martedì 5 settembre 2017

Arriva l’esercito a Castelsantangelo. Ma c’è da esserne contenti?



È logico che, dopo essersi sentiti – e essere stati di fatto – abbandonati per oltre un anno, veder arrivare l’Esercito finalmente a dare segno di presenza dello Stato fin qui latitante può essere sommamente entusiasmante per i cittadini di Castelsantangelo Sul Nera. Comprendo perfettamente la loro gioia e, francamente, un po’ la condivido. Ma, usando la logica, non mi pare ci sia nulla di cui essere soddisfatti.
In primo luogo c’è da considerare il ritardo e il conseguente danno in termini di spopolamento, depressione delle attività economiche, desertificazione sostanziale del territorio causato irrimediabilmente dall’assenza dello Stato. L’intervento dei soldati è troppo tardivo e, per quanto ora si possa mettere mano a problemi ormai antichi e finora irrisolti, è molto porta della stalla chiusa a buoi usciti. Qualcuno potrebbe obiettare col classico “meglio tardi che mai” ma c’è un altro fattore, più importante e basilare, che va tenuto in considerazione e mi sorprende che l’autorità politica locale non ne abbia ancora fatto cenno.
Mi riferisco al mancato uso, ancora una volta, delle risorse locali. Nell’are colpita dal terremoto ci sono fior di aziende in grado di fare il lavoro a cui è chiamato l’Esercito come e meglio di quest’ultimo. Imprese di professionisti dell’edilizia e del movimento terra che potevano essere impiegate fin da subito per la rimozione delle macerie e per porre le basi della futura ricostruzione e che, invece, nemmeno oggi vengono interpellate.
L’utilizzo delle risorse locali avrebbe avuto un duplice effetto benefico: avrebbe fatto partire celermente il processo post emergenziale per mano di gente esperta che fa quello di mestiere ma, soprattutto, avrebbe ridato linfa vitale all’economia locale che, invece, da oltre un anno langue.
Sono considerazioni, credo, talmente elementari e logiche che è stupefacente non vengano fatte da chi di dovere che, dal lato locale, plaude incondizionatamente e dal lato regionale, ancora una volta, dimostra di non avere la minima consapevolezza del da farsi. O forse ce l’hanno eccome.

Luca Craia

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