venerdì 12 maggio 2017

Perché un giudice pensa al campeggio di Ussita? Domande qualunquiste in una situazione drammatica.



Perché un giudice dovrebbe occuparsi di un campeggio? Perché, mi dirà qualcuno, pare che vi sia stata una inottemperanza delle norme. In tempi normali questo sarebbe altrettanto normale, auspicabile direi. Ma a Ussita e tutta l’alta Valnerina non si stanno vivendo tempi normali. È in atto un’emergenza, per di più protratta nel tempo, e questo sposta di molto i parametri, se non della legalità, dell’opportunità. La decisione del GIP di Macerata di mettere sotto sequestro il camping “Il Quercione” di Ussita cozza contro l’opportunità e stride col senso di giustizia che esiste, credo, in ognuno di noi che amiamo questa terra martoriata.
Certo, il magistrato deve fare il proprio lavoro, ma credo, e qui sono certamente qualunquista, che in tutta la provincia di Macerata il problema principale di cui occuparsi non sia il campeggio di Ussita. Quindi mi viene da pensare che qualcuno abbia sollecitato il magistrato a intervenire e questi non ha potuto fare altro che il proprio dovere. Mettiamola così.
Ma sono altre le domande che mi vengono in mente. Per esempio chi possa aver sollecitato l’intervento del magistrato ma, soprattutto, perché nessuno abbia pensato a delle opportune deroghe a regole che, in fase di emergenza, diventano un ulteriore strumento di rallentamento per creare nuove difficoltà. E qui, mi si permetta, si rafforza ancor più il sospetto che ci sia un disegno.

Luca Craia

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