Qualche anno fa, della Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti
non ne sapeva nulla nessuno se non qualche appassionato e qualche storico, dell’arte
o dell’architettura, veramente ferrato. L’Associazione Santa Croce, trascinata
dalla passione e dalla competenza di Manfredo Longi e dei tanti volontari e associati, ha preso in mano questo
bene che, ricordiamolo, era ridotto a un fienile, e l’ha portato all’attenzione
delle cronache e delle istituzioni, contribuendo in maniera determinante a
creare i presupposti per il restauro e promuovendolo in maniera forte ed
efficace.
Un lavoro complesso, a volte ingrato, un lavoro polveroso in cui ci si
sporca le mani e i piedi ma ci si pulisce l’anima. È dura fare promozione nella
nostra zona: si sbatte contro l’ottusità delle istituzioni locali e l’invidia e
la gelosia di chi vorrebbe fare ma non sa fare e di chi vorrebbe usare tutto
questo per crearsi un po’ di visibilità. Lo sanno bene, quelli di Santa Croce,
ci hanno sbattuto la faccia più di una volta ma sono sempre andati avanti, perché
la passione è più forte di ogni altra cosa, anche dello scoramento che spesso
viene e di quella voglia di mandare tutto e tutti a quel paese che, ogni tanto,
ti fa abbassare le braccia. Ma solo per un po’.
Poi, però, ci sono le soddisfazioni, quelle che ti ripagano dei
sacrifici e dei calci in bocca. Così capita che una rivista importante come Medioevo dedichi ben quattordici pagine
alla Basilia Imperiale di Casette d’Ete. Il servizio era cosa nota, l’Associazione
aveva partecipato alla realizzazione fornendo informazioni e materiale. Ma,
comunque, l’interessamento e lo spazio in una pubblicazione di prestigio come Medioevo è una magnifica promozione e c’è
motivo per essere soddisfatti. Poi è arrivato un’ulteriore riconoscimento: un
nuovo servizio, intitolato “Perle dell’Italia Medievale” torni a parlare di
Santa Croce, citando l’Associazione omonima.
Il lavoro che fanno i volontari del sodalizio elpidiense è encomiabile
e non dovrebbero essergliele grati solo i loro concittadini ma tutto il
Fermano. La promozione di un bene non va a beneficio del solo paese che lo
ospita ma si riversa giocoforza su tutto il territorio perché il turista
culturale, quando viene, poi gira, cerca ogni tesoro, ogni chicca. Ringrazio,
quindi, gli amici dell’Associazione Santa Croce rimarcando, comunque, la
necessità sempre più evidente di fare rete e creare un circuito che promuova il
nostro immenso quanto semisconosciuto patrimonio, a beneficio di tutti.
Luca Craia
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