Mentre scaldano i motori i marciatori del 5 Luglio, giunge la notizia
dell’ennesima serie di arresti da parte delle Forze dell’Ordine nel sud d’Italia,
nella lotta a quel fenomeno poco interessante che si chiama caporalato. Un
fenomeno atavico, italianissimo, conosciuto e mai combattuto abbastanza. Un
fenomeno che sfrutta gli ultimi, ma proprio gli ultimi, e tra questi ultimi ci
sono italiani e stranieri, “migranti”, termine orrendo, e autoctoni. Ma sempre
ultimi sono. Un fenomeno che uccide la dignità ma anche il corpo. Un fenomeno
che arricchisce il più forte e distrugge il più debole. Ho fatto una ricerca su
Google scrivendo semplicemente “caporalato”. Mi è venuto fuori di tutto, una
raffica di notizie relative a controlli, arresti, chiusure di aziende che poi
riaprono con un altro nome dopo due giorni. E di tutto questo i marcianti
paladini dell’ultimo non si occupano, come non si occupano di cassaintegrati,
esodati, padri di famiglia cinquantenni che non riescono a ricollocarsi dopo
essere stati buttati in strada dalla crisi causata da governi idioti e
criminali, nuove povertà, nuove miserie, nuove classi sempre più deboli. Una bella marcia e via, a favore di telecamera, un bel comunicato
stampa pieno di belle frasi, buoni propositi e accuse di razzismo a chi
minimamente dissente. E si va avanti, così, nella società dell’apparenza, dove
la sostanza è che i poveri diventano sempre più poveri e a tutelarli non c’è
più nessuno.
Luca Craia
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