ma sempre che andare in cinque al MICAM per rappresentare l’Amministrazione Comunale e la sua vicinanza agli imprenditori montegranaresi mi pare un po’ eccessivo. Anche perché la vicinanza bisognerebbe dimostrarla coi fatti, prendendo iniziative, inventandosi strategie, incontri, assistenza. Invece, da questo lato, il vuoto più assoluto. Ma si va a Milano in cinque, più che altro a farsi le fotografie, verrebbe da dire.
E lo si fa nel momento in cui si chiedono maggiori sacrifici ai cittadini, dopo aver fatto pagare la TASI al massimo (mentre altri comuni l’hanno tolta direttamente), dopo avere addirittura fatto pagare il pulmino ai bambini della scuola che vanno in piscina. Non che cambi qualcosa, intendiamoci, è più che altro una questione di atteggiamento. Direi che sarebbe stato più sobrio e probabilmente più apprezzabile andarci, magari, solo in due, lasciando gli altri a casa a lavorare per la collettività, magari a inventarsi qualche strategia che sostenga davvero i nostri imprenditori.

Luca Craia