lunedì 19 settembre 2016

Calcinaro: cosa si può fare solo usando il buon senso.



Credo che la città di Fermo necessitasse di un sindaco come Paolo Calcinaro. Una cittadina da sempre capoluogo di un territorio prima che di una provincia, con potenzialità enormi e inespresse, non poteva continuare a essere amministrata come un paesello di poche anime e senza ambizioni. Fermo può molto, per se stessa e per il territorio di cui è il vertice naturale, e la mancanza di politiche che ne facessero la punta di diamante dell’alto Piceno stava affossando non solo Fermo ma tutto il circondario.
Poi è arrivato Paolo Calcinaro, che ha capito cosa fare: usare il buon senso. Calcinaro ha preso una città fantasma e l’ha trasformata, nel giro di pochi mesi, in una città viva e vitale, piena di iniziative, attrattiva e attraente. Fermo fa il pieno ogni fine settimana, raccoglie visitatori e avventori da tutto il territorio e non solo, e questo muove un’economia che sta diventando importante, la riapertura dello storico Caffè Belli lo testimonia. Quindi non solo prestigio ma anche e soprattutto ricchezza e lavoro.
Come è giunto a questi risultati il sindaco di Fermo? Usando il buon senso, dicevamo; assecondando le idee, dando spazio alle iniziative, aprendo il Comune alle proposte. Così nasce una serie infinita di eventi che vede la città palcoscenico e cornice ideale, con costi bassi sia per gli operatori che per la collettività ma con risultati elevatissimi. Ora quello che gli amministratori dei paesi del territorio dovrebbero fare è di seguire Calcinaro, approfittare della spinta propulsiva di Fermo e agganciare a questo treno, che sta partendo già veloce, il loro vagoncino, facendo partire il Fermano come zona di proposte turistiche appetibili e apprezzabili. La materia prima, del resto, c’è. Non solo a Fermo troviamo vestigia e testimonianze culturali di alto livello, tutto il Fermano ne è pieno. Sfruttando questo patrimonio si crea ricchezza. Ma bisogna usare il buon senso, come ha fatto Calcinaro. Purtroppo non tutti ne sono capaci.

Luca Craia


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