Stamattina Il Resto del Carlino, puntualmente, parla di un caso
anomalo verificatosi a Montegranaro. L’anomalia non esiste nel fatto in sé quanto
nei retroscena, retroscena che partono da lontano. Ma partiamo dalla stranezza
più recente: l’ordinanza di cui parla il giornale, in realtà, non è mai stata
pubblicata. Eppure si tratta di un provvedimento “contingibile e urgente”,
quindi necessitante della massima pubblicità perché interessa intrinsecamente
la pubblica incolumità. Però, invece di pubblicare l’ordinanza sindacale, l’albo
pretorio del Comune di Montegranaro pubblica uno strano documento in cui si
comunica l’emissione dell’ordinanza, se ne forniscono gli estremi, ma non si
spiega cosa riguarda, omettendo l’indicazione dell’immobile interessato. In
questo modo non si dà ai cittadini la possibilità di rispettare l’ordinanza stessa
né di mettersi eventualmente al sicuro da potenziali pericoli. Inoltre non si
rispetta la norma che vorrebbe la pubblicità degli atti comunali.
A svelare parzialmente il mistero è stata Marisa Colibazzi sul Carlino
che, col suo noto intuito, ha capito che ci fosse qualcosa di anomalo. E così
abbiamo saputo che lo stabile interessato è il solito complesso di edilizia
popolare di proprietà comunale sito nel quartiere Santa Maria. Da un
appartamento di questo stabile, secondo il giornale, sarebbe stato fatto uscire
l’occupante perché sarebbero venute a mancare le “condizioni ambientali”. Poi
il giornale approfondisce e spiega che ci sono stati problemi di convivenza tra
condomini che hanno portato a questa decisione. E questa è un’ulteriore
anomalia.
Il punto è questo: ora questa persona, che evidentemente ha qualche
problema a relazionarsi con il prossimo, che fine farà? È stato predisposto un
nuovo alloggio? Se sì, dove? Perché se il problema è relazionarsi, questo
problema va affrontato e risolto e certamente un’ordinanza di sgombro non è sufficiente
come soluzione. Inoltre ogni persona ha diritto a un alloggio decente, per cui
mi auguro che se ne sia trovato uno anche per questa.
Ma la domanda più inquietante è questa: perché si è sollevata questa
coltre di fumo sulla vicenda, tanto da non rendere pubblico nemmeno un atto
pubblico del Comune? Tra i tanti comunicati inutili dell’Istituto Luce de
Noatri, spero di trovare anche qualche risposta a questa domanda e alle altre
che, riguardando comunque un essere umano, credo meritino una risposta.
Luca Craia
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