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lunedì 22 settembre 2014

Il 12 ottobre al voto per la Provincia. Come funziona?




Il giorno 12 ottobre 2014 si voterà per la nuova Amministrazione Provinciale. Quanti di voi lo sapevano? Beh, tranquilli, perché noi cittadini non dobbiamo fare nulla, possiamo andare al mare come diceva il buon Bettino qualche anno fa. Questo perché la nuova legge elettorale voluta da Renzi il Rottamatore ha rivoluzionato il sistema di elezione di Presidente e Consiglio Provinciale togliendo ogni tipo di preoccupazione all’elettore che, in questo caso, non ha alcun ruolo e può andare dove vuole meno che a votare. A votare, infatti, ci penseranno i sindaci e i consiglieri comunali in carica nei comuni della provincia. Bello no? Molto democratico. Pensiamo poi che non dobbiamo neanche impegnarci nella scelta dei candidati che saranno indicati dalle forze politiche (niente liste con raccolta firme per la presentazione). Questo è quello che dice il sito della Camera:

Il nuovo sistema elettorale delineato dal disegno di legge del Governo è un sistema proporzionale, con voto di lista e preferenze, senza coalizioni, né soglie di sbarramento, né premi di maggioranza. In estrema sintesi:
  • hanno diritto di elettorato attivo e passivo i sindaci e i consiglieri comunali in carica nei comuni della provincia;
  • l’intero territorio provinciale è costituito da una unica circoscrizione elettorale sia ai fini della presentazione delle candidature, sia per l’attribuzione dei seggi;
  • le forze politiche presentano la lista dei candidati al consiglio provinciale e, con essa, il candidato alla carica di presidente della provincia;
  • l'elettore vota insieme la lista e il candidato presidente e può esprimere due preferenze per i candidati alla carica di consigliere;
  • è eletto presidente della provincia il candidato che ottiene il maggior numero di voti;
  • per la composizione del consiglio provinciale l'attribuzione dei seggi alle liste avviene in maniera proporzionale (metodo dei divisori d’Hondt); i seggi sono poi attribuiti ai candidati in ordine al numero di preferenze ricevute.
I sindaci e i consiglieri comunali eletti nei consigli provinciali mantengono le rispettive cariche nel comune di provenienza, ma non cumulano le indennità.
Questo comporterà una certa diminuzione della spesa pubblica. Sempre il sito della Camera pubblica quello che si stima sia il risparmio: le nuove Province costeranno allo Stato € 707.500 contro gli oltre 318 milioni di euro attuali. Risparmieremo 317.292.500 Euro. In realtà non è un brutto risparmio, anche se parliamo di stime: la nuova spesa calcolata è sulle indennità, quella desunta è su tutto il monte spese che, allo stato attuale, non possiamo conoscere. Posto che, comunque, il risparmio ci sia, la faccenda può essere così tradotta: il Popolo Italiano è stato pagato con un’indennità di 317.000.000 di Euro per perdere una bella fetta di democrazia. Contenti? Ah, ma non s’era detto che le Province erano inutili e le dovevamo togliere del tutto? Come mai stanno ancora lì? Mistero…….

Luca Craia

mercoledì 7 maggio 2014

Ma il Palabotanico di Montegranaro di chi è?



Potrebbe togliermi il sonno questo interrogativo, e potrebbe, anzi, dovrebbe toglierlo ad ogni montegranarese attento e interessato alle sorti della propria città. Il Palazzetto dello sport o, meglio, i ruderi di cemento armato che avrebbero dovuto diventare il nostro palazzetto dello sport e che, invece, grazie al fallimento della Calepio Scavi, sono rimasti il monumento alle incompiute e, se vogliamo, alla cattiva amministrazione, di chi sono?
A quanto mi è stato detto non sono del Comune. In effetti, essendo la Calepio Scavi fallita e non essendo stato perfezionato l’accordo secondo il quale il “palazzetto” sarebbe stato ceduto al Comune come pagamento per le opere del “Villaggio del Lavoro” (altra megaincompiuta), le colonne abbandonate in località La Croce sarebbero ancora della Calepio stessa e, quindi, in mano alla Curatela fallimentare.
Se così fosse, quindi, come farebbero coloro che ci stanno infarcendo la campagna elettorale con progetti faraonici di palestre, piscine e velodromi a realizzarli, questi progetti? C’è da acquisirlo, prima. Quindi, oltre a spendere soldi che non si sa come procurarseli per crearci l’impensabile, toccherebbe comprarsi o, meglio, ricomprarsi il rudere. Che, tra l’altro, non sembra affatto in buono stato. Magari pensare ad altre priorità?

Luca Craia

lunedì 28 aprile 2014

Cattivissimi Stranamore!



Cattivi cattivi, quelli di Ediana Mancini. Non si fa così. Non si può mica presentare la lista proprio il giorno in cui la Sutor gioca al Palasavelli! Eccheccavolo! Parola di esperto. Il solito giornalista online che ad ogni occasione fa campagna elettorale per il suo amico ex sindaco non si fa sfuggire nemmeno questa e critica aspramente “chi ha preferito presentare la propria lista piuttosto che comprare, almeno, cento biglietti per vedere la partita e aumentare l’incasso destinato ai giocatori”. Certo, non è stato affatto carino da parte della lista Montegranaro Riparti presentare la lista proprio di domenica, proprio a ridosso dell’ufficializzazione dei candidati, proprio nel weekend lungo del 25 Aprile e, soprattutto, proprio la domenica in cui la Sutor gioca in casa e ha bisogno di incassi. Di gente, in verità, allo stadio di Montegranaro ce n’era parecchia. Difficile dire se tutti fossero tifosi di basket ma, anche la metà fosse stata appassionata di pallacanestro, il danno stimato dal nostro amico giornalista sarebbe ben superiore ai cento biglietti persi.
Si arrabbia molto, il giornalista, contro Stranamore, ma anche contro gli esponenti della provincia di Fermo che, invece di stare a preparare armi e bagagli in conseguenza del decreto Delrio, avrebbero dovuto andare alla partita a sostenere la Sutor. Così come è cattivissimo il Commissario Ianieri che avrebbe in mente di eliminare il contributo che il Comune, per mano della giunta Gismondi, in questi anni ha dato per sostenere la Sutor. Tutti cattivi, tutti contro la Sutor, tutti eccetto quel galantuomo del suo amico ex sindaco al quale, ancora una volta, il giornalista favorisce un pochettino la campagna elettorale. Come a dire: se non votate per lui siete contro la Sutor.

Luca Craia

venerdì 7 febbraio 2014

Le elezioni e la puzza di piedi




Sempre in tema di basse argomentazioni per attaccare gli avversari politici, dopo aver attaccato il marito della candidata avversaria, preferendo la via dello scontro personale a quella della dialettica politica, pensavo che più in basso non si potesse andare. Invece oggi vediamo l’attacco a Perugini che non si impernia, come ci si aspetterebbe, nel controbattere quanto lo stesso Perugini afferma nei confronti di chi ci ha amministrati ma scende a livelli di una puerilità disarmante. Perugini sarebbe frustrato dal fatto che i suoi non l’hanno candidato sindaco. E così si sfogherebbe denunciando la squallida situazione delle pendenze legali del Comune. A questo punto mi verrebbe da dire: meno male che non mi sono candidato come tante malelingue volevano insinuare. L’avessi fatto che avrebbero detto di me per attaccarmi? Che mi puzzano i piedi?

Luca Craia

domenica 26 gennaio 2014

La campagna elettorale più anomala della storia.



Talvolta penso che a Montegranaro siamo strani, che abbiamo un dna particolare o forse che i fumi del mastice per scarpe che si propagano nell’aria ci facciano degli strani effetti. E la stranezza è evidentissima in questa campagna elettorale incipiente che promette davvero fuoco e fiamme. Già la presenza di cinque liste (fino ad ora, ma non poniamo limiti al frazionamento) simboleggia come funzionino le teste qui al paesello, ognuno a remare per la sua rotta, ognuna a zappare il suo orticello. E poco conta che, così facendo, chiunque vincerà sarà minoritario. Facciamo due conti: 9000 votanti circa, mettiamo un’astensione del 30%, così, per fare un’ipotesi, rimangono in ballo 6.300 voti da ripartire per 5. Significa che per vincere basterebbero 1300 voti, 1/8 circa dei votanti. Bel risultato!
Allora ecco i “Ribelli” (non quelli di “Pugni Chiusi”, tutt’altri ribelli) che rompono gli indugi e ci tranquillizzano sul fatto che ci sarà anche la loro lista. Ci sarà ma non per dividere ulteriormente, anzi. Stanno contattando altri, come Giovanni Mariani, che però preferisce fare la quinta lista nonostante, dice, abbia parlato con Gianni Basso che lo ha invitato a collaborare. Strano, perché Giacobbi, invece, afferma che Basso è irremovibile sul fatto di non partecipare. Ma una telefonata a Mariani deve averla sprecata per favorire la lista dei Ribelli. Mah…
Intanto Gismondi muove le sue pedine: dall’inarrestabile Lucentini che ha improvvisamente scoperto quanti voti possa portare l’associazionismo, a inviti dal pulpito a non “criticare l’ex sindaco”. Conta sull’effetto emotivo del tradimento che tarda a spegnersi, conta sulla propria simpatia e sulla benevolenza che si è guadagnato nei cittadini, conta anche su un certo numero di voti che potrebbero arrivare a sorpresa da aree politiche non allineate ma che sembrano decisamente in contrasto con i partiti di appartenenza, anche grazie, appunto, alle manovre del suddetto Lucentini.
Quelli che in partenza sembravano i più strani in questo momento sembrano i più concreti: la Lista Stranamore presenta un bel candidato e parla di programmi, cosa al momento piuttosto unica nel panorama cittadino. In attesa che scendano in campo i Pentastellati che, al momento, danno scarsi segnali.


Luca Craia

sabato 18 gennaio 2014

Il progetto sul centro storico di Gismondi-Pirro? Mi pare che non c’è.



Parte svantaggiato Gastone, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, se intende mettere la questione “centro storico” tra i suoi cavalli di battaglia per la campagna elettorale. Lo svantaggio è presto spiegato: mentre i suoi competitor possono parlarne, proporre soluzioni, avanzare progetti potendo contare sul fatto di non averci sostanzialmente mai provato, visto che il governo della città negli ultimi 15 anni è sempre stato in
mano ad una coalizione riconducibile a quella che sostiene Gismondi, nonostante la recente defezione del padre putativo Gianni Basso, proprio per questo motivo i propositi del nostro ultimo ex sindaco soffrono di un deficit di credibilità. In effetti, possiamo affermare con una certa esattezza che l’amministrazione Gismondi (e le due precedenti, guidate dal suddetto Basso alle quali partecipava lo stesso Gismondi) del centro storico non si è occupata. È vero che nell’ultima consiliatura si è restaurato l’ospedale vecchio e sono partite alcune ristrutturazioni legate ad ordinanze di messa in sicurezza, ma sono situazioni contingenti che non appartengono ad alcun progetto politico specifico. Infatti, è proprio questo che a Gismondi è mancato: un progetto sul centro storico, stendendo un velo pietoso sulla questione Unicam.
I contratti di quartiere partono dalla disponibilità di fondi che, altrimenti, sarebbero andati persi. Per questo si è allestito un progetto di massima, raffazzonato e affrettato, che non ha prodotto effetti particolari sulla problematica se non la ristrutturazione dello stabile dell’ex ospedale che però, vista la destinazione d’uso principale come abitazioni popolari, potrebbe costituire più un aggravante del problema che una parte della
soluzione. Case popolari in un quartiere ad alta densità di popolazione straniera rischiano di diventare, come più volte ho denunciato e per il quale motivo ho anche promosso un’importante raccolta di firme, una forma di ghettizzazione che potrebbe affossare anche le ultime speranze di redenzione per il quartiere. E non saranno certo le quattro stanze dedicate al “polo culturale” a controbilanciare una scelta scellerata che porterà un nuovo flusso di immigrati col serio rischio di far diventare il centro storico, anziché il cuore della città, il ghetto degli extracomunitari.
Il portavoce di Gastone Gismondi, l’architetto Simone Pirro, dovrebbe conoscere la questione centro storico piuttosto bene, visto che è stato presidente di quell’associazione che io stesso fondai qualche anno fa proprio per spronare i nostri governanti a progettare soluzioni per questo problema. Eppure pare che stia parlando di cose diverse dalla realtà montegranarese. Wi-fi? Rendere il
centro social? Eventi e manifestazioni? Stiamo forse parlando di Roma? Di Macerata? No. Stiamo parlando di un centro storico che cade a pezzi, di case che rischiano di crollare sui passanti, di un centro storico spopolato dove la metà delle abitazioni sono vuote. Un quartiere dove non passa più nessuno a pulire, dove scarseggia l’illuminazione, dove ignoti forzano le porte e vanno a dormire nelle case disabitate. I problemi del centro storico sono molto più seri della banda larga gratis. Serve un progetto e Pirro dovrebbe saperlo, visto che è stato proprio lui, in veste di presidente di Città Vecchia, a promuovere l’accordo con l’Unicam per un progetto sul centro storico. Progetto di cui si è tanto parlato ma che nessuno ha visto mai, tranne, probabilmente, la squadra di Pirro e Gismondi.
Un progetto, quello dell’Unicam, che pare sia pronto ma che è stato realizzato da studenti e non da professionisti senza concertare le scelte con le associazioni che lavorano da anni sul territorio, senza ascoltare le categorie produttive che vi operano, senza chiedere ai cittadini residenti quali siano le reali problematiche. Un progetto, dicevo, che nessuno conosce ma finanziato con soldi pubblici. Se Gismondi lo ha visto sta utilizzando un bene pubblico per fini personali. Se non l’ha visto sta parlando di aria fritta.
Poi sento parlare di teatro Novelli e sopprimo a stento la rabbia. Due anni fa portai a Gismondi un progetto di restauro del teatro storico, distrutto per far posto all’archivio comunale poi trasferito altrove ma di cui restano interessantissime tracce. Il progetto era finanziato da sponsor, quindi per il Comune era a costo zero. C’era però da rifare il tetto. Mi si disse che non c’erano soldi e si accantonò il tutto. Ora si torna a parlarne ma non si cita il fatto che non si può scindere il restauro del teatro Novelli dal recupero complessivo del municipio. Campagna elettorale. Promesse.
Parliamo di promesse non mantenute. Ne ho una lista infinita che parla di “faremo”, “proveremo”, “non ti preoccupare”. Ne cito uno solo, la scritta “Viva Coppi” incisa sul muro dell’ospedale vecchio che inneggiava al grande campione italiano di ciclismo al quale Gismondi, per motivi affettivi familiari, avrebbe dovuto essere molto più sensibile. Gastone promise di metterla in salvo prima dei lavori di ristrutturazione. La scritta, invece, non c’è più. Sarebbero bastati pochi Euro ma è mancata la volontà di fare le cose. La scritta Viva Coppi è il simbolo dell’approccio che Gismondi ha avuto nel suo mandato di Sindaco col centro storico: promesse, iniziative tampone, mancanza assoluta di un progetto.
Voglio fare uno sforzo e credere che ci sia un cambio di atteggiamento da parte dell’ex sindaco ma faccio fatica. Anche perché quello che leggo non è affatto rassicurante e denota da parte sia del candidato primo cittadino che del suo consulente in materia una totale mancanza di conoscenza del problema, una grande approssimazione nell’individuazione degli obiettivi, un preoccupante pressapochismo nella visione d’insieme. Il progetto, eccetto quello dell’Unicam che mi lascia quantomeno perplesso, non c’è. La volontà politica non c’è stata in passato e chissà se ci sarà in futuro. Per ora mi pare di vedere solo il tentativo di cavalcare una questione nodale per raccogliere voti. Ma il centro storico di Montegranaro non può permettersi altri cinque anni di stasi come quelli trascorsi.

Luca Craia

mercoledì 15 gennaio 2014

Si giocherà sul campo da basket la campagna elettorale 2014?



Con le affermazioni dell’ex sindaco Gismondi e dell’ex assessore allo sport La Porta dei giorni scorsi, che hanno dichiarato la loro totale dedizione alla questione economica della Sutor tanto da lasciare intendere piuttosto chiaramente che, fossero stati ancora al governo della città, avrebbero senz’altro fatto in modo che anche la cosa pubblica avrebbe concorso a risolvere il problema, naturalmente coi soldi della collettività come è stato sempre fatto negli ultimi anni, sappiamo che, vincessero di nuovo le elezioni, una parte del bilancio comunale sarebbe destinato a questo capitolo di spesa con buona pace di chi alla partita non ci va e di chi ha ben altri problemi.
Ora, a chiarirci che, anche votando diversamente, la faccenda cambierebbe poco ci pensa la coordinatrice di Centro Democratico Francesca Testella che critica addirittura La Porta per aver fatto poco o niente per la Sutor nel periodo in cui è stato amministratore. Ricordiamo che l’amministrazione Gismondi ha stanziato circa 35.000 Euro l’anno per sostenere economicamente la squadra di basket cittadina. A quanto pare alla Testella la cifra sembra esigua e dichiara che, vincesse le elezioni il candidato del loro schieramento (Lista Stranamore per capirsi), sarà cura della prossima amministrazione comunale occuparsi in maniera più cospicua dei problemi economici della società sportiva. Sempre con i soldi di tutti.
Buon a sapersi.



Luca Craia