sabato 18 novembre 2017

Fate i Sindaci, non i funzionari di partito. Terrenzi e l’Ete Morto.




Un cittadino che venga eletto Sindaco non è più un semplice cittadino elettore. Un cittadino che venga eletto Sindaco non è più un esponente di un partito o di una forza politica. Un cittadino che venga eletto Sindaco diventa il Sindaco di tutti e deve fare, prima di ogni altra cosa, l’interessa della cittadinanza che è chiamato ad amministrare. Quello a cui assistiamo oggi, invece, è l’inverso: il ruolo di Primo Cittadino passa in secondo piano rispetto a quelli che sono gli interessi di partiti e schieramenti. Prima di difendere l’interesse dei cittadini si tende a difendere l’interesse del partito.
Esempio emblematico, ma ce ne sono migliaia, ce lo dà l’intervento del Sindaco di Sant’Elpidio a Mare, Alessio Terrenzi che, di fronte alle preoccupazioni circa la lentezza con cui procedono i lavori di messa in sicurezza del torrente Ete Morto che attraversa il suo Comune e che, in tempi recenti, ha mietuto vittime con le sue piene, risponde che non vede il problema. Il problema lo vedono anche i ciechi: come piove, l’Ete ingrossa e minaccia di uscire dagli argini. Sappiamo che quando lo fa non è una cosa trascurabile e anche questa settimana si è corso il rischio di una nuova esondazione.
La denuncia del Movimento 5 Stelle nei confronti della pachidermica lentezza della Regione Marche, che sta eseguendo i lavori e li avrebbe dovuti riconsegnare già la scorsa settimana, è molto chiara e si preoccupa sia per le conseguenze di una nuova eventuale piena sia dello stato dei lavori che, con i ferri scoperti e soggetti a tutte le intemperie, rischiano di perdere di efficacia. Ma Terrenzi, invece di andare sugli scudi, non vede il problema o, forse, vede l’interesse del suo stesso Partito, quel Pd che governa le Marche e che, come fa ovunque, comprese le zone terremotate, dimostra incapacità di intervento a ogni piè sospinto, prima ancora di quello della sua città e del suo territorio. Ma è così che va oggi.

Luca Craia

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