giovedì 15 settembre 2016

Il social che suicida



Una breve riflessione ispirata dalla brutta storia di Tiziana Cantone, suicidata dal social network e dai sui idioti giocolieri dell'odio. No, non ho sbagliato complemento: la ragazza è stata suicidata, e a suicidarla sono stati quegli imbecilli che considerano il social una terra popolata da esseri elettronici, quindi non esseri, non veri. Sono quelli che reputano possibile, o per il gusto di ridere di te o per vomitarti addosso tutte le loro frustrazioni, giustificati da poveri ragionamenti (quando ci sono) morali o da disaccordi superficiali, massacrare la gente di insulti, sparlarne nella pagine virtuali, crearne di apposite col solo scopo di colpire l'oggetto della loro misera ossessione. Sono quelli che masturbano le loro povere menti nel pettegolezzo, sono quelli che fanno dello sfottò un'arma contundente. Il paragone non calza alla perfezione ma può dare un'idea, perché la meccanica è la stessa: sono quelli che aprono pagine Facebook in cui l'unico scopo evidente è sputtanare, sono quelli che saltano in piazza sfottendo un nemico in realtà indotto, sono quelli che sputano odio in massa sotto i tuoi post. Loro non sanno, dimenticano nella loro stupidità, che l'oggetto del loro denigrare è una persona reale. A ricordarglielo c'è la povera Tiziana. Ma sono troppo stupidi per capire.

Luca Craia

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