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mercoledì 26 novembre 2014

L'amico che non c'è (a Mario)



Vieni. Siediti. Prendi un po’ di vino.
Non ci vediamo da quasi vent’anni.
Cosa abbiamo fatto in questo tempo?
Io sono cambiato, tu no.
Io sono ingrassato, ho perso i capelli, tu no.
Tu non hai potuto.
Io mi sono sposato, ho messo al mondo dei figli. Tu no.
Io ho lavorato, cambiato lavoro, cambiato modo di vedere. Tu no.
Io ho sposato cause, cambiato opinioni, preso decisioni. Tu no.
Io ho speso il mio tempo, perso tempo, vissuto il mio tempo. Tu non hai potuto.
Cosa hai fatto tu, amico mio?
Hai osservato tutto questo con distacco?
Hai mai provato la voglia di sentire quello che sentivo?
Hai mai provato ad essermi al fianco?
A volte ti ho sentito, sai? A volte ti ho visto.
A volte mi sono chiesto cosa avresti fatto tu.
A volte ho visto quello che avresti fatto tu.
A volte sono stato d’accordo con te. A volte no.
Avrei voluto poter litigare con te su tante cose.
Insultarti e farmi insultare da te.
L’abbiamo fatto tante volte. Mi è mancato.
Dov’eri tu, amico mio? Dove sei ora?
Prendi un altro bicchiere di vino.
Dimmi cosa faresti tu, dimmi cosa tu non faresti.
C’è sempre stato un posto vuoto a tavola.
Anche quando abbiamo smesso di parlare di te.
Ci sarà sempre quel posto vuoto.
Non abbiamo mangiato la tua parte.
Non abbiamo tolto la sedia e le posate.
C’è un luogo nella memoria e nel cuore
dove sono sicuro di trovarti sempre.
Prendi un po’ di pane.
Sono quasi vent’anni che non ci vediamo
e ho così tanto da dirti.