I calcinacci caduti sull'Altare durante la scossa del 30 ottobre. La chiesa era piena ed era stata lasciata aperta nonostante fossero evidenti i danni fatti dalle precedenti scosse. |
Siamo abituati ai comunicati Luce
de noatri che appaiono sulla pagina Facebook del Comune di Montegranaro. A
dire il vero, ultimamente ne vediamo meno, anche perché pare che non sia stata rinnovata la convenzione col
vecchio addetto stampa, forse per l’evidente conflitto di interessi tra il
cronista e il portavoce, cose che si coniugano davvero male anche
deontologicamente. Essendo quindi costretti a scriversi i comunicati da soli,
cosa che richiede evidentemente uno sforzo cospicuo, ora ne vediamo molti meno
rispetto al recente passato, sempre che, ogni qualvolta a Montegranaro capita
qualcosa, arriva puntuale l’attribuzione del merito a se stessi da parte dei
nostri amministratori.
Pare parecchio strano, quindi, che della chiesa di San Serafino e della
sua apertura non abbiamo letto nulla se non stamattina sul giornale e solo dopo
che ne ho parlato io ieri. Pare altrettanto strano che a tirare fuori la
notizia, in maniera piuttosto particolare, se vogliamo, in piena invasione di
spazi riservati alla Chiesa, sia stata l’ubaldiana Cristiana Strappa che ne ha parlato tra una giaculatoria e una
litania durante il mese di maggio in parrocchia. Sembra quasi che non si volesse che la notizia trapelasse, che non
si era pronti, e che l’area ubaldiana abbia voluto fare una forzatura. Infatti non è vero quello che dice il Corriere
Adriatico stamattina, ossia che la Strappa si sia “lasciata scappare” la
notizia. La Strappa è andata al mese di maggio con un documento scritto e lo
ha letto ai presenti, tutt’altra cosa che farsi scappare una notizia.
Che ci sia fretta è evidente, anche dopo l’aut aut del Comitato
Festeggiamenti San Serafino che si è detto pronto a bloccare la festa se la
chiesa fosse ancora chiusa per ottobre. Ma che si volesse tenere la cosa ancora
in serbo credo sia abbastanza chiaro. Del resto, se le cifre di cui si parla
sono vere, ossia intorno ai 50.000 Euro, credo sia difficile che si possa fare
un intervento che possa tranquillizzare chi frequenta la chiesa. Ricordiamo il tempio mostrava i segni che mostra ora
già dopo le scosse di agosto ma fu chiuso solo a ottobre quando, dopo l’ultima
scossa, sono caduti calcinacci sui fedeli. In realtà era già caduto del
materiale ad agosto ma si fece finta di nulla con un colpo di scopa. Un
comportamento preventivo da parte del Comune che lascia parecchio perplessi.
Considerando la superficialità con cui si è lasciato aperto Palazzo Francescani
per nove mesi e solo ora si prendono provvedimenti e solo a seguito di precise
istruzioni dei Vigili del Fuoco, oltretutto lasciando impiegati e cittadini nel
palazzo come se niente fosse, fa stare davvero poco tranquilli circa la
scrupolosità con cui si evitano rischi inutili alla cittadinanza. Staremo a
vedere.
Luca Craia
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