Estremamente interessante l’articolo di Marco Pagliariccio di
stamattina sul Corriere Adriatico. Il giornalista questa volta punta il faro su
una questione che sembra irrilevante ma irrilevante non è, anzi, è un indice
importante di quello che sta accadendo a Montegranaro e di cui pare nessuno si
accorga. I dati forniti dall’articolo ci parlano di una Montegranaro
insensibile al tema ambientale che non investe in risparmio energetico
nonostante gli incentivi e il ritorno economico e sociale che ne deriva. I
vantaggi dell’investire in questo campo sono innegabile e vanno dalla bolletta
più leggera ai benefici fiscali ottenuti grazie all’investimento. Sono
insensibili, questi Montegranaresi? Sono sporchi inquinatori? Direi che le
ragioni vadano cercate altrove e, per come la vedo io, sono ragioni molto
preoccupanti.
Per investire in risparmio energetico occorre avere i soldi da
investire. Non costa poco installare un impianto fotovoltaico e, per quanto si
possa rientrare dell’investimento in tempi relativamente brevi, per investire
occorre avere disponibilità contante. Ecco il punto: chi ha la disponibilità di
contanti, oggi, a Montegranaro? Pochi. Pochissimi. E questo è il nodo della
questione, il segnale preoccupante che arriva dal dato dell’Enea.
Montegranaro sta vivendo la crisi generale molto peggio che altre
realtà. Ai problemi congiunturali del momento, un momento che, comunque, sta
durando da anni, vanno aggiunti quelli legati al comparto calzaturiero che
monocolturale per il paese. La consapevolezza pare esserci, ma non c’è la
capacità, se non la volontà, di trovare delle soluzioni.
Un paese in cui non si investe, con un mercato immobiliare paralizzato
e i relativi prezzi tracollati, testimoniato dal bilancio comunale che non
riesce a introitare quanto previsto per gli oneri di urbanizzazione, un
comparto industriale decimato, lavoratori in cassa integrazione, disoccupati,
artigiani rimasti senza attività, commercio in sofferenza: in questo quadro è
impensabile che ci sia la capacità di investimento in qualsiasi settore, anche
quelli più importanti e remunerativi come potrebbe essere l’efficienza
energetica. E questo diventa un forte campanello di allarme.
Campanelli di allarme che suonano in ogni dove ma non vengono
ascoltati. Si è fatto un Consiglio Comunale anticrisi, pochi mesi fa, che si è
rivelato la solita operazione di facciata, con politici e politicanti a fare
passerella, telecamere e fotografi a inquadrare sorrisi di circostanza e
strette di mano magari col coltello nell’altra. Il risultato non c’è stato:
nulla di fatto, nessun tentativo, nessun provvedimento. Intanto la situazione
non migliora, anzi. La conseguenza, anzi, una delle conseguenze, è quella di
cui parla Pagliariccio stamattina sul Corriere.
Luca Craia
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