mercoledì 31 maggio 2017

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale: un lavoro prezioso per il territorio dopo il terremoto




A tutti coloro che, per ignoranza, incompetenza, tornaconto politico pronunciano la trita quanto stupida frase “le chiese dopo”, vorrei raccontare la storia riportata da Pier Luigi Moriconi, storico dell'arte e funzionario della Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche durante la presentazione dei risultati dell’attività svolta nel 2016 dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri nelle Marche. Durante un intervento di recupero dei beni culturali più preziosi contenuti in una chiesa lesionata dal sisma, ha raccontato Moriconi, una donna gli si è avvicinata chiedendo di mettere in salvo anche una piccola scultura in gesso di nessun valore artistico e storica. La donna ha insistito perché quella statuina fosse portata al sicuro perché, pregando davanti a essa, aveva ottenuto una grazia.
Si tratta di una testimonianza importante che evidenzia quanto sia importante il luogo sacro all’interno del tessuto sociale, non solo in quanto patrimonio economico e volano del turismo, come abbiamo più volte ribadito su queste pagine, ma anche come collante sociale, come scrigno di cultura e tradizione, punto di riferimento e fulcro di una società che si fonda, da secoli, anche sulla cultura religiosa.
L’opera dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale delle Marche, in questo, è stata formidabile, mettendo al sicuro beni culturali per una stima di 2.754.500 euro, ma anche tanto materiale di minor valore materiale di grande valore affettivo e sociale per le comunità colpite dal sisma. I dati presentati al comandante del Nucleo, il maggiore Carmelo Grasso, e dal comandante provinciale di Ancona, colonnello Stefano Caporossi parlano di un lavoro capillare e incessante, che ha permesso, oltre al recupero di numerose opere rubate grazie al consueto impegno dell’Arma, anche un’azione fondamentale sui danni del sisma, portando in salvo 77.645 opere d’arte e beni preziosi in ben 153 interventi. Sono stati messi in salvo 689 dipinti, 668 sculture, 1.929 beni ecclesiastici e 74.359 beni archivistici e librari.
Un lavoro encomiabile che merita la gratitudine di tutte le Marche, perché è anche attraverso la salvaguardia, il recupero e il ripristino dei beni culturali, per la maggior parte ecclesiastici, che le economie legate al turismo e colpite dal terremoto potranno ripartire, si spera quanto prima.

Luca Craia

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