martedì 14 marzo 2017

Integrarsi urinando al supermercato.



Parlo spesso, troppo spesso, di integrazione su queste pagine. Lo faccio perché è un tema fondamentale al giorno d’oggi e, essendo ormai la nostra società considerabile come multietnica, è importante che l’integrazione sia il più indolore per tutte le parti coinvolte. Purtroppo, a fronte di un numero considerevole di stranieri che tentano la strada dell’integrazione o che, magari, si limitano a un profilo basso in modo da non creare problemi sociali, esiste quella che mi auguro sia una minoranza che rema in direzione contraria e che danneggia gli sforzi compiuti per far sì che la multietnicità si realizzi in maniera costruttiva.
Aprendo i giornali, troviamo quotidianamente episodi di questo tipo che vedono molto spesso coinvolti stranieri, in maggioranza magrebini, in episodi di criminalità o di disordine sociale. Tralasciando le notizie recenti che parlano di droga, spaccio, prostituzione e quant’altro, alle quali ci stiamo, aimè, abituando, mi ha molto colpito la notizia riportata da Cronache Fermane che narra le gesta di due giovani nordafricani che, nell’ansia di offendere, insultare, imbarazzare il Paese che li ospita e che dà loro un’istruzione, servizi sociali, sussidi e cure mediche, si sono messi a urinare davanti a un supermercato di Fermo. Lo hanno fatto in bella vista, in pieno giorno, col chiaro intento di provocare. E la provocazione ha avuto successo perché c’è stata la reazione di chi, giustamente, ha giudicato intollerabile il gesto e ha rimproverato i due teppisti. La controreazione è stata violenta e solo quando si sono resi conto che la faccenda stava diventando pericolosa per loro, i due imbecilli se la sono filata.
Episodi di questo genere non sono affatto rari, e hanno quasi sempre come protagonisti giovani nordafricani, immigrati di seconda o terza generazione, gente nata in Italia, che dovrebbe ormai aver superato le barriere per essere integrata. Invece registriamo ancora e frequentemente questi fatti che sono preoccupanti perché testimoniano un’alienazione social manifesta che potenzialmente rappresenta un grave pericolo. Ricordo un episodio simili pochi giorni fa a Montegranaro, dove un uomo è stato pesantemente e immotivatamente insultato in piazza Mazzini da due ragazzi magrebini. Anche in questo caso non ci sono state conseguenze estreme perché l’Italiano non ha reagito. Ma se ci fosse stata reazione, come è successo, per esempio, a ruoli invertiti, la scorsa estate a Fermo nel famigerato caso dello scontro tra il Nigeriano e l’Ultras, cosa avrebbero detto i benpensanti. Come si sarebbe comportato, sempre per esempio, il paladino dell’integrazione, don Vinicio?
L’integrazione è difficile, con questi fatti rischia di diventare impossibile. Per scongiurare episodi gravi come questo, perché si tratta di un episodio grave, è necessario che la comunità straniera sia protagonista nella condanna e nella repressione di questi gesti, cosa che, a me, non risulta. Io stesso, probabilmente perché scrivo queste cose, sono stato insultato da un gruppo di ragazzi magrebini con l’epiteto “ape ronza di merda”.
                                      
Luca Craia

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