Ci sono dei fiori secchi sul balcone. Sono secchi perché nessuno li ha
più annaffiati per oltre un anno. Nessuno li ha più annaffiati perché nessuno è
potuto più entrare in quella casa per oltre un anno. Quella casa oggi andrà
giù, abbattuta da uomini mandati a farlo, perché quella casa non sta più in
piedi. Con lei andranno giù anche i fiori.
Annaffiare i fiori, il gesto più quotidiano, normale, abitudinario che
possiamo pensare. Si annaffiano con una sorta di automatismo, magari pensando
ad altro, magari organizzando la giornata, pensando ai figli da portare o da
prendere a scuola, a cosa fare per pranzo o per cena, alla spesa, alle
faccende, al lavoro che ci attende.
Percorrere una cucina per riempire l’innaffiatoio, magari cercare il
concime nell’armadio per diluirlo nell’acqua, gesti quotidiani. Ciabatte che
strusciano sul pavimento, porte da aprire e chiudere, cigolii di cerniere,
profumi di cucina, luci riflesse dai vetri: tutto questo verrà buttato giù,
insieme ai fiori, insieme a un vissuto, a ricordi, a pezzi di vita. Rimane la
speranza di ricostruire, magari meglio, magari più bello. Il ricordo, quello
non lo butta giù nessuno.
(a Maria Luisa)
Luca Craia
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