Un caso minimo, trascurabile, mi ha fatto riflettere: nei giorni
scorsi quasi tutti i quotidiani locali e quelli online hanno riportato la (non)
notizia della promessa di matrimonio tra i due rampolli di altrettante famiglie
potenti e ricche del Piceno, più potenti che ricche, probabilmente. Una
cerimonia presumibilmente piena di lustrini, sberluccichii, abiti firmati e
contro firmati, macchinoni e lifting come se piovesse.
Sono del parere che ognuno spende i propri soldi come più gli aggrada,
così se uno vuole fare una promessa di matrimonio mirabolante e renderne
partecipe il mondo intero, inteso come il proprio mondo intero, cioè la piccola
parte di mondo in cui vive, comunicandolo a tutti i giornali locali, lo faccia
pure. E se, anziché in qualche posto splendido, in cui godere dei piaceri della
natura, delle cose belle fatte dall’uomo, del piacere di vivere un momento
unico ed esclusivo senza doverlo condividere con chi, di questo momento
speciale, non ha interesse né partecipazione alcuna, lo vuole fare nella sua
fabbrica, magari per fare vedere a tutti che bella fabbrica c’ha, liberissimo
di farlo. Credo però che, se questa è la classe dirigente che abbiamo, è
evidente che abbiamo un problema.
Perché è questa la classe dirigente che abbiamo, gente che punta all’ostentazione,
all’apparire, a far vedere al mondo intero, o a quella piccola parte di mondo
che occupano, quanto sono ricchi e potenti, più ricchi che potenti. È questa la
classe che governa il Paese, a ogni livello, ed è questo il Paese che ci
forniscono: un luogo dove conta solo l’apparenza e poco o niente la sostanza.
Un luogo dove la facciata deve brillare e poco importa cosa ci sia dietro. Un
luogo dove chi fa informazione docilmente pubblica quello che gli viene detto
di pubblicare e nessuno critica, nessuno si pone qualche domanda. Beh… quasi
nessuno.
Luca Craia
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