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venerdì 7 ottobre 2016

Mariani torna sulla questione trasporti e attacca la Regione Marche



Giovanni Battista Mariani, Presidente Regionale dell’Epas, torna sulla questione di cui si era occupato come responsabile del movimento sindacale che rappresenta, ossia quella dell’errato conteggio del costo imputato agli utenti relativamente al trasporto scolastico per la tratta Montegranaro-Fermo. Ricorderete che il responsabile regionale Epas per i trasporti, Mauro Raparo, aveva prodotto un ricalcolo del percorso dimostrando come le tariffe applicate siano errate per eccesso. Quindi attualmente si sta pagando troppo. Raparo e Mariani inviarono, circa un mese fa, una lettera al responsabile trasporti della Regione Marche che, a tutt’oggi, è rimasta lettera morta. Così Mariani, tramite il suo profilo Facebook, rilancia pubblicando il testo integrale della missiva che trovate sotto.

A seguito dell'interessamento di alcuni iscritti, e cittadini, circa il trasporto su gomma di studenti da Montegranaro a Fermo e viceversa, come già emerso nell'interrogazione del consigliere regionale Malaigia Marzia, il chilometraggio percorso dalla società oggetto del contratto di servizio, è di circa 16 chilometri anziché i 20,249 indicati nel prospetto a suo tempo fornito dalla provincia di Fermo,
ne consegue che detta tratta sia da collocarsi nella fascia di prezzo numero tre anziché la numero quattro come attualmente richiesto.
Pertanto alla luce di quanto prescritto dalla legge regionale n.45 del 1998 all'articolo 19 comma tre “La durata dei contratti per i servizi ferroviari e automobilistici è fissata in sei anni; nei contratti devono essere previste clausole di revisione annuale per l'adeguamento alle mutate esigenze del traffico”.
Visto che negli anni verosimilmente nessun ufficio ha verificato i chilometraggi e quindi la revisione delle tariffe, siamo a chiedere, l'immediato trasferimento della linea di cui sopra nella fascia di prezzo tre.
Inoltre si richiede la restituzione delle somme versate in più per l'anno scolastico 2016-17.
Per le somme relative agli anni trascorsi diamo mandato al nostro ufficio legale di verificare la possibilità di essere risarciti, non prima di aver verificato eventuali omissioni, e/o mancati controlli tecnici e contabili da parte degli organi preposti, non ultima la corte dei conti.
Vorremmo cogliere inoltre l'attenzione dell'assessore circa il costo del trasporto stesso.
Prendendo come unità di misura google map e confrontando quando richiesto da società private nella tratta Fermo - Roma Fiumicino ne scaturisce una proporzionalità che vede il prezzo dell'abbonamento degli studenti praticamente al costo di mercato, con la differenza che da Fermo a Roma Fiumicino si viaggia su autobus gran turismo con aria condizionata, mentre per gli studenti si viaggia su autobus da 105 con pochissimi posti a sedere, a questo si aggiunge che questa tratta vede l'interruzione della stessa all'altezza del maxi parcheggio di Fermo ove gli utenti sono fatti scendere e senza nessun riparo attendono l'arrivo di altro pullman per percorrere la distanza sino al capolinea. Gli studenti dell’ITET e dello scientifico devono raggiungere a piedi il capolinea con qualsiasi condizione meteo.
La invitiamo inoltre a prendere nota da quando emerge dai dati dell'ufficio statistico della regione circa la qualità percepita dagli utenti nel fermano, essendo l'unica provincia della regione a registrare nel lungo periodo dati sempre negativi, e questo nonostante ci si avvalga di tecnici con stipendi da oltre 100.000,00 euro.
In attesa di Vostra celere definizione in merito cogliamo l'occasione per porgere distinti saluti.

Il Presidente Regionale
Giovanni Battista Mariani

giovedì 11 agosto 2016

Crisi e disoccupazione a Montegranaro. Ne parla Giovanni Mariani dell’Epas



Se la crisi economica è feroce in tutta Europa ed è ferocissima in Italia, a Montegranaro, patria mondiale della calzatura, assume toni pesantissimi. Il comparto calzaturiero non è più florido come negli anni ’80 e ’90 già da tempo, ma in questi ultimi anni ha registrato un tracollo verticale che ha visto la fine di imprese storiche e la riconversione al netto ribasso di molte altre. Un paese che vantava di avere un laboratorio artigiano a ogni uscio, che mostrava ricchezza, opulenza e anche una particolare equità sociale, dove anche la classe operaia partecipava di tanto benessere, oggi deve fare i conti con grossi problemi economici. La disoccupazione è forse il più pesante e lo sanno bene i Montegranaresi costretti a fare file interminabili all’ufficio del lavoro.
Abbiamo chiesto a Giovanni Mariani, Montegranarese e Direttore Provinciale dell’Epas, come vede il quadro economico e occupazionale del nostro paese. “Non ci sono dati specifici riguardanti solo il nostro paese” afferma il direttore, “ma a Montegranaro ci sono CGIL, CISL, UIL, ACLI, CISAP e noi come FNA/CONFSAL, quindi 6 tra i più grandi e rappresentativi sindacati italiani” E prosegue:  “se soltanto noi a luglio abbiamo fatto 15 disoccupazioni e 45 ad agosto in soli 10 giorni, non essendo certamente il patronato più rappresentativo in termini di iscritti, figuratevi con gli altri quante disoccupazioni saranno state fatte solo a Montegranaro”.
Un quadro tutt’altro che tranquillizzante quindi. Secondo Mariani “le Aziende non tengono più il ritmo di questo governo che legifera senza un piano coordinato e concepito secondo le esigenze del popolo sovrano, quindi licenziano e magari, dopo poco tempo, riassumono per sfruttare le eventuali agevolazioni o soltanto per risparmiare”. Una questione politica e di difficoltà economiche pesanti quindi, che mette sullo stesso piano imprenditori e operai anche se con difficoltà oggettive diverse.
E se per chi è in età attiva i problemi sono seri, per chi avanza con gli anni le cose non sono migliori. “Sul lato previdenziale le cose sono cambiate molto” dice Mariani. “In questo periodo abbiamo svolto pratiche pensionistiche per sole tre persone, mentre dieci anni fa, nello stesso tempo, ne facevamo almeno cinquanta”. Sono decisamente dati preoccupanti che dovrebbero far suonare un allarme sociale e stimolare interventi pubblici più efficaci.

Luca Craia

martedì 18 novembre 2014

La convenzione con la CGIL fa discutere e Montegranaro diventa Canosa.



Estremamente interessante, sotto molti aspetti, la discussione scaturita nella giornata di ieri sulla pagina Facebook del Comune di Montegranaro circa la convenzione tra lo stesso Comune e il Caf CGIL per la fornitura gratuita ai cittadini di servizi sociali per conto del Comune di Montegranaro. In realtà è da tempo che la questione è sul tavolo ma ieri abbiamo potuto leggere la delibera e ne è scaturito un vivace dibattito tra me, Endrio Pavoni del Movimento 5 Stelle ed Ennio Reschini di Guardiamo Avanti, dibattito a cui si è aggiunto stamattina il candidato sindaco del Movimento Guardiamo Avanti, Giovanni Mariani.
Il Comune ha pensato di fornire tramite il Caf CGIL alcuni servizi sociali finora gestiti direttamente dagli uffici comunali. Per farlo ha stipulato un’apposita convenzione col patronato del Sindacato che storicamente fa riferimento al PD a seguito di un bando pubblicato sull’Albo Pretorio e sul sito istituzionale dell’ente. Nulla da eccepire da un punto di vista legale e procedurale se non il fatto che, a quanto dichiarato da Reschini e, in seguito, dallo stesso Mariani, che è direttore provinciale dell’Epas, altro sindacato che ha uno sportello caf proprio a Montegranaro, lo stesso servizio era stato proposto più volte al Comune dall’Epas stessa per mano di Mariani con la differenza che la proposta in questione non era onerosa per il Comune, mentre l’accordo con la CGIL prevede un costo per singola pratica di € 2.50.
La domanda che ho posto e alla quale non ho avuto risposta è questa: è vero quanto afferma Reschini e, in seguito, Mariani, ossia che c’è stata questa proposta non onerosa per il Comune che non è stata presa in considerazione? La risposta, come dicevo, non c’è stata ma è singolare che, dalla pagina del Comune, si possa leggere la convenzione stipulata per i servizi bonus gas ed energia nella quale si trova un refuso ricorrente, ossia che il Comune stipulante era quello di Canosa di Puglia e non di Montegranaro. Curioso quanto afferma Mariani e cioè che si tratta della copia di un accordo redatto proprio dal comune di Canosa di Puglia e il locale patronato Epas.
Altra domanda senza risposta: quanti Caf ci sono a Montegranaro? Siamo sicuri che siano stati informati opportunamente del bando? Mariani dice che il suo non è stato in alcun modo informato. Perché, vedete, la questione in realtà è questa: al di là della legalità dell’iter che sembra inoppugnabile, resta la valutazione sul modus operandi politico. Non mi sembra che ci siano migliaia di sindacati che operano come caf o patronato a Montegranaro: sono pochini, si contano su una mano o poco più. Non sarebbe stato giusto e opportuno avvisarli tutti direttamente rendendo pubblico il bando e ottenendo un beneficio per il Comune e la collettività nell’abbattimento dei costi (che sarebbero potuti anche arrivare a 0, a quanto pare)? Invece, con la sola pubblicazione sull’Albo Pretorio e sul sito, dove certo ognuno può leggere ma non tutti vanno a leggere assiduamente, si è ottenuto che l’unico partecipante al bando sia stato proprio il Caf della CGIL. Strano? Un po’…

Luca Craia

martedì 20 maggio 2014

La risposta dei candidati alla proposta di pubblicare i finanziamenti alle campagne elettorali.



Qualche tempo fa lanciai la proposta di rendere pubblici i finanziamenti e i finanziatori delle varie campagne elettorali montegranaresi. Alla mia proposta hanno risposto tutti i candidati tranne Gianni Basso che, probabilmente, non segue il mio blog (e non posso certo pretendere che lo faccia).
Il Movimento 5 Stelle aveva già fatto la stessa proposta quindi non ha articolato più di tanto la risposta al mio appello.
Giovanni Mariani mi scrisse su Facebook: “Caro Luca, proprio ora mi hanno dato del Comunista solo perché ho dei nuovi cittadini in lista e perché forse parlo sempre di persone prima delle opere, la festa popolare che abbiamo fatto oggi con la porchetta offerta da Vitali è costata 800 euro ed in totale circa1200 con offerte autogestite dei candidati consiglieri. Per il resto ho pagato personalmente 2000 euro per le stampe e la tipografia e per quanto riguarda la vela ed i programmi c'è lì siamo fatti da soli il mezzo c'è stato prestato da un amico, la benzina l'abbiamo messa di volta in volta da chi di noi guidava. Il tutto sul documento previsto per legge e consegnato alla presentazione della lista. Per quanto riguarda le idee sul programma e su i suoi cittadini ho la mente ben aperta su quello che bisogna fare. Tutto mi si può dire meno che sono un bugiardo, non ho mai governato e fino ad ora non devo rendere conto niente a nessuno, mentre gli altri che si arrogano tutti i diritti mentono e continuano imperterriti nel loro bel operato.
Roberto Basso, segretario del Pd e, in questo caso, portavoce della lista Montegranaro Riparti ha scritto, sempre su Facebook: “Le spese della campagna elettorale devono essere rendicontate per legge...quindi già da ora si può vedere quanto è stato speso, come lo si è speso e soprattutto se alcune cose non sono state inserite. Per quanto riguarda la provenienza posso rispondere per la nostra lista. Naturalmente le due feste estive che realizziamo annualmente (festa dell'unità e festa tricolore), un autofinanziamento dei candidati e contributi dei montegranaresi sotto forma di partecipazione a delle cene elettorali (ne abbiamo fatte 3) e la scatola (quindi contributi anonimi) al momento della presentazione della lista. Pubblicheremo comunque il tutto anche in maniera più evidente quando avremo la certezza di tutte le spese e tutti i pagamenti effettuati...ergo già dal 26 sarà on linea con tutte le cifre al centesimo.”.
Gastone Gismondi, anche lui su Facebook, risponde così al mio appello: “Caro Luca, scusa se non ho risposto prima ma ho letto solo ora il post. Ad ogni modo per quanto riguarda le spese sostenute, come giustamente sottolinea Roberto, devono essere rendicontate per legge. In questo senso, al momento della sottoscrizione della lista, abbiamo presentato anche un bilancio preventivo e, alla fine della campagna, ne uscirà uno consuntivo in cui trascriveremo le spese sostenute. Per quanto riguarda i fondi invece vengono quasi esclusivamente da un autofinanziamento che hanno sostenuto tutti i candidati della lista. Inoltre, per la trasparenza, abbiamo aperto anche un conto dedicato per cui ogni pagamento è effettuato dietro presentazione fattura e rintracciabile tramite bonifico.”.
L’articolo 30 della legge 25 marzo 1993, n. 81 stabilisce che i candidati alle elezioni per i comuni con più di 10.000 abitanti debbano pubblicare un rendiconto delle spese elettorali. Nella mia proposta quindi, non mi riferivo a quello che stabilisce la legge ma, ovviamente a qualcosa di diverso e, se vogliamo, di più etico.
Infatti la rendicontazione delle spese viene effettuata ad urne chiuse e ci sono ben tre mesi di tempo. Quindi l’elettore non può sapere prima del voto chi ha finanziato la campagna elettorale di questo o quel candidato né può fare ragionamenti sul perché lo abbia fatto. Credo che sapere in anticipo chi sostiene i candidati sia una questione di chiarezza e trasparenza, una forma di rispetto per l’elettorato. È ovvio che la rendicontazione delle spese sarà stilata a norma di legge e che tutto risulterà (almeno si spera) assolutamente legale. Così come è legale che un cittadino finanzi il candidato che preferisce. È però giusto e opportuno che l’elettore ne sia a conoscenza e non dopo il voto ma prima, perché questo potrebbe anche determinare la scelta del cittadino. Per cui rinnovo l’invito a rendicontare le spese e i finanziatori, ma di farlo prima del voto.

Luca Craia

mercoledì 14 maggio 2014

Che brutto futuro, Montegranaro.



Ha perso di tono la campagna elettorale montegranarese. Dopo una partenza scoppiettante, dopo un periodo di violenze verbali mai udite, dopo i manifesti strappati, le denuncie di presunte “vessazioni”, dopo i duelli tra fratelli-coltelli e gli attacchi personali a candidati e parenti degli stessi, ora sembra dormano tutti. Una campagna elettorale che diventa scialba, con argomenti poveri, con un confronto pressoché nullo.
I programmi sono quasi tutti sul tavolo. Lasciano il tempo che trovano, come sempre. Si promette, una montagna di blablablà, progetti faraonici e rivoluzionari, soluzioni per tutto e tutti e, in realtà, leggendo bene, fuffa. Tanta fuffa. Certo, qualche spunto positivo c’è, e facendo una bella cernita tra le tante stupidaggini, facendo una summa tra quel che resta di buono tra tutti e cinque i progetti e facendone uno solo forse, e dico forse, potrebbe venir fuori qualcosa di credibile e realizzabile. In medio stat virtus, dicevano gli antichi. Certo che fare la media tra cinque proposte non è facile. Povero elettore.
Non si parla di come si vuole sviluppare economicamente la città, come la si vuole aiutare ad uscire dalla crisi, come si intende sostenere l’imprenditoria, il lavoro, l’occupazione, l’integrazione sociale. Se ne parla, intendiamoci, ma è un blablablà. Si parla di centro storico, ne parlano tutti, sembrava dovesse essere il campo su cui giocare la partita. Poi si scopre che Stranamore intende per centro storico viale Gramsci, che sta fuori le mura, e che Gastone, che sembra averne un’idea un po’ più precisa almeno puntando sul potenziamento di piazza Mazzini, che sta dentro le mura, vuole però vendersi palazzo Francescani. Per il resto, le case che crollano, la carrabilità, l’incentivazione all’investimento, nulla. Non si parla del progetto Horizon 2020, che potrebbe essere la soluzione di tanti mali, e che scade a breve.
Al di là delle promesse luccicanti, insomma, non c’è nulla di rivoluzionario. E visto che le promesse luccicanti saranno dure da realizzare data la situazione debitoria, quel che resta è una vaga idea di ordinaria amministrazione. Si, sono pessimista, lo ammetto. E fortemente tentato di andare al mare, il 25 maggio, dando retta, per una volta in vita mia, a quel criminale di Craxi. Solo che devo tenere la cripta aperta quel giorno. E chissà che non continui a piovere.

Luca Craia

domenica 27 aprile 2014

Presentate le liste. Le proposte sembrano più chiare. Ma non tanto.



Che Basso non vinca le elezioni mi pare piuttosto chiaro, nonostante le dichiarazioni trionfalistiche dello stesso. Però va detto che è riuscito a mettere insieme una lista di tutto rispetto, con nomi importanti e stimati che sicuramente riusciranno a compensare i voti che si perderanno per la scarsa presentabilità di altri personaggi noti agli elettori per la loro azione politica a dir poco discutibile. È comunque stupefacente come il plurisindaco astrale riesca ancora a meritare tanta credibilità da riuscire a convincere persone più che rispettabili e spendere il proprio nome per lui.
Oggi credere a Basso equivale a credere a Gismondi. Non sono due facce della stessa medaglia, sono la stessa faccia, cangiante a seconda di come inclini la superficie, in una sorta di caleidoscopio politico che cambia colori e forme ma la sostanza rimane immutata da anni. Eppure entrambi gli schieramenti riescono a raccogliere candidature importanti e ad acquisire, in questo modo, quella credibilità persa nell’agire. È evidente che si punta tutto su questo (e sulla politica classica dell’interesse particolare, del voto di ringraziamento) e certamente non su una proposta politica attendibile, visti i risultati ottenuti negli ultimi quindici anni di governo del paese.
In fatto di proposta politica, invece, conosciamo abbastanza bene quelle del Movimento 5 Stelle e di Guardiamo Avanti. Sono proposte interessanti, in molto ricalcano suggerimenti venuti dalla società civile e, senza falsa modestia, anche da queste pagine. Il risultato elettorale è tutto da vedere, entrambi i rappresentanti delle liste si dicono fiduciosi ma appare piuttosto evidente come la partita sarà giocata su due fronti: Gastone contro Ediana.
Ed è proprio quest’ultima proposta, quella che a me (e ormai non solo a me) piace chiamare “Lista Stranamore”, che ancora lascia perplessi. Il programma è ambizioso ma cangiante, nel senso che dalle prime illustrazioni alle ultime l’interesse si è spostato da priorità a priorità. Sono state accolte proposte esterne, molte anche della mia associazione, ma le si è fatte proprie senza neanche un grazie tante. E soprattutto si è creata una squadra che da l’impressione di basarsi più su equilibri politici interni all’alleanza (equilibri che, fin da subito, sono parsi a forte rischio stabilità) piuttosto che su criteri oggettivi e su qualità umane da spendere, senza nulla togliere alla serietà dei candidati. E questo preoccupa, perché se già da ora si deve porre attenzione a non urtare questa o quella sensibilità, cinque anni di governo insieme sembrano davvero lunghi. Si tranquillizzi l’elettore, in qualche maniera.

Luca Craia