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lunedì 5 ottobre 2015

A Montegranaro i turisti si perdono (nel vero senso della parola)



Lancio periodicamente questo appello nella speranza di essere ascoltato ma, finora, ho avuto scarsa fortuna. Eppure il nostro assessore al turismo sembra tenerci molto, almeno a finire sul giornale, poi che ci tenga o meno al turismo è tutta da vedere. Fatto sta che la cartellonistica stradale relativa alle (per quanto poche) attrattive turistiche montegranaresi non c’è e, laddove c’è, è completamente sballata.
Viene indicata la chiesa di San Liborio che tutto è meno che attrattiva per il turista. Idem dicasi per quella di Santa Maria. Viene indicata la chiesa del SS.Salvatore, chiesa sparita da tempo della quale è rimasta solo la cappellina che abbiamo riscoperto noi di Arkeo ma che è assolutamente non accessibile. Viene indicata a singhiozzo la “cripta” di Sant’Ugo ma, a seguire i cartelli, si è destinati a perdersi. Se poi ci si arriva si trova un cartello sulla porta che data la chiesa al XIII secolo. Per quanto l’assessore Beverati abbia detto che il cartello è esatto dall’alto della sua esperienza di archeologo, sappiamo per certo (perché ci sono le fonti) che la chiesa minimo minimo è del IX secolo, per cui vedete voi.
Non viene indicata la chiesa di San Serafino  né quella di di San Pietro. Tra breve speriamo venga riaperta quella dei SS.Filippo e Giacomo ma, se qualcuno che non sa dov’è dovesse cercarla, non si affidi ai cartelli: non ci sono. Nessuna indicazione per i Portali della Pievania, per il Municipio, per i palazzi Luciani, Cruciani e Conventati dove esiste solo la targa esterna al palazzo stesso. Insomma, hai voglia a portare i turisti a Montegranaro (sempre ammesso che ci si riesca, con questi metodi e con queste strategie), ma almeno qualche servizio, anche minimo, come quello di non farli perdere, bisognerebbe predisporlo.

Luca Craia


domenica 21 giugno 2015

Ma Sant’Ugo dov’è?



Ieri sera sono arrivate decine e decine di persone a visitare Sant’Ugo e moltissimi si sono lamentati del fatto che è difficile trovare la “cripta”. Non ci sono indicazioni e sul volantino di Veregra Street non hanno scritto nulla (ovviamente, non siamo noi i titolari del turismo a Montegranaro ma altre ben più blasonate realtà. Noi siamo solo miseri operai che, però, i turisti a Montegranaro ce li portano sul serio, a proprie spese e coi propri sforzi, senza aiuto).
In effetti, eccezion fatta per due o tre frecce marroni messe in un paio di incroci, trovare Sant’Ugo non è cosa facile. Eppure è sicuramente l’attrazione turistica più importante di Montegranaro e una delle più preziose di tutto il territorio. E il Comune di Montegranaro, a parole, ha sempre dichiarato di puntare molto sul turismo.
Quando qualche mese fa mi permisi di dire che i cartelli turistici di Montegranaro erano insufficienti e riportanti dati errati fui redarguito dal nostro dotto assessore al turismo perché “non competente”. Sicuramente l’architetto è più competente di me su tante cose (anche se poi afferma che Sant’Ugo è databile al XIII secolo, sic) ma in fatto di solerzia lascia molto a desiderare. Siamo ormai in piena estate, arrivano i turisti (grazie alla promozione di Arkeo perché altri, Comune compreso, promozione non ne fanno) e non trovano una segnaletica adeguata almeno a trovare i siti di interesse.
Quanto costeranno 10 cartelli turistici? Facciamo una colletta?

Luca Craia

martedì 17 febbraio 2015

Caro Assessore al Centro Storico ti scrivo.....



Caro Giacomo Beverati,

avendo io sollevato la questione della cartellonistica a cui leggo oggi sul Corriere Adriatico la solita sguaiata risposta (alla quale dovrei essere ormai abituato essendo questo, a quanto pare, lo stile di questa amministrazione) vorrei precisare alcune cose circa le tue affermazioni:
1)      nessuno ha mai dato la colpa a questa amministrazione del fatto che i cartelli siano sbagliati. Ho solo affermato che sono sbagliati. Invece di mettersi immediatamente sulla difensiva (cosa che denuncia un certo nervosismo, a che dovuto possiamo solo immaginarlo) basterebbe prenderne atto e provvedere. Lo segnalo da anni, lo avevo già segnalato all’amministrazione Gismondi ma i cartelli sono ancora lì e, viste le tue risposte, immagino che ci resteranno a lungo.
2)      Datazione della Cripta di Sant’Ugo: il Chronicon Farfense parla in maniera molto chiara di tre chiese in Montegranaro, una delle quali era SS.Filippo è Giacomo, l’attuale Sant’Ugo. Il documento farfense risale all’anno 829, parecchio antecedente alla data indicata da te. Del resto se il Beato Ugo, morto nel 1270, avesse davvero risieduto a Montegranaro immediatamente prima della sua morte, secondo la tua ricostruzione, avrebbe forse fatto il muratore proprio per edificare la chiesa a lui in seguito dedicata. Ora et labora. Ma, dato che Ugo risedette (secondo le fonti, per quanto poco attendibili) nel monastero silvestrino di Montegranaro, è pensabile che la chiesa ci fosse già almeno, appunto, dall’829. Da qui è evidente che la scritta XIII secolo del cartello è errata. Invece di arrabbiarti cambia il cartello, fai più bella figura.
3)      Non so a quale pieve del SS.Salvatore tu ti riferisca. Quella a cui mi riferisco io non è più officiata semplicemente perché è murata (almeno la parte che abbiamo rinvenuto noi). Certamente il resto della chiesa è riferibile all’attuale teatrino della pievania nel quale non si può officiare perché non è una chiesa. Certamente, però, non è uno dei monumenti più insigni della città a meno che tu non abbia una strana misura del valore dei monumenti. La Pieve (la porzione, per la precisione) a cui ci riferiamo è accessibile tramite uno stretto cunicolo e penso che quando ci siamo entrati noi siamo stati i primi da secoli. Attendo smentite. Da quello che leggo, però, mi pare evidente che tu non sai di cosa stiamo parlando. Ti suggerirei di documentarti prima di inalberarti.

Vedi Giacomo, il problema è sempre quello: non siete capaci (uso il plurale perché mi pare che sia vizio comune nella vostra amministrazione) di prendere con la dovuta eleganza le critiche. Io, caro Architetto, non sono affatto un “illustre esperto” come dici sarcasticamente tu (anche se mi avvalgo di due archeologi, un restauratore, un geologo e un ingegnere che sono attivi nella mia associazione) ma solo un appassionato che si dedica a queste cose da anni, talvolta sbagliando, talvolta prendendoci. Essendo tu in possesso dei miei numeri personali, come hai fatto più e più volte avresti potuto anche in questo caso chiamarmi e chiarire, evitandoti questa brutta figura.
Quando vuoi visitare la Pieve dimmelo, ti accompagno volentieri. Ma sii cortese, non ridicolizzare il lavoro fatto seriamente da tuoi concittadini, alcuni anche tuoi elettori, solo per una comparsata sul giornale o per una ripicca infantile. Non è da politici navigati con esperienze quasi trentennali come sei tu.
Con affetto

Luca

mercoledì 28 maggio 2014

Turismo a Montegranaro: segnaletica da rifare



 Sembra una sciocchezza ma non è così: l’indicazione turistica stradale è fondamentale per assistere il turista occasionale o anche quello organizzato e convogliarlo verso i siti di reale interesse. Purtroppo a Montegranaro la segnaletica di questo tipo è completamente errata ed è urgente rifarla. Inoltre i segnali non completano il percorso per cui il visitatore che iniziasse a seguirli improvvisamente si troverebbe privo di indicazioni e, quindi, sperso.
Gli errori sono evidenti, come la datazione di Sant’Ugo riportata sul cartello di fianco all’ingresso: XIII secolo, mentre sappiamo che la chiesa esisteva già nel IX secolo. Anche la dicitura “cripta” sarebbe inesatta, trattandosi in realtà di una chiesa a tutti gli effetti. È anche errato il cartello che indica la chiesa di piazza, che è intitolata a San Francesco, come chiesa del SS.Salvatore, chiesa ormai perduta della quale abbiamo ritrovato (ARKEO) soltanto alcuni resti, interessantissimi, ma al momento non visitabili.
Nessuna indicazione per la chiesa dei SS.Filippo e Giacomo, mentre è indicata quella di San Liborio che non ha alcun interesse da un punto di vista turistico. Mancano le indicazioni anche per San Pietro Apostolo, per la Torre dell’Annunziata,  per l’ex Convento Agostiniano, per il Mulino Fortificato del Chienti.
È quindi evidente come occorra porre rimedio alla situazione, con costi esigui ma con risultati che saranno senz’altro apprezzati dai visitatori che, molto spesso, ci segnalano questo disservizio.

Luca Craia