Con i
recenti fatti di cronaca, in particolar modo dopo quello di Lodi in cui un
ristoratore ha sparato a un ladro che stava svaligiando il suo ristorante, è
rispuntata la proposta di legge dell’anno scorso promossa da Italia Dei Valori.
In questi giorni sta girando sui social (Whatsapp e Facebook) una catena di
Sant’Antonio che invita a recarsi nel proprio comune per firmare per un
fantomatico referendum sulla legittima difesa. Si tratta dell’ennesima bufala
che fa riferimento alla proposta di legge di cui sopra, e quindi non a un
referendum, che però ha visto il termine per la raccolta di firme nel giugno
dello scorso anno. Quindi non andate in Comune perché non c’è nulla da firmare.
La bufala ha
però riacceso la curiosità di molti sull’esito della raccolta firme dell’IDV,
raccolta che, perlatro, era andata piuttosto bene contando, al termine della
campagna, oltre un milione di firme racimolate. Nel settembre del 2016 le firme
erano state consegnate in piazza Montecitorio nel corso di una manifestazione,
indetta dallo stesso IDV, in cui decine di scatoloni, probabilmente contenenti i moduli con le firme, facevano bella mostra di sé
con la scritta “Io dico sì”. Da allora non abbiamo più avuto notizie.
In realtà l’ordinamento
italiano non obbliga il Parlamento a discutere una proposta di legge, per
quanto essa goda dell’appoggio popolare. Per cui è pensabile che l’iniziativa
di Italia dei Valori sia finita in un mucchio di altre proposte di legge per
giacere lì nel secoli dei secoli amen. Nel frattempo, comunque, sembra essere
scomparsa, oltre alla proposta di legge, anche l’organizzazione che l’ha
promossa, visto che non sentiamo più parlare di IDV da mesi e mesi. Per cui,
nonostante sia evidente che serva un riordino della legislazione in materia di
legittima difesa, ho come l’impressione che nulla si farà.
Luca
Craia
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