martedì 15 novembre 2016

Il “cratere”. La politica schizofrenica della giunta Mancini



Crepe a palazzo Francescani
È bruttissimo il termine “cratere” usato per definire l’area più colpita da un sisma. Non lo conoscevo in questo uso e non so se sia un’invenzione del nuovo Vasco Nazionale o se sia un termine tecnico consolidato. Poco importa. È più importante, piuttosto, capire su quali basi si stabilisca quali centri rientrino nel cosiddetto cratere e quali no. Perché qui non è affatto chiaro: o ci entrano solo i paesi che sono stati realmente devastati oppure ci entrano tutti quelli che hanno avuto danni chiaramente imputabili al sisma. Invece, a quanto si capisce, pare che, ancora una volta, si facciano figli e figliastri.

Andando, però, nello specifico locale, non riesco a comprendere l’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale di Montegranaro. Fin dalla prima scossa, i nostri amministratori si sono sempre prodigati per far apparire come minimale ogni piccolo danno: le scuole non hanno avuto grossi danni (ma le chiudiamo per precauzione), il Municipio gode di ottima salute (lo chiudiamo solo perché la volta rischia di cascare in testa al Sindaco), Palazzo Francescani è inagibile un giorno sì e uno no, con l’ufficio tecnico comunale tranquillamente al lavoro su un piano del palazzo al di sotto del quale (esattamente al di sotto) c’è un’ala tutta spaccata ma i danni “non destano per ora preoccupazioni” (Corriere Adriatico).
Uno che osserva da fuori direbbe che a Montegranaro va tutto bene, che il terremoto ci ha scossi ma che ce la siamo cavata alla grande. E invece no. Il Sindaco va dal Presidente Ceriscioli a lamentarsi del fatto che Montegranaro è fuori dal cratere. Quindi questi danni ci sono o non ci sono? Sarà ora di decidersi?

Luca Craia

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