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sabato 5 novembre 2016

Le condizioni del centro storico dopo il sisma



Preoccupa non poco i residenti lo stato delle case fatiscenti del centro storico di Montegranaro dopo il sisma. La situazione era tutt’altro che rosea già prima del 24 agosto ma col susseguirsi delle scosse non può essere certo migliorata. Il problema fondamentale è che, se per gli stabili abitati ci pensa il proprietario o, comunque, chi ci vive a monitorarne lo stato, per le case fatiscenti, ma anche per quelle semplicemente disabitate con proprietari che, magari, se ne disinteressano, non c’è nessuno che possa rilevare eventuali danni. Né si può far conto sui sopralluoghi dei tecnici della Protezione Civile Regionale in quanto, se nessuno fa domanda di sopraluogo, questo non può avvenire.
 È una situazione preoccupante che va gestita all’interno dell’emergenza globale dal Comune e non va trascurata perché potrebbe avere conseguenze serie. Occorre senz’altro che il Comune di faccia carico di verificare la staticità degli edifici disabitati, in particolar modo quelli già oggetto di ordinanza di messa in sicurezza ma anche quelli semplicemente chiusi e disabitati. La mancanza di un censimento dettagliato, più volte richiesto e mai ottenuto, degli stabili disabitati non aiuta di certo, ma un’azione volta a evitare problemi di sicurezza è necessaria e urgente.

Luca Craia

mercoledì 19 ottobre 2016

La Provincia che mette le toppe e se ne vanta



Percorro la Provinciale 219 “Ete Morto”, meglio nota come “Mezzina”, tutti i giorni più volte al giorno e posso dire che, oramai, ne conosco a memoria buche e avvallamenti. È per questo che credo di avere cognizione di causa quando dico che la Provincia di Fermo, affermando di mettere in sicurezza la strada col tipo di intervento che è stato messo in atto in questi giorni, millanta. Del resto era prevedibile: 300.000 Euro per sistemare una strada importante, lunga, che presenta enormi e gravissime criticità, sono una goccia nel mare. È come affermare di ristrutturare casa tinteggiando il bagno.
I lavori che stanno facendo sono utili senz’altro, ma risolvono solo alcune problematiche ben localizzate. Ben vengano quindi, ma non si parli di messa in sicurezza. Siamo di fronte a un semplice intervento di ordinaria manutenzione. Poi, che l’ordinaria manutenzione non si faccia più e quindi, quando la si fa, diventi straordinaria è un altro discorso. Ma, fare ripetuti comunicati vantandosi di una cosa che non è, significa prendere per i fondelli i cittadini.
Mettere in sicurezza la Mezzina significa qualcos’altro. Significa rifare totalmente il manto stradale partendo dalla massicciata in quanto gli avvallamenti, per quanto asfaltati di nuovo, a breve si ripresenteranno senza un intervento strutturale sottostante. E non basta certo mettere una toppa qua e una là, bisogna rifare l’asfalto dall’inizio alla fine perché quello che c’è è vecchio di decenni, logoro, viscido e pericoloso.
Mettere in sicurezza la Mezzina significa soprattutto rendere meno pericolosi gli incroci, in particolare intersezione tra la stessa e la strada per Torre San Patrizio e quella con l’Elpidiense, luoghi dove gli incidenti sono frequentissimi e, purtroppo, spesso con conseguenze nefaste. Significa installare delle rotatorie, creare delle soluzioni che rallentino la corsa delle auto e salvino la vita alle persone.
Mettere in sicurezza la Mezzina, è un’altra cosa rispetto a quella che si sta facendo. Quello che si sta facendo va benissimo, ma è la normalità, la quotidianità, l’ordinario. Non si fanno comunicati stampa per l’ordinario, non credo che il Presidente comunichi alla stampa se ha comprato la carta per le stampanti degli uffici provinciali o se ha regolarmente pagato gli stipendi. Pagare gli stipendi è normale e anche tenere in ordine le strade lo è. Non facciamo confusione. Non prendiamo in giro i cittadini.

Luca Craia

venerdì 22 gennaio 2016

Procede alla grande la raccolta firme per salvare il centro storico



Sono molto soddisfatto di come sta procedendo la petizione al Sindaco di Montegranaro per chiedere il dirottamento dei fondi destinati al rifacimento di viale Gramsci (che tra l’altro pare piaccia solo all’amministrazione comunale) e di indirizzarli verso la messa in sicurezza e alla rivalutazione del centro storico che, a quanto sembra, non è per niente nei programmi di questo governo cittadino. In soli quattro giorni la raccolta firme online ha collezionato 64 sostenitori, molti dei quali, tra l’altro, hanno lasciato commenti incoraggianti e che fanno pensare che la volontà dei Montegranaresi di risolvere l’annosa questione del degrado del cuore della città sia ben radicata. La raccolta cartacea è iniziata solo ieri ma già sta ottenendo risultati interessanti.
Certo, firmare per una questione così delicata, anche se non dovrebbe, è un atto di coraggio. Non dovrebbe, perché è il legittimo esercizio, da parte dei cittadini, del diritto di proporre idee e di influenzare, con mezzi legali e positivi, le scelte di chi amministra. Purtroppo, col clima teso e avvelenato che contraddistingue questa stagione politica montegranarese, firmare e metterci la faccia non è da tutti e capisco chi mi dice che firmerebbe volentieri ma teme ripercussioni.
Proprio in considerazione di questo, avere già un numero così cospicuo di firmatari è estremamente positivo e incoraggiante e spero faccia riflettere chi compie scelte per la città, scelte che saranno durature e che, quindi, vanno ponderate molto bene. Questa è un’occasione meravigliosa, visto che, negli ultimi anni, non ci sono mai stati fondi disponibili, per mettere mano e risolvere un problema che affligge Montegranaro da decenni. Sarebbe un peccato sprecarla.
La petizione rimarrà online fino al 31 gennaio, dopo di che ritireremo anche quella cartacea e faremo le somme per consegnare il tutto al Sindaco. Spero che, nel frattempo, il numero dei firmatari cresca e che i Montegranaresi si facciano coraggio e mettano faccia e cuore per un problema che riguarda tutti. Un centro storico migliore per una Montegranaro migliore.

Per firmare cliccate qui e seguite le istruzioni. È semplicissimo: clicca qui

Luca Craia