lunedì 27 febbraio 2017

Io sto col carabiniere. Sì, ma ora bisogna dimostrarlo. No a strumentalizzazioni.



Un coro di solidarietà al carabiniere che ha sparato al ladro, a Monte San Giusto, è quello che ha registrato la pagina Facebook di questo blog negli ultimi due giorni. Pensate che l’appello di Giuseppe Sardini è stato visualizzato 13.912 volte ed è stato condiviso 530 volte e l'articolo sul blog è stato letto da oltre 120.000 persone, mentre la notizia del fatto di Monte San Giusto ha registrato 43.566 visualizzazioni, 283 condivisioni e 105 commenti, tutti solidali con il militare. Il segnale è molto forte è indica come la gente sia esasperata dalla situazione dell’ordine pubblico e sia schierata a favore delle forze dell’ordine che lottano contro il crimine senza strumenti adeguati, correndo grandissimi rischi tra i quali anche quello di finire sotto accusa per aver fatto il proprio dovere.
Si sta costituendo un comitato per raccogliere fondi e sostenere le spese legali che il Carabiniere dovrà affrontare, cosa assurda ma purtroppo reale. È quindi il momento di dimostrare concretamente la solidarietà espressa a parole su Facebook, lasciando il mondo virtuale, troppo spesso fatto di reazioni fin troppo emotive, ed entrare in quello reale facendo qualcosa di tangibile. Presto sarà aperto un apposito conto corrente su cui fare donazioni ed è lì che si vedrà realmente chi è davvero solidale.
Pur essendo apprezzabile la presa di posizione della Lega, spero che la manifestazione che si  sta organizzando per sabato 4 marzo non si trasformi nella solita strumentalizzazione politica per cercare di guadagnare qualche misero consenso. Non è quello di cui ha bisogno l’Arma, non è quello di cui ha bisogno l’Italia. Avrei apprezzato molto di più se tale manifestazione fosse stata organizzata dal nascente comitato per essere appoggiata senza bandiere da tutti. Il problema della criminalità e della sicurezza, nonché quello dell’operatività delle forze dell’ordine, riguarda gli Italiani e non i singoli partiti,  e non può essere etichettata con bandiere politiche. In questo senso spiace il silenzio delle altre forze politiche.  
I Carabinieri debbono essere messi nella condizione di operare, per quanto possibile, serenamente. Non è concepibile che un tutore dell’ordine debba domandarsi circa le conseguenze prima di compiere un gesto atto a garantire l’ordine pubblico. È logico che la perdita di una vita umana è sempre un evento deprecabile, ma troppo spesso i carabinieri e i poliziotti che, nell’atto di garantire la sicurezza e salvare vite, compresa la propria, abbiano la sventura (perché di questo si tratta) di fare male al criminale, si trovano dalla parte dell’accusato. Questo non consente alle forze dell’ordine di operare con la lucidità e la tranquillità necessaria. Per questo è importante unire le forze perché si agisca politicamente per modificare un sistema legislativo che è evidentemente sbagliato.
 
                                      
Luca Craia

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