venerdì 19 maggio 2017

Francesco Bettucci, il più giovane trombettista della banda di Montegranaro.



Spulciavo vecchie foto e mi è venuta sotto un’immagine di un vecchio amico, ove per vecchio intendo di vecchia data, e mi è venuta voglia di raccontare, agli amici che leggono il blog, la storia da trombettista di Francesco Bettucci. A Montegranaro credo conoscano tutti Francesco, sia per la sua professione di geometra, sia per il suo passato di protagonista politico come consigliere comunale.
Francesco, diciamo, tanto non si offende, non è giovanissimo, è un ragazzotto cresciutello, credo sia un po’ più in là dei trenta, forse anche dei quaranta, azzarderei i cinquanta e forse… ma non conta niente perché Francesco è un ragazzino dentro, ha lo spirito e l’intraprendenza di un adolescente. Con questo suo modo di affrontare la vita, che gli fa avere sempre, o quasi, sul viso un bel sorriso contagioso, a una certa età ha deciso di inventarsi una nuova passione.
Francesco ha sempre suonato la tromba, credo che abbia imparato a tenerla in mano da bersagliere. Lo ricordiamo mentre suona “Il Silenzio” durante le manifestazioni di commemorazione. Ma non era un trombettista in senso stretto. Così ha deciso di diventarlo. Alla tenera età di tot anni, Francesco è andato a scuola dal maestro Antonio Riccobelli, che dirige la rinata Banda di Montegranaro, quella Banda Omero Ruggieri che ci sta dando delle belle soddisfazioni. È andato a scuola coi ragazzini di dieci anni e poco più, con grande umiltà, spirito di sacrificio e una passione che si taglia a fette.
Ora Francesco suona la tromba nella banda e, nonostante l’età (torno sempre su questo argomento, rischio mi tolga il saluto) in mezzo a tanti giovani e giovanissimi non stona affatto, né otticamente né suonando la sua splendida tromba. È una risorsa per la Banda, il nostro Francesco, non solo perché un buon trombettista serve, ma anche e soprattutto perché rappresenta un esempio meraviglioso di cosa si possa fare con impegno e passione, con umiltà e dedizione. Vi ho voluto raccontare questa storia perché sono davvero orgoglioso di Francesco.

Luca Craia

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