Visualizzazione post con etichetta letteratura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta letteratura. Mostra tutti i post

lunedì 12 gennaio 2015

Fedele Boffoli, una vita dedicata all’arte – di Anna Lisa Minutillo



Fedele Boffoli (nato a Bari il 3.1.64), vive a Trieste dal 1985, ha dedicato gran parte della propria vita all’Arte. Ha suonato come autodidatta (chitarra e tastiere) e composto brani musicali inediti, con suoi testi, ha frequentato corsi di Qi Gong e Tango argentino e messo in scena – quale ideatore – con il maestro Ubaldo Sincovich, lo spettacolo di teatro -poesia-ballo “Il Tango dell’Onda”. 

Ha collaborato con i mensili culturali Euroarte di Lecce e L’Attualità di Roma. Ha pubblicato: poesie (Webgalleria Anforah: Poièsi, Chrònos, Il Sole della Luna – 2003/2008; Le Storie dell’Onda – 2006 e 2010); Racconti brevi (inediti: I Racconti del Caffè Tommaseo); saggi come curatore, vari autori – 2007 e 2010: La Via, in Risposta alla Lettera di Giovanni Paolo II agli artisti); cataloghi e calendari d’arte.

Ha più volte presentato le proprie gigantografie fotografiche e fotopitture in fiere, gallerie d’arte e sul web; ha posato come modello per un corso fotografico sul chiaroscuro. Dal 2009 ha realizzato numerosi videoclip artistici, presenti sul proprio canale You Tube. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in importanti città italiane (Bari, Cesena, Milano, Padova, Parma, Pordenone, Roma, Torino, Trieste, Udine…); ha partecipato a concorsi ed entrato in giurie; è presente su annuari, cataloghi d’arte e riviste specializzate del settore; è recensito dalla critica.

Ha illustrato: il libro “Barriere” di E. Fidemi. E’ ideatore-autore di: “Fototeatro Didascalico” (performance – sintesi circolare di teatro, fotografia e didascalia – 1998); Alchemical Dress Painting (pittura alchemica su abito indossato – 1998). 

Ha creato lo stile per la linea dei gadgets del Movimento Arte Intuitiva (abiti, felpe, magliette, borse, tappetini per mouse, quaderni di poesia e immagine…). E’ fondatore di Cenacolo Arte Intuitiva, Gruppo “T” Tradizione Arti e studi dottrinali (1999 – 2002) e Webgalleria d’Arte e Poesia Anforah per la promozione dei nuovi talenti artistici (2003). Ha curato l’esecuzione di numerosi laboratori interdisciplinari e manifestazioni in un suo programma formativo dal titolo Culturspazio Spettacolo.

Ha realizzato: progetti interattivi di apprendimento multilivello attraverso le arti visive e letterarie, con più interventi in scuole di vario grado. Dal 2010, ha intrapreso, con l’avv. Ezio Bonanni del Foro Roma e l’Osservatorio Nazionale Amianto, una campagna di sensibilizzazione e informazione contro i pericoli dell’Amianto. Notizie su di lui e suoi articoli sono stati pubblicati da quotidiani, periodici di stampa, emittenti radiofoniche-televisive, locali e nazionali.

Fedele Boffoli abbraccia ampi spazi di interessi che spaziano dalla pittura e ai video di fotografia. Una persona ma anche una personalità molto ricca quella di Fedele Boffoli che affascina con il racconto della sua vita e che trasmette la voglia di andare oltre, di mettersi in discussione di arricchire e di arricchirsi con l’entusiasmo del suo racconto ma anche con il ritegno di chi a volte sceglie proprio l’arte per arrivare al cuore. 

Come nasce il tuo amore per l’essere poliedrico e cosa rappresenta il potersi esprimere per te?

«La necessità di esprimersi è insita nell’essere umano ed è strumento, indispensabile, di relazione tra noi e il mondo; l’Arte, in quanto particolare alchimia realizzativa, fornisce totale libertà sull’uso dei particolari linguaggi; fosse per me li praticherei tutti, ma, non essendo possibile, mi devo limitare a quelli che mi sono, per affinità e cultura personale, più consoni: pittura, poesia, fotografia, musica, ecc».

Cosa vuoi comunicare attraverso le tue varie forme di espressività a chi legge, ascolta, o indossa un capo dipinto da te?

«Tutto è Uno, nell’inevitabile ciclo trasformativo di vita-morte-rinascita, e l’Arte lo indica, di continuo, in ogni legame universale, nel rapporto, millenario, tra l’umanità e il mondo. Nella nostra avventura terrena siamo, pertanto, solamente partecipi del divenire complessivo, senza, paradossalmente, mai disporne; ciò aiuta a vivere nel “qui e ora” l’essenza delle cose, con semplicità, senza prevaricazioni e false aspettative».

Quali sono, se ve ne sono state, le difficoltà che hai incontrato per realizzarti?

«Sul piano personale non ambisco a nulla e sono contento di quello che faccio e di come sono, se poi qualcuno riesce a condividere le mie opere… sono ancora più felice. Relativamente all’attuale dimensione dell’Arte, osservo che, nel nostro Paese, è a dir poco un disastro, è una continua demolizione di valori e di senso; sembra, al momento, che l’attitudine preferita degli italiani sia quella di farsi del male ad ogni livello. Parlare di Arte oggi è come bestemmiare in piazza, eppure è l’unica pratica che consente di “tornare a fare le cose per bene”, di recuperare dignità e stimoli, di tornare consapevoli».

Una domanda che avresti voluto ti fosse stata rivolta e nessuno ti ha ancora fatto?

«E’ la domanda che ogni istituzione civile, nell’interesse collettivo, dovrebbe rivolgere ai propri artisti, cioè: “Di cosa hai bisogno per svolgere, dignitosamente, la tua attività? Ma, purtroppo, lascio a voi la risposta».

 


lunedì 20 ottobre 2014

ALESSANDRO DE SOLLER: NON SMETTO DI CREDERE NEI SOGNI – di Anna Lisa Minutillo



E se ti dicono che oramai “sei grande” ,che adesso è troppo tardi per realizzare i tuoi sogni, che è meglio se ti accontenti di ciò che hai; tu pensa al fatto che Giorgio Armani ha aspettato i 41 anni per realizzare la sua prima linea di successo, e da quel momento la sua vita è completamente cambiata. Ora che sono arrivato al mio punto di svolta l’emozione è tanta ma sono felice di aver portato a termine Il Segreto del Torrione: è un grande sogno che si realizza! Spero vi piacerà e vi appassionerà ma intanto sono fiero di aver avuto il coraggio di provare, E voi? Non pensate sia il momento di riaprire il cassetto dei sogni?
Inizia da qui il mio incontro con Alessandro De Soller autore di questo romanzo giallo fantapolitico, una persona che non smette di sognare e non si da per vinta mi affascina sempre, forse perché anch’io sono così e forse solo perché la creatività, la voglia di mettersi in discussione, il coraggio di osare rendono liberi e questo non va mai dimenticato.
Questa intrigante penna brevemente mi racconta la sua storia personale e lo fa non tessendo lodi, ma a tratti ed anche con un certo ritegno. Alessandro De Soller lavora come commerciale in una multinazionale nel settore elettromeccanico ed ha trascorso molti anni a leggere, mentre in gioventù era più attratto dai divertimenti. Ha studiato ragioneria, ottica, geografia e scienze politiche. E’un appassionato e cultore di musica. Ha seguito il corso del biennio del conservatorio e studia uno strumento musicale da quasi 25 anni. E’un appassionato di sport. Ama correre, andare in palestra e praticare arti marziali.
La disciplina è parte integrante della sua vita. Senza di lei nessuno riesce ad avere i risultati sperati. Il lavoro senza sudore non è soddisfacente. Emerge la sua natura semplice e concreta, l’amore per la lettura e la disciplina ma anche per le cose semplici che arricchiscono la vita; e mi piace come si racconta poiché non lo fa con banale voglia di esporsi ma con un passo quasi impacciato intanto che cerca di far cogliere l’essenza del suo vivere.
Gli domando come e quando è nata la sua voglia di scrivere e questa è la sua risposta.
Ho iniziato a scrivere sin da giovanissimo. Pensieri, frasi che raccoglievano gli stati d’animo di un momento, appunti su qualcosa di particolare che mi era capitato. Ho pensato di fare le cose sul serio, quattro anni fa, quando ho deciso di lanciarmi in questo progetto, scrivere un libro è un’esperienza affascinante. Per prima cosa conta l’idea, poi dopo è importante anche saper coniugare un gerundio, mettere una virgola al posto giusto e rendere i pensieri scorrevoli, adatti ad una lettura eterogenea.
Prosegue Alessando: Scrivo perché è più facile di suonare e le idee, i voli pindarici, mi sommergono quotidianamente. Inizialmente la scrittura è venuta molto facile, tanto da farmi credere di esserne capace. Il dramma invece, si è presentato quando il correttore di bozze ha visto in me uno stile personale che ha preteso cavalcassi con una maestria che non avevo. E’ stato lì il vero nodo del bambù di cui tanto parla Gandhi. Riuscire ad esprimersi con uno stile personale che non copia nessun altro, ma che fuoriesce spontaneo. Le onomatopeiche, l’info dumping in alcuni casi selvaggio, le digressioni e gli stop dell’azione a creare un ritmo sinusoidale, fanno parte proprio della mia persona. Basta saperli dosare con la giusta attenzione.
“Il segreto del Torrione”, questo il titolo del suo libro, narra una vicenda che potrebbe benissimo verificarsi anche nella realtà, forse per questo riesce ad avvolgere ed ad interessare il lettore tenendolo con il fiato sospeso per arrivare a dipanare la situazione.
Protagonista del libro è Massimo Pocuzzi, capo della Procura di Roma, che si tuffa in un’indagine imprevedibile. Il capitano dei carabinieri Fulvia Nello e l’ex Col Moschin Marco Denni trovano uno scheletro umano in una chiesa mitraica sotto la basilica di Santa Maria in Trastevere. In un crescendo di retroscena e passaggi al fulmicotone, CIA, KGB, Servizi segreti e Vaticano ci trasportano in un giallo fantapolitico che svela segreti inconfessabili sullo sfondo della millenaria capitale.
Racconta ancora Alessandro De Soller: Per scrivere Il Segreto del Torrione ho dovuto compiere studi soprattutto sulla città eterna. Ho scoperto molte particolarità e curiosità che ignoravo completamente.
Quindi deduco io che abbia dovuto svolgere davvero un lavoro certosino ed una ricerca con amore nella sua città: Roma. Il risultato ci avvolge e ci da la misura di quante cose non si conoscano ancora della storia che è ferma nelle pietre delle nostre città, che spesso calpestiamo ma non ci fermiamo mai ad approfondire realmente, sempre presi nelle nostre vite che spesso senza passato hanno un incerto futuro.
Domando ad Alessandro quale fosse il messaggio che voleva far giungere ai lettori con questo suo lavoro e mi risponde: Spesso mi si chiede che messaggio volevo dare ai lettori. Ogni volta rispondo allo stesso modo. Cercare la verità e non fermarsi alle apparenze, lavorando sodo per crescere.
Mi piace questa risposta così come mi piace questa persona che con un buon libro ci terrà incollati, ci permetterà di guardarci dentro ma anche di cogliere qualcosa di noi che forse avevamo lasciato lì sopita fra le pieghe della vita: la voglia di non smettere di credere nei nostri sogni.
Sempre arricchente per me confrontarmi con belle penne, con belle persone, con chi va avanti a vivere e non ne ha mai abbastanza della vita ma anche dello sperimentare e nel cercare di usare al meglio il tempo che abbiamo da vivere in questo meraviglioso mondo. C’è bisogno di sperare e di dare speranza, c’è bisogno di non uccidere i sogni e questo incontro per cui ringrazio Alessandro De Soller, sicuramente lascerà delle belle tracce nella mia persona e spero anche in voi che magari scoprirete in lui una valida fonte di idee e positività. Lo saluto e lo lascio al suo lavoro, ringraziandolo per aver donato ad Alganews questo suo spaccato di vita e per avermi concesso un po’ del suo tempo per questa breve intervista.

Anna Lisa Minutillo