lunedì 6 febbraio 2017

Far west Montegranaro. Videosorveglianza: l’ostinata celebrazione di un’idea fallimentare



È incredibile come si possa continuare a vedere la celebrazione a suon di titoloni sui giornali di un progetto che i fatti hanno dimostrato essere fallito. L’idea della videosorveglianza, così come concepita a Montegranaro, doveva essere un deterrente per gli atti criminosi o vicini al crimine. In effetti, non essendoci un controllo in tempo reale, nessuno a guardare le immagini in diretta ventiquattrore su ventiquattro, le telecamere non possono certo sventare il crimine. La loro utilità si limita alla eventuale identificazione del criminale quando questi sia talmente fesso da andare sotto una telecamera a viso scoperto. L’unica funzione, quindi, sembrerebbe essere quella di fare da deterrente, appunto, ma i fatti ci dicono che non sta funzionando.
Montegranaro sta diventando un far west: bande di stranieri che mettono a ferro e fuoco il paese, furti in appartamento che si susseguono quotidianamente, furti d’auto, taglieggiamenti, atti di teppismo, risse, il paese sembra essere lontano anni luce da quell’idea di isola felice di un tempo. Le telecamere sono una realtà ormai consolidata, sono installate da diverso tempo e si può affermare che non abbiano sortito alcun effetto deterrente.
Leggere quindi sui giornali della loro grande efficacia, ultimo caso quello della rissa di domenica mattina in viale Gramsci, è stupefacente. L’informazione è totalmente distorta e sembra creata su misura per compiacere una sorta di propaganda del potere, tesa a far credere quello che non è. Purtroppo la videosorveglianza  non sta dando risultati. E il problema principale è che, fino a quando non si ammetterà il suo fallimento, è difficile pensare che si possano mettere in campo misure alternative e più efficaci. E intanto la sicurezza rimane solo una parola.
                                      
Luca Craia

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