martedì 14 giugno 2016

Il Comune recupera tre case popolari. Ma i criteri di assegnazione non si toccano.



S’era fatto un gran parlare del regolamento di assegnazione degli alloggi popolari. Da più parti, tra cui anche dal Presidente del Consiglio Comunale, Walter Antonelli, era stata espressa preoccupazione per gli effetti del regolamento attualmente in vigore che, di fatto, crea una sorta di ghetto per extracomunitari nelle aree in cui insistono gli immobili destinati ad abitazioni popolari. Chiaro esempio è lo stabile che fa corpo con scuole e auditorium nel quartiere Santa Maria, ma anche l’ospedale vecchio, nel quale più recentemente sono stati assegnati ben nove appartamenti, tutti occupati da famiglie straniere. Le conseguenze di questi criteri di assegnazione sono evidenti: se l’extracomunitario non si mescola alla popolazione italiana anche a livello abitativo l’integrazione diventa davvero complicata, e quello che sta accadendo nel centro storico e che da anni accade a Santa Maria lo testimonia senza ombra di dubbio.
L’anno scorso sia Antonelli che il gruppo montegranarese di Fratelli d’Italia, tramite il suo segretario Abramo Cimadamore, avevano sollecitato l’Amministrazione Comunale perché si riformassero i regolamenti di assegnazione sulla scorta di alcune esperienze, come quella di Perugia, che sembra abbiano dato risultati interessanti. Quello che si chiedeva era di modificare la norma in modo che l’extracomunitario non risulti enormemente favorito come è ora rispetto agli Italiani. La risposta del Sindaco fu negativa, motivata dal fatto, che, in tempi brevi, non sembrano essere previste nuove assegnazioni di case popolari. Scese in campo anche il segretario della CGIL della Provincia di Fermo che, con toni accesi, accusò di razzismo i promotori dell’iniziativa. Tutto restò fermo.
Ora pare che il Comune, per tutt’altri motivi, abbia ottenuto dalla Regione lo svincolo di ulteriori tre appartamenti nell’ospedale vecchio che erano destinati a case popolari. Questi spazi potrebbero essere utilizzati come luoghi pubblici per creare quel polo culturale di cui tanto si parla ma che tarda a venire. Ne consegue, comunque, che ci sono tre alloggi popolari in meno a disposizione nell’ex convento agostiniano cuore del centro storico, e questo, nell’ottica della questione della ghettizzazione, è un fatto positivo.
È però bene ricordare che, sempre nel centro storico, ci sono diversi nuovi appartamenti ancora non assegnati ma che, comunque, sono destinati ad alloggi popolari. Non si sa esattamente quando queste unità abitative verranno assegnate, fatto sta che pare evidente come sia necessario mettere mano ai regolamenti se si vuole evitare di aggravare un problema che già di per sé sembra piuttosto serio. Ma, al momento, tutto tace, anche da parte di chi mesi fa era estremamente combattivo su questo campo.

Luca Craia

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