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lunedì 6 febbraio 2017

Far west Montegranaro. Videosorveglianza: l’ostinata celebrazione di un’idea fallimentare



È incredibile come si possa continuare a vedere la celebrazione a suon di titoloni sui giornali di un progetto che i fatti hanno dimostrato essere fallito. L’idea della videosorveglianza, così come concepita a Montegranaro, doveva essere un deterrente per gli atti criminosi o vicini al crimine. In effetti, non essendoci un controllo in tempo reale, nessuno a guardare le immagini in diretta ventiquattrore su ventiquattro, le telecamere non possono certo sventare il crimine. La loro utilità si limita alla eventuale identificazione del criminale quando questi sia talmente fesso da andare sotto una telecamera a viso scoperto. L’unica funzione, quindi, sembrerebbe essere quella di fare da deterrente, appunto, ma i fatti ci dicono che non sta funzionando.
Montegranaro sta diventando un far west: bande di stranieri che mettono a ferro e fuoco il paese, furti in appartamento che si susseguono quotidianamente, furti d’auto, taglieggiamenti, atti di teppismo, risse, il paese sembra essere lontano anni luce da quell’idea di isola felice di un tempo. Le telecamere sono una realtà ormai consolidata, sono installate da diverso tempo e si può affermare che non abbiano sortito alcun effetto deterrente.
Leggere quindi sui giornali della loro grande efficacia, ultimo caso quello della rissa di domenica mattina in viale Gramsci, è stupefacente. L’informazione è totalmente distorta e sembra creata su misura per compiacere una sorta di propaganda del potere, tesa a far credere quello che non è. Purtroppo la videosorveglianza  non sta dando risultati. E il problema principale è che, fino a quando non si ammetterà il suo fallimento, è difficile pensare che si possano mettere in campo misure alternative e più efficaci. E intanto la sicurezza rimane solo una parola.
                                      
Luca Craia

lunedì 23 gennaio 2017

La Giornata della Memoria e la memoria di Ubaldi


Diego Fusaro

Il Comune di Montegranaro, quest’anno, ha deciso di onorare degnamente la Giornata della Memoria con un interessante incontro, fissato per venerdì 27 gennaio, alle ore 21.30 presso il teatro La Perla,  col giovane filosofo Diego Fusaro. Il titolo della conferenza suona quanto mai stuzzicante: “La memoria contesa: ricordare le vittime, senza scadere nell'ideologia”. Le posizioni di Fusaro sono note: un neomarxismo antieuropeista che lo colloca forse al di là della sinistra stessa. Un tema scomodo, quello che si andrà a trattare, in questi giorni in cui l’antisemitismo, magari mascherato da antisionismo, si sta riaffacciando prepotentemente a livello popolare, anche grazie ai social network e al loro immenso potere di diffondere idiozie.
A Montegranaro, però, esiste una questione politica che a me pare rilevante. L’Amministrazione Comunale, che ha organizzato l’evento per mano dell’assessore alla cultura, Giacomo Beverati, uomo di origini culturali di estrema sinistra anche se, attualmente, difficilmente collocabile, dopo aver ballato valzer e polka con mezzo arco costituzionale, pur essendo in maggioranza inquadrabile a sinistra (sempre ammesso che il PD possa essere collocato a sinistra), ha al suo interno un’importante componente di destra con sfumature estreme, quella “Liberi per Montegranaro” che, per quanto si dichiari movimento civico, sia per uomini che per storia di sinistra proprio non è.
Tra i grandi sostenitori, anche attuali, del vicesindaco Ubaldi, infatti, figurano elementi culturalmente molto spinti verso posizioni di estrema destra, le cui idee sull’olocausto sfiorano il negazionismo storico. È quindi pensabile che questa iniziativa di Beverati possa causare qualche imbarazzo al vicesindaco. Credo sia per lui faticoso rapportarsi col suo nocciolo duro elettorale, condividendo iniziative che, culturalmente, vanno in direzione opposta alla matrice del suo stesso movimento. Vedremo. Intanto su Facebook, luogo molto amato da Ubaldi e teatro di sue grandi prestazioni politiche, il nostro non ha ancora fatto cenno alcuno all’incontro con Fusaro ed è strano, perché di solito è molto prodigo nel condividere le iniziative della sua giunta. Magari non ci ha fatto caso.
                                                                                                                                                   
Luca Craia

venerdì 30 dicembre 2016

Segnali di fine anno. Liberi per Montegranaro e il bilancio di partito



Non mi metterò a sindacare sulle tante imprecisioni e dichiarazioni discutibili contenute nel “bilancio” di fine anno divulgato da Liberi per Montegranaro, il movimento politico, chiamiamolo così, che fa capo al vicesindaco Ubaldi. Ci sarebbe tanto da dire ma diventerebbe stucchevole dimostrare come ci si vanti, al solito, di cose non fatte o, nella migliore delle ipotesi, dell’ordinaria amministrazione. Quello che mi interessa, invece, è il fatto che si sia sentita la necessità di uscire con un comunicato di parte e non ci si sia accontentati di quello già pubblicato e più collegiale a firma dell’intera Giunta.
È un segnale che va interpretato, perché la politica è fatta anche di queste cose. Il PD, per esempio, non è uscito sulla stampa con dichiarazioni proprie, a parte il solito giornaletto di partito che, consentitemi, non è la stessa cosa. Ubaldi, invece, sente la necessità di ribadire la sua identità che, a quanto pare, non è di lista civica come si è sempre cercato di far passare Liberi per Montegranaro, ma di partito vero e proprio, con uomini propri e con una necessità di consenso che sono propri a un organismo politico a se stante.
Ubaldi vuole, con questo comunicato, riaffermare la propria identità politica e distinguerla nettamente da quella degli alleati. In questo, però, dimostra come la coesione della coalizione non sia poi così marcata, mentre è evidente la disomogeneità politica delle componenti la maggioranza. Le prossime elezioni sono lontane ma non tanto, e cominciare a riaffermare se stessi serve per stabilire con precisioni quali siano le forze in campo e gli equilibri di un’eventuale accordo elettorale di coalizione. Comunque il volemosebbene natalizio e della prima parte del mandato è finito.

Luca Craia