Un Consiglio Comunale fiume, fatto in teatro come fosse, e forse lo
era, una rappresentazione scenica, con politici di piccolo e medio rango a
recitare il ruolo dell’esperto di settore, dell’economista, del sindacalista
improvvisato: ve lo ricordate? Sono passati quattro mesi dalla seduta aperta
del Consiglio montegranarese voluta a tutti i costi dall’Amministrazione
Mancini per risolvere i problemi che attanagliano il settore calzaturiero.
Dopo quattro mesi abbondanti, da quel 4 marzo, credo possiamo
cominciare a vedere le conseguenze e le ricadute positive sul settore. E le
vediamo oggi dai giornali, che parlano di licenziamenti, di delocalizzazione,
di aziende che chiudono e riaprono, di operai a spasso, di un paese che va in ginocchio.
Beh, direi che il Consiglio Comunale anticrisi è stato un successone. Dove sono
oggi i vari Cesetti o Petrini? Perché non vanno a parlare con i dipendenti della
Zeiss, ma non solo, anche di quelli delle tantissime aziende montegranaresi che
chiudono i battenti o mettono l’organico in cassa integrazione? Perché non si
presentano nei laboratori artigiani deserti?
Io credo che sia ora di scendere sulla terra e verificare che la
realtà è molto diversa da quella che si crede nei palazzi del potere, compreso
il palazzo comunale nostrano. E, soprattutto, è ora di lavorare sulle cose
serie e non soltanto sull’apparire. Farse come il Consiglio Comunale anticrisi,
non solo non risolvono niente, ma danno la netta impressione di essere presi in
giro. E non è bello.
Luca Craia
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