Così come ho sempre
considerato un’idiozia il concetto di Padania della Lega che, grazie a Dio,
pare essere stato abbandonato a favore di una più mite e ragionevole richiesta
di autonomia fiscale e amministrativa per le regioni più produttive del Paese,
parimenti considero l’idea di una Catalogna indipendente un’immensa
stupidaggine. In un mondo in cui, volenti o nolenti, è l’unione che fa la
forza, dividere e sbriciolare è un atteggiamento politicamente ed
economicamente suicida. Però c’è una larga fetta di popolazione che lo vuole e,
ricordiamolo, siamo in democrazia.
L’azione del governo centrale
spagnolo è deprecabile sotto ogni aspetto. Da un punto di vista di principio
sta violando ogni valore democratico, assumendo un ruolo reazionario degno
delle peggiori dittature. Da un punto di vista dell’opportunità politica sta
sbagliando tutto, reagendo con la forza a una richiesta pacifica e presentata
con mezzi democratici. Per quanto l’idea dell’indipendenza catalana possa
essere bislacca, il metodo per rispondere non può essere violento. Oltretutto è
stupido, perché in questo modo si alimentano gli odi, si esacerbano le
posizioni e si porta tutta la questione su un piano di scontro non necessario e
controproducente.
Apro una parentesi con cui chiudo
questo breve pensiero: l’atteggiamento dei radical nostrani, in netta
contraddizione con se stessi qualsiasi posizione assumano. Se difendono il
governo di Madrid si pongono in posizione antidemocratica contraddicendo i principi di
libertà che hanno sempre contraddistinto la sinistra italiana. Se, invece,
sposano la causa secessionista, contraddicono se stessi e le loro lotte contro
la Lega Nord che, sostanzialmente, proponeva la stessa idea dei secessionisti
catalani. Sarebbe molto opportuno il silenzio.
Luca Craia
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